Donna e amore nella Bibbia
-Eros, agape, persona
(Nuovi saggi teologici)EAN 9788810405864
L’autore dell’opera che qui si presenta insegna Storia del cristianesimo all’Università degli studi di Napoli «Federico II». Poiché nella lotta culturale intrapresa contro il carattere “androcentrico” o “maschilista” e, quindi, misogino della cultura patriarcale, il femminismo ha puntano l’indice anche contro la Bibbia, lo storico ha tentato di sondare la Bibbia intorno al tema della donna e dell’amore con l’intento di individuare e vagliare nel testo i passi e i temi che sono stati interpretati in un certo modo per diffondere una concezione ambigua della donna. E dichiara «che è un azzardo pretendere di contenere in poche pagine una tale esplorazione». Le conclusioni a cui giunge la sua indagine, per quanto provvisoria la si voglia considerare, sono comunque molto rilevanti per porre in discussione la rivendicazione della validità metodologica di un’esegesi “femminista” della Bibbia.
Quando si affrontano tematiche così impegnative e attuali, come quella che riguarda la differenziane nei ruoli sociali legati all’identità sessuale, soccorre innanzitutto una corretta visione sociologica che non faccia trascurare gli aspetti dell’organizzazione sociale complessiva, dei modi di produzione dei beni, e quindi dell’economia, della struttura delle varie comunità o società, dei livelli di civiltà e di benessere di quella specie del mondo animale che è costituita dalla persona umana. Un sano metodo sociologico deve costituire l’antidoto contro gli ideologismi, le fallacie, le unilateralità del pensiero che focalizzano soltanto un aspetto o alcuni aspetti, positivi o negativi, e non fanno cogliere gli elementi che depongono per una visione diversa della realtà. L’analisi sociologica sincronica offre il metodo corretto per le applicazioni diacroniche e quindi per una collocazione storica anche del pensiero espresso nella Sacra Scrittura, che non può essere interpretato in una dimensione atemporale senza impigliarsi in penose contraddizioni. Il magistero della Chiesa lungo i secoli ha cercato con somma prudenza di contemperare le varie esigenze e di non farsi condizionare dalle contingenze storiche. Proprio il tema dei ruoli sociali della donna, che trascina con sé inevitabilmente tutte le questioni riguardanti l’esercizio della sessualità e la procreazione, potrebbe prestarsi a una critica facile e sdrucciolevole delle scelte della gerarchia ecclesiastica, e quindi a un atto d’accusa, se fosse affrontato superficialmente e unilateralmente. Così avviene anche quando si affrontano temi come quelli della guerra, delle funzioni della polizia e delle condanne penali, o molte altre questioni sociali.
Rispetto alla problematica della funzione della donna nella società attuale è stato detto giustamente molte volte che debbono essere innanzitutto le donne stesse a parlare. La questione metodologica subentra non appena si vede che domina la voce di alcune donne (le più fortunate, le più brillanti, le più ricche o le più ideologizzate...) e quella di altre, ben provviste di intelligenza e acume, viene, in vari modi e con varie ragioni, soffocata. La voce maschile di A. Milano, con la sua opera, serve a rafforzare quella delle donne che vogliono costruire insieme agli uomini una società più giusta.
Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)
«L’amore – afferma Ravasi – ha sempre qualcosa di misterioso». L’autore del libro dei Proverbi (30,18-19) si stupisce davanti all’amore tra un giovane e la sua ragazza. Osea tradito e umiliato ama pur sempre Gomer, oltre la logica della ragione e non può fare a meno di lei, sperando ritorni a sé, perché delusa dagli altri suoi amanti. Scavando nella Bibbia, A. Milano, docente di Storia del Cristianesimo all’Università “Federico II” di Napoli, e profondo scrutatore del pensiero teologico e filosofico, non ha voluto riscattare la donna da quella condizione di voluta inferiorità, che è difficile affermare sia estranea al testo sacro, ma in pari tempo ha saputo sondare in maniera panoramica quanto alla donna e all’amore ivi si riferisce con l’intento di metterne in risalto il forte personalismo che l’attraversa.
