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La voce dei clienti - Libri

Tutti i commenti per «Libri» (da 931 a 945 di 26267)


Rosario Drago il 9 febbraio 2024 alle 21:26 ha scritto:

Un cammino francescano verso il Risorto!

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Rosario Drago il 9 febbraio 2024 alle 19:52 ha scritto:

Antonio fulgido esempio di minorità francescana in un ritratto facilmente leggibile!

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Umberto Masperi il 9 febbraio 2024 alle 17:04 ha scritto:

Il titolo di questo libro sembra strano,contradditorio o una provocazione,ma la prima parola(?filosofia?) ha un significato specifico (che costituisce l?indagine del libro) rispetto alla seconda [?filosofia?]:per comodità utilizzo ?filosofia A?, ?filosofia B?. La tesi, nei libri di storia della filosofia ,è che la filosofia B ha avuto origine in Grecia coi Presocratici (?i primi filosofi? come scrive Aristotele) a partire dal VII-VI sec.avanti Cristo. L?autore non contesta questa tesi (cfr,p.22 del cap.1°) ma vuole andare alle ?RADICI? delle origini storiche che individua nella civiltà cretese- micenea dal XX sec. A.C. ( non solo quindi nella civiltà greca del cosiddetto Medioevo ellenico[ Poemi omerici, Esiodo, mito e relgioni misteriche]).Il termine radici viene utilizzato con riferimento al concetto aristotelico di ?potenza? e ?atto?.Così scrive,p.23 :? Mostreremo...che queste radici hanno cominciato a formarsi nella civiltà palaziale cretese del XX secolo?.* Entrare nel merito delle analisi che vengono fatte è impossibile in un commento,perché richiederebbe numerose pagine:per comodità indico i capitoli dopo il primo, lungo e ripetitivo. CAP.II:La civiltà cretese (XX-XV).CAP
.III:La civiltà micenea (XVII-XII).CAP:IV:Le fondazioni delle poleis in Magna Grecia e Sicilia (VIII)-CAP.V:La polis e la filosofia. **Al di là di alcune perplessità che sorgono nel corso della lettura, questo libro è utile per arricchire le proprie conoscenze di queste antiche civiltà,sulle quali esistono buoni libri ma,per quanto io ne sappia,non con questo ?taglio? di indagine. (riflessione da non trascurare sono le osservazioni sulla ?pianificazione compiuta della civiltà cretese?, pp.35ss). Le perplessità sono dovute al problema di fondo,la mancanza di documentazione scritta ,come avverte anche l?autore a p.34:?Della civiltà minoica non ci rimangono,come noto,scritti,in quanto la sua scrittura Lineare A,non è ancora stata decifrata L?interpretazione qui proposta risulta pertanto strutturata su criteri differenti in base a quelli che gli storici tradizionali della filosofia antica sono abituati ad analizzare ...?,quindi,aggiunge,? su contenuti ritenuti molto verosimili?. NB. A parte il fatto che il ?molto? con ?verosimili ? stride alquanto,le ?radici? devono trovarsi su terreno adatto (nella metafora: la comunicazione linguistica),altrimenti la filosofia A alla fine risulta essere un discorso di carattere ,troppo, generale,se non generico e ripetitivo (cfr. la ?discrezionalità? di p.39!)Gli storici sanno bene che per civiltà antichissime,come quelle egizia e mesopotamiche, solo la decifrazione di numerosi (!) testi in geroglifici o cuneiformi consente di capire il pensiero di quei popoli,mentre la limitata disponibilità di testi scritti,ad es, degli Etruschi, ci preclude una buona conoscenza del loro pensiero.
°°°°{anche se esula dal tutto, è sempre utile,per aver presente lo ?spirito? della filosofia ? greca? (solo?), ricordare le parole di Aristotele sulla differenza tra l?aspetto teoretico filosofico e quello pratico scientifico-tecnico: ? ... che poi essa non tenda a realizzare qualcosa,risulta chiaramente anche dalle affermazioni di coloro che per primi hanno coltivato la filosofia. Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare,ora come in origine, a causa della meraviglia...se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall?ignoranza,è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica...questa sola,tra tutte le altre scienze diciamo libera:essa solo è fine a se stessa.}NB. Sulla ? meraviglia? l?autore in parte dissente (?non solo?),p.37.
* [Aristotele è chiaro, prima ancora di un Heidegger o Severino nella loro critica all?Occidente asservito ormai sempre più alla ?tecnica?.


Avv. PATRIZIA CASTALDO il 9 febbraio 2024 alle 13:21 ha scritto:

Testo del prolifico scrittore molto coinvolgente ed emozionante. Nel racconto della vita del protagonista, Ultimo Parri, si dipanano le più diverse vicende, ambientate nel periodo dal primo Novecento agli anni sessanta. Si alternano, così, narrazioni inerenti la grande passione del protagonista per le automobili da corsa, atroci episodi della Grande guerra, con un dilungarsi, nel punto, che un po' appesantisce il racconto, ed una storia d'amore " sui generis ", con la compagna che, dopo molti anni dai loro incontri, indaga sulla realizzazione della passione e del sogno segreto di Ultimo.


