La voce dei clienti
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Barbara Bulzomì, barbara.bulzomi@inwind.it il 25 settembre 2008 alle 20:44 ha scritto:
Barbara Bulzomì barbara.bulzomi@inwind.it (10-09-2008) |
Barbara Bulzomì, barbara.bulzomi@inwind.it il 25 settembre 2008 alle 20:42 ha scritto:
Barbara Bulzomì barbara.bulzomi@inwind.it (10-09-2008) |
Barbara Bulzomì, barbara.bulzomi@inwind.it il 25 settembre 2008 alle 20:40 ha scritto:
Barbara Bulzomì barbara.bulzomi@inwind.it (10-09-2008) |
cristina il 25 settembre 2008 alle 10:32 ha scritto:
ore 18 del 24/09/2008 un centinaio di persone circa, la maggior parte in piedi, in un angusto spazio, calore percepito 35°, ore 19.30 dello stesso giorno, identica situazione. Questo per trasmettere, per quanto possibile, l'attenzione totale e quasi ipnotica derivata dalla lettura di alcuni brani del libro "Fogli di vita...." di Giampaolo Trevisi. |
La bella Kin. Racconti di un'esperienza africana
EMI Editrice Missionaria Italiana
(gennaio 2008, 128 p.)
Andr.Vittorino il 20 settembre 2008 alle 11:30 ha scritto: Vorrei lasciare solo due parole riguardo questi racconti, profondi, veri. Leggi tutti i commenti (19) |
Leonardo Modeo il 19 settembre 2008 alle 22:58 ha scritto: Ottimo libro, ne consiglio vivamente la lettura. Leggi tutti i commenti (4) |
GIANLUCA CAVALLARO il 19 settembre 2008 alle 14:48 ha scritto: penso sia bellissimo spendere solo 21.00 € per un messsale di quasi tutti i giorni Leggi tutti i commenti (3) |
laura, laura.lali@alice.it il 18 settembre 2008 alle 18:20 ha scritto:
lo sto ancora leggendo ma posso dire che mi ritrovo in ognuna delle figure femminili citate con tutte le sfaccettature |
luca papini il 17 settembre 2008 alle 21:10 ha scritto: una grande opera ispirata da dio, non si riesce a smettere di leggere quando si e iniziato! e di una profondita enorme! assolutamente da avere!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Leggi tutti i commenti (2) |
Fiorella Tedesco il 15 settembre 2008 alle 19:13 ha scritto: leggere questo piccolo libricino è come essere accanto a padre Gabriele e sentire la sua voce che ci spiega in modo semplice e comprensibile cosa vuole dire essere veri cristiani. Nelle sue parole si sente il profondo amore che ha per Gesù e vuole che anche noi ci innamoriamo di Lui. Questo è un piccolo ma grande libro, da tenere sempre a portata di mano, molto piacevole da leggere e rileggere perchè ogni giorno, ciascuno di noi, ha bisogno di una parola buona e qui le parole buone, che fanno bene al nostro cuore, ci sono!Leggetelo e lo capirete anche voi. Leggi tutti i commenti (4) |
Piero Gamberini il 13 settembre 2008 alle 20:19 ha scritto:
Una riflessione non particolarmente profonda e originale sul significato della sofferenza alla luce della fede, a partire dalle stimmate di Padre Pio. La povertà di riferimenti biografici, forse voluta per evitare di cadere nella trappola dell'agiografia e del miracolismo, è anche il limite di questo libro che non va al di là di un'enunciazione semplicistica di una teologia della croce (riassumibile nel vecchio motto 'per crucem ad lucem'), quasi a voler significare che il percorso spirituale di P. Pio è alla portata di tutti, riducendosi ad un'umile e obbediente imitazione di Cristo. In un certo senso è così, ma non si spiega come mai la sofferenza sia per molti, e forse per i più, motivo di perdizione e non di salvezza. L'unica osservazione originale è la constatazione che, fra tanti stimmatizzati, P. Pio è il primo sacerdote: segno profetico di una Chiesa istituzionale che si fa corpo mistico di Cristo, casa dei reietti, dei malati e di tutti i sofferenti che si affidano a Lui, cosa rivoluzionaria per quei tempi (1918); qui forse sta il vero scandalo dell'umile e mite cappuccino: la regalità sacerdotale macchiata dal sangue dell'Agnello. |
Geom. Alessandro Camillo il 13 settembre 2008 alle 11:04 ha scritto: Buon aiuto alla liturgia domenicale, un pò complicato in alcuni commenti alle letture. Leggi tutti i commenti (3) |
Piero Gamberini il 12 settembre 2008 alle 20:25 ha scritto:
Una testimonianza sconvolgente nella sua semplicità, che ricorda per molti versi quella di Santa Teresa di Lisieux, contemporanea di Gemma. A differenza della francese, la santa lucchese vive la sua infanzia spirituale non in un convento ma nella solitudine di una casa dove, incompresa dalla famiglia e malata, quasi sempre costretta a letto, trova come unico amico il suo angelo custode che la guida nella sua ascesi mistica attraverso il calvario della croce. Le estasi di Gemma sono simmetriche alle discese dell'angelo che viene a confortarla nella sua passione solitaria, vissuta in comunione col Cristo sacramentale di cui l'angelo è un ulteriore sacramento, il più comprensibile per un'eterna bambina che non comprende altra teologia a parte quella concreta della croce e del vangelo. Da leggere e meditare la prefazione dello psichiatra ateo Andreoli, secondo il quale bisogna credere all'angelo custode anche se non esiste; il suo pensiero va ai malati soli e abbandonati che accendono il televisore o cercano compagnia in un cane, e non si accorgono che la loro solitudine è colmata dalla compagnia discreta e premurosa del loro angelo; un esempio di rispetto e dialogo in un'epoca di contrapposizioni ideologiche fra atei e credenti. Il vero laico è colui che ascolta e cerca di comprendere l'altro, così come Gemma ascolta il suo angelo, messaggero del 'totalmente Altro'. |