In verità tale atteggiamento è fin troppo evidente e coerente nello snodarsi dei capitoli del volume molto impegnativo, dal primo che ha per titolo: Femminismo, Bibbia ed ermeneutica, al secondo: Bibbia e liberazione della donna, al terzo: Com’era nel principio. Donna e uomo “a immagine e somiglianza di Dio”. Il quarto capitolo è dedicato a: La donna e l’eros nei Profeti, e il quinto a: Il “contrappunto” sublime del Cantico dei cantici. Problematico è il capitolo sesto: La donna nel giudaismo: la soggezione sacralizzata? Dal settimo al decimo entriamo nel vivo dell’arduo messaggio del Nuovo Testamento: Gesù di Nazaret, la donna e il “regno di Dio”; Maria, la donna “benedetta fra le donne”; L’evangelo cristiano. Paolo, la donna e la “nuova creazione”; La “donna vestita di sole” e la “grande prostituta”. L’ambivalenza del femminile (e del maschile) nell’Apocalisse. Il capitolo undicesimo è una “Ricapitolazione” ragionata su eros, agape, persona. Infine il dodicesimo si proietta in un futuro di speranza: “Fra i tempi”. Femminismo, storia e responsabilità. La disistima della donna sembra essere un fatto culturale, antico – più evidente –, e attuale – più camuffato –, dal momento che esiste anche in paesi economicamente evoluti e che accettano la sua presenza a pari grado nella gestione della cosa pubblica, per tacere di altri ambienti contemporanei – e si tratta di centinaia di milioni di persone – in cui la misoginia è legge. La disistima della donna, che per molti antropologi, è evidente eredità biblica, appare invece pressoché universale e si estende a popoli mai prima venuti a contatto con la Bibbia. L’alleanza d’Israele con Dio è rappresentata con simbologia sessuale. Il passaggio dalla carnalità alla spiritualità fu conseguenza della contaminazione fra la teologia cristiana e il platonismo. Da queste interpretazioni scaturì lo svilimento della donna.
Non si tratta ora di risarcimento di millenni di misoginia ebraica e cristiana, benché ci si possa chiedere come mai la rivalutazione della sessualità eterosessuale e della centralità positiva della coppia donna-uomo avvenga proprio ora, nel momento cioè in cui la Chiesa è impegnata a contrastare la richiesta omosessuale di riconoscimento, di dignità e di legittimità, nonché l’avanzare del movimento gay e lesbico. Il parallelismo semitico obbliga a leggere l’immagine di Dio con riferimento alla coppia, alla bipolarità sessuale, zakar e neqebah, cioè il maschio e la femmina. Il Dio biblico, rigorosamente asessuato, come con forza afferma tutta l’apologetica cristiana antica contro le rappresentazioni della mitologia pagana, non si rivela nel solo maschio, assunto a suo simbolo, come l’esegesi rabbinica e paolina interpreta o sembra interpretare, né nell’anima o nella spiritualità, come la tradizione esegetica cristiana platonizzante in parte ha creduto, ma nella relazione feconda d’amore tra l’uomo e la donna, perché in questo contesto di coppia procreativa, Dio creatore, prolunga l’atto primordiale della creazione e della sua rivelazione-relazione con l’uomo e la donna insieme, iniziando la lunga serie delle genealogie umane. Quanto mai opportune pertanto appaiono le premesse metodologiche dell’autore, al fine di illustrare con imponente impegno esegetico, storico, filosofico e teologico, le positive istanze che attraversano tutto il Libro Sacro e in particolare i libri profetici, che fanno dell’alleanza con Dio una caratteristica religiosa originale, proprio fondandola sulla simbologia nuziale. Centrale pertanto appare la concezione dell’amore quale trasmesso dal Cantico dei Cantici, pregno, si potrebbe dire, di profetico intuito sulla donna, quale nel Nuovo Testamento verrà collocata in rapporto a Gesù, nell’ideale femminino di sua madre Maria, e nell’ambivalenza disegnata dall’Apocalisse con l’antitesi prostituta-sposa.