Dott. DONATELLA PEZZINO il 8 febbraio 2024 alle 11:05 ha scritto:

Un'omelia meravigliosa, con cui Gregorio di Nissa ci fa riscoprire lo stupore per gli eventi dell'Incarnazione e della Natività di Nostro Signore Gesù. Ho trovato particolarmente commoventi i passi che si riferiscono alla Vergine Maria. Edizione splendidamente curata, con un'ottima introduzione.

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Dott. DONATELLA PEZZINO il 8 febbraio 2024 alle 10:59 ha scritto:

In questa grandiosa omelia, il grande Cappadoce mette in risalto il nesso tra battesimo, Luce divina, Spirito Santo e Risurrezione di Cristo; pone l'accento sull'effetto purificatorio del battesimo e sulla sua potenza rigeneratrice, il tutto attingendo dal supporto delle Scritture e con metodo argomentativo di chiara matrice neoplatonica. Ma, al di là della sua eccezionale valenza filosofica e teologica, questo testo è prezioso anche sotto il profilo pratico, perchè ogni battezzato sia pienamente consapevole del significato di questo sacramento.


Dott. DONATELLA PEZZINO il 8 febbraio 2024 alle 10:28 ha scritto:

Spesso (a torto) sottovalutato, Cassiodoro ha contribuito in modo significativo alla salvaguardia del patrimonio culturale di epoca pagana, cercando anche di integrare la teologia cristiana con gli apporti della filosofia classica. Leggendo questa splendida opera ho scoperto in lui anche un precorritore dell'Umanesimo. Il testo tratta dell'anima umana in tutti i suoi aspetti e nel suo rapporto con Dio.

Discorso sul metodo - Cartesio
Libro

Dott. DONATELLA PEZZINO il 8 febbraio 2024 alle 09:56 ha scritto:

Con un tono colloquiale che rende la lettura piacevolmente scorrevole, Cartesio condivide con il lettore, passo dopo passo, la sua scoperta del "cogito ergo sum" che costituisce l'unica, reale certezza del nostro sapere. Uno dei più grandi pensatori del passato le cui riflessioni risultano quanto mai attuali. Da leggere assolutamente.


Dott. DONATELLA PEZZINO il 8 febbraio 2024 alle 09:38 ha scritto:

Un trattato forse meno popolare delle tre "Critiche", ma che vale assolutamente la pena leggere. Mi ha colpito soprattutto il suo sforzo di dimostrare, con la consueta coerenza e lucidità, il pieno accordo fra la legge del dovere e quella divina. Particolarmente interessanti le riflessioni sul male radicale. A mio avviso, una delle opere migliori di Kant.


Dott. DONATELLA PEZZINO il 8 febbraio 2024 alle 09:30 ha scritto:

Fra i testi dei primi secoli cristiani che meritano una riscoperta c'è sicuramente questa biografia di Santa Melania scritta dal sacerdote Geronzio, suo figlio spirituale. Vi troviamo il ritratto di una donna meravigliosa, divinamente ispirata, che ha saputo fare della sua vita, sia interiore che materiale, una totale offerta a Dio. La sua forza, ancora oggi, colpisce e desta ammirazione. Un libro stupendo, che consiglio a tutti.

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Dott. DONATELLA PEZZINO il 8 febbraio 2024 alle 09:14 ha scritto:

Libro breve e allo stesso tempo molto ben fatto, con una scelta sapiente degli scritti più significativi di David Maria Turoldo, sia in prosa che in poesia, con una nota biografica e una lista esaustiva delle sue opere. Meravigliosi i suoi versi e le sue meditazioni liriche sui Salmi, un vero "testamento spirituale" prezioso per tutti noi. Il testo comprende anche un'antologia critica su Turoldo, con passi di vari autori (fra cui Mario Luzi, Giuseppe Ungaretti, Carlo Bo e il card. Ravasi).


Prof. Stefano Coccia il 7 febbraio 2024 alle 21:51 ha scritto:

Libretto molto interessante che ho letto in un'ora circa, ma che ho avuto modo e voglia di leggerlo di nuovo perché mi ha davvero appassionato. "Un infaticabile ricercatore del vero, che come tale rimane sempre inquieto, attratto da nuovi e ulteriori orizzonti". Così Papa Francesco, nella lettera apostolica "Sublimitas et miseria hominis", scritta in occasione del quarto centenario della nascita del filosofo francese, definisce Blaise Pascal, al centro della cui riflessione c'è il "paradosso" della "grandezza e miseria dell'uomo".
"Come cristiani dobbiamo tenerci lontani dalla tentazione di brandire la nostra fede come una certezza incontestabile che si imporrebbe a tutti", scrive Papa Francesco, osservando che Pascal "aveva certamente la preoccupazione di far conoscere a tutti che Dio e il vero sono inseparabili, ma sapeva che l'atto di credere è possibile per la grazia di Dio, ricevuta in un cuore libero". "Perciò propongo a tutti coloro che vogliono continuare a ricercare la verità – impresa che in questa vita non ha mai fine – di mettersi in ascolto di Blaise Pascal, un uomo dall'intelligenza prodigiosa che ha voluto ricordare che al di fuori della prospettiva dell'amore non c'è verità che valga". Sono rimasto molto stupito di questo bellissimo complimento che il Pontefice rivolge a Pascal, non perché il Papa non possa fare degli apprezzamenti, ci mancherebbe, ma perché sostanzialmente dice che anche la verità in sé, fuori dall'ottica dell'amore di Dio è solo e soltanto un idolo, e questo secondo me è il rischio in cui spesso io rischio di cadere, oppure cado, perché sono un appassionato della verità e la ricerco molto.
Molto spesso a scuola mi capita di usare la frase di Pascal: "l'uomo non è che una canna, la più debole della natura, ma è una canna che pensa". Con questa frase cerco di far capire agli studenti come sia importante pensare e ragionare su ciò che ci succede nella vita, perché la ragione umana è una meraviglia della creazione che distingue l'essere umano da tutte le altre creature.
Quella di Pascal è una "evangelizzazione piena di rispetto e di pazienza, che la nostra generazione avrà interesse ad imitare": per comprendere bene il discorso di Pascal sul cristianesimo bisogna essere attenti alla sua filosofia. Il suo "esercizio fiducioso della ragione naturale", spiega il Papa, che "lo rende solidale con tutti i fratelli umani in cerca di verità, gli permetterà di riconoscere i limiti dell'intelligenza stessa e, nel contempo, di aprirsi alle ragioni soprannaturali della Rivelazione, secondo una logica del paradosso che costituisce il suo marchio filosofico e il fascino letterario dei suoi Pensieri". Tra i temi più attuali del filosofo francese, vi è senza dubbio, "quello del senso integrale del nostro destino, della nostra vita, e della nostra speranza, protesa a una felicità che non è proibito di concepire eterna, ma che solo Dio è autorizzato a donare".
Meditando i Pensieri di Pascal, per Papa Francesco, si ritrova questo principio fondamentale: "la realtà è superiore all'idea", perché il filosofo francese ci insegna che "niente è più pericoloso di un pensiero disincarnato: Chi vuole fare l'angelo fa la bestia".
Molto bello il passaggio in cui il Papa afferma che l'uomo è come un estraneo a sé stesso, grande e miserabile: "Grande per la sua ragione, per la sua capacità di dominare le sue passioni, grande anche in quanto si riconosce miserabile. Esiste, in altre parole, "una sproporzione insopportabile tra, da una parte, la nostra volontà infinita di essere felici e di conoscere la verità e, dall'altra, la nostra ragione limitata e la nostra debolezza fisica, che conduce alla morte", si legge nella lettera apostolica: "la forza di Pascal è anche nel suo implacabile realismo, nella constatazione cioè che l'abisso infinito in cui piomba l'uomo a causa della sua natura "non può essere colmato se non da un oggetto infinito e immutabile, ossia da Dio stesso". Pascal, come filosofo, vede bene che "quanto più si hanno lumi, tanto più si scopre grandezza e bassezza nell'uomo, ma che questi opposti sono inconciliabili. Perché la ragione umana non può armonizzarli, né risolvere l'enigma".
"Conosciamo la realtà non solo con la ragione, ma anche con il cuore", è una delle affermazioni più celebri di Pascal, per il quale le verità divine "non sono dimostrabili con la ragione, ma possono essere conosciute con la certezza della fede, e passano poi dal cuore spirituale alla mente razionale, che le riconosce come vere e può a sua volta esporle", spiega Papa Francesco parafrasando il pensiero del filosofo francese e il suo invito ad unire alla ragionevolezza della fede le ragioni del cuore, tramite l'"intelligenza intuitiva". "Pascal non si è mai rassegnato al fatto che alcuni suoi fratelli in umanità non solo non conoscono Gesù Cristo, ma disdegnano per pigrizia, o a causa delle loro passioni, di prendere sul serio il Vangelo", continua il Papa: "solo la grazia di Dio permette al cuore dell'uomo di accedere all'ordine della conoscenza divina, alla carità. Pressoché impossibile credere se Dio non inclina il cuore. Se la fede è di un ordine superiore alla ragione, ciò non significa affatto che vi si opponga, ma che la supera infinitamente". Molto interessante è la parte in cui il Pontefice racconta della "Notte di fuoco" in cui Pascal ha vissuto un'esperienza mistica molto forte e dove ha riportato tutto per iscritto ed inserito nella fodera del mantello. Devo assolutamente trovare e leggere i "Pensieri" di questo autore, perché adesso sono molto curioso.
In conclusione penso sia stata davvero una lettura che ha fatto bene al mio cuore.


rosario rametti il 7 febbraio 2024 alle 19:14 ha scritto:

Libro immancabile in una collezione di alto pregio


rosario rametti il 7 febbraio 2024 alle 19:13 ha scritto:

Libro immancabile in una collezione di alto pregio

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rosario rametti il 7 febbraio 2024 alle 19:13 ha scritto:

Libro immancabile in una collezione di alto pregio