Si tratta dunque di una ricerca suggestiva, che si confronta con le asperità testuali e che aiuta a superare i fraintendimenti fioriti quando la teologia cristiana si è coniugata col platonismo, infrangendo l’armonia che si era lentamente intessuta tra eros e agape, armonia evocata anche da Benedetto XVI nella sua enciclica Deus caritas est. Bonhoeffer ricorda che la presenza nella Bibbia del Cantico dei Cantici, cioè di una raccolta di poesie d’amore, indica con chiarezza che l’amore terreno è «una delle musiche di contrappunto che concorrono a creare la polifonia della nostra vita», e ivi risuona, come ha intuito K. Barth, una voce, che sembrerebbe assente in Gen. 2, cioè la voce della donna, che qui invece si esprime con la stessa libertà con cui si esprime l’uomo, e appare come un modello dei rapporti tra uomo e donna, diverso da quello di Gen. 3 e della lettera agli Efesini. Contro il ruolo subordinato che hanno le donne negli altri libri della Bibbia; il Cantico dei Cantici instaura un equilibrio nelle relazioni uomo-donna, tenta di sostituire alla sottomissione della moglie al marito la reciprocità dei rapporti, invita a realizzare le relazioni in tutta la loro pienezza, su un piano di parità tra coniugi; c’è il clima, che è appena accennato nel racconto della creazione: «non è bene che l’uomo sia solo» e vengono creati gli animali, ma per l’uomo «non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui», e allora fu creata la donna, e l’uomo disse «Questa finalmente è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo» (Gen. 2, 23). L’amore tra l’uomo e la donna non ha soltanto un importante significato umano; diviene, nella Bibbia, il simbolo privilegiato dell’alleanza che Dio stabilisce con l’uomo. Nulla meglio dell’unione sponsale è in grado di esprimere l’infinita passione che ha spinto Dio a donarsi radicalmente all’uomo.
La ricca gamma di espressioni che fanno dell’amore di coppia un amore unico ed esclusivo, segnato dal coinvolgimento totale di sé, dalla sensualità e dalla tenerezza, dalla fedeltà e dall’apertura alla vita, sono altrettanti connotati sotto i quali si manifesta il modo con cui Dio ama il suo popolo. L’amore al quale la Bibbia rinvia non è tuttavia un amore platonico, astratto o sublimato; è un amore carnale che non rifiuta l’eros e il sesso, ma è profondamente radicato in essi. Superando la tentazione manichea il cristianesimo oggi guarda all’uomo nella sua unità di corpo e di spirito; vuole che l’amore umano sia vissuto in pienezza. Uomo e donna debbono condividere tutto: sentimenti, passioni, corpi, nella ricerca di quell’unità che non annulla le differenze ma si completa nel reciproco scambio, come invita a viverla il Cantico dei Cantici, il poema d’amore entrato a far parte del canone ebraico prima ancora che l’interpretazione allegorica ne occultasse con falsi pudori il sorprendente realismo dell’erotismo e della bellezza del corpo. La partecipazione dell’eros al mistero dell’agape, dunque la sua assunzione nel cuore dell’evento cristiano, apre prospettive inedite (ed esaltanti) all’esperienza delle relazioni umane. L’eros riceve la sua definitiva consacrazione ed è insieme fatto oggetto di un processo di purificazione che lo sottrae al rischio della chiusura narcisistica e lo apre alla logica del dono, inserendolo nel mistero grande di amore che unisce Cristo alla Chiesa (Ef. 5, 21-31) e che ha la sua ultima radice nella comunione trinitaria. L’autore mette in guardia il lettore del volume da aspettative frettolose ed estrapolate e lo invita a procedere ben oltre la curiosità, nell’avventura di un personale cammino dentro la Bibbia, così turgida di segreti ancora non svelati.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 4, 791-793
(http://las.unisal.it)
Il nuovo libro di Andrea Milano, ordinario di storia del cristianesimo all’Università degli studi di Napoli Federico II, si propone di sondare la Bibbia intorno al tema della donna e dell’amore, anche con l’intento di individuare e vagliare nel testo i passi e i temi che sono stati usati per collocare la donna in una condizione di inferiorità e di assoggettamento. Il volume mette però in risalto, ancora più esplicitamente, il “personalismo” che attraversa l’intera Scrittura e che, fondendosi con la problematica dell’éros e dell’agáp?, costituisce un prezioso filo rosso anche per discernere e annodare le istanze più giuste e nobili del femminismo contemporaneo.
Tratto dalla rivista Concilium n. 1/2012
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
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38,00 €→ 36,10 € -
28,60 €→ 27,17 €
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Umberto Masperi il 12 aprile 2024 alle 17:56 ha scritto:
I proverbi sono considerati di solito come espressione della saggezza popolare; la categoria ‘popolare’,però, è ambivalente come l’esistenza umana: accanto ad aspetti positivi coesistono altri negativi,nel caso :’pregiudizi’.Di questi ultimi alcuni riguardano le donne ( la scelta non è difficile,ne abbiamo sentiti;una per tutte:’chi dice donna dice danno’,basta invertire le vocali,o nel caso della lingua ebraica che è consonantica .. d ..n... = l’ incertezza della parola è ovvia). Donna per antonomasia,la prima, nella nostra cultura è EVA ( ed una colorita imprecazione la conosciamo tutt)i. Nella Bibbia abbiamo i due estremi: EVA (Hauuâh madre dei viventi ) la tentatrice verso l’uomo (adamah,il terrestre) che induce al peccato; MARIA la madre del Salvatore,che coopera alla salvezza,redenzione dal peccato ( Lumen gentium ...’ titulis Advocatae, Auxiliatricis, Adiutricis, Mediatricis invocatur’ )-
.A questo punto si potrebbe scomodare la psicanalisi,o ripercorrere le civiltà antiche per arricchire il contenuto della problematica. Ma una domanda potrebbe essere:la Bibbia c’entra qualcosa con il misoginismo lungo i secoli, e ancor oggi presente in alcune persone,vittime loro stesse del ‘grande pregiudizio’? E’ utile approfondire. Ecco questo libro di Andrea Milano storico teologo filosofo ( un curriculum da restare a bocca aperta). Articolata in 12 capitoli,376 pagine,l’analisi dell’autore è notevolmente ricca, impossibile presentarla. Con il primo capitolo (femminismo,bibbia e ermeneutica,), si capisce come sia delicato,e caldo,entrare in merito, della problematica del femminismo,della teoria gender,della lettura al femminile della Bibbia (Elisabeth Cady Stanton sulla Woman’s Bible, ermeneutica che punta il dito su uomini schiavi della misoginia,incompatibile con la pretesa d’essere ‘parola di Dio’. Citando Heidegger che fu l’iniziatore dell’approfondimento del problema dell’ermeneutica del Novecento: ’Il procedimento dimostrativo scientifico non può incominciare col presupporre ciò che si propone di dimostrare’. Aggiungo che Gadamer,’discepolo’ di Heidegger, Verità e metodo, Wahrheit und Methode.’ha approfondito ancor più tale problema nel suo grande studio dedicato all’ermeneutica). Il contenuto del libro di Andres Milano è una articolazione sui punti precisi (Bibbia e liberazione della donna , donna e uomo a immagine e somiglianza di Dio, donna e l’eros nei Profeti, il Cantico dei cantici;Gesù,la donna e il regno di Dio,Maria madre di Gesù, San Paolo,l’Apocalisse) .
*** Ecco un percorso per tappe,come ogni lettore preparato ama riprendere , desideroso di approfondire le proprie conoscenze. IL PENULTIMO CAPITOLO amplia punti di riferimento ulteriori (eros,agàpe,persona) che chi ha affrontato storia della filosofia e della patristica ha familiare; Platone,l’ indifferenza dell’oggetto sessuale dell’eros; Plotino, dinamismo discensivo ed ascensivo dell’eros; Origene,platonismo ed esegesi biblica;San Paolo,agape ed encomio di 1 Cor.13 (l’inno alla carità). Ma come dimenticare Galati,3,28...’ Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù (non est MASCULUS et FEMINA; omnes enim VOS UNUS ESTIS in Christo Iesu).
COCLUSIONE (pag.376). Scrive il Nostro :‘Non è strano,se non irrazionale che mentre cresce la coscienza ecologica... si giochi al massacro,sganciando totalmente la ‘cultura’ dalla ‘natura’,e dunque,la la costruzione dell’identità personale dalla differenza del maschile e femminile,che non è solo ‘cultura’ ma pure,inestricabilmente,un insieme di biologia,fisiologia,psicologia’’ NB. L’autore scriveva questo all’inizio del nostro terzo millennio. Basta qualche decennio perché,oggi, LA CONSUETUDINE di certi discorsi che sta abituando di ritenere ‘normale’ ciò che è solo opinione corrente di chi ha certe voci in capitolo ( chi la fa da padrone sui media ).
^^^^ Libro che merita di essere letto, analizzato. Un solo limite per un libro di studio: manca un INDICE dei riferimenti,o citazioni bibliche.