Liturgia
Questo termine deriva dal greco 'leitourghia', e indicava in origine l'azione o l'iniziativa assunta liberamente da una persona o una famiglia a favore del popolo, della città o dello stato, come i sacrifici pubblici agli dèi (ad esempio, l'ecatombe) o l'allestimento di grandi opere teatrali aventi tra i protagonisti gli stessi dèi (attraverso il trucco del 'deus ex machina'). Nel corso della storia esso ha assunto il riferimento ad azioni promosse dall'istituzione e previste a scadenza fissa. Così si chiamerà "liturgia" ogni lavoro di servizio, più o meno obbligatorio, reso allo stato, alla divinità (culto religioso) o a un individuo.
Nell'Antico Testamento il termine "liturgia", in ebraico "abhàd-abhodàh", indica il servizio religioso reso a Dio dai leviti nel tempio di Gerusalemme, culto conforme alle leggi levitiche.
Nel Nuovo Testamento, questo termine non ricorre mai per esprimere il culto, perché a quell'epoca era ancora troppo legato al servizio religioso privato dal sacerdozio levitico. Ma, con il passare del tempo, spogliato del significato cultuale levitico, il termine compare negli scritti di origine giudeo-cristiana, detti canonico-litugici. In questo contesto esso indica un culto dal contenuto tutto nuovo, in quanto praticato da quella nuova realtà che costituisce la credenza nel Sacerdozio di Cristo di cui parla la Lettera agli Ebrei, anche se la sua forma esteriore, soprattutto a partire dall'Alto Medioevo, apparirà legata sotto vari aspetti al modello ebraico.
Il termine non ha avuto la stessa evoluzione nelle diverse comunità cristiane d'oriente e d'occidente. Nella tradizione bizantina di lingua greca, il termine "liturgia" indica sia il culto cristiano in generale sia la celebrazione eucaristica in particolare. Nella tradizione latina, benché molti termini biblici del Nuovo Testamento siano venuti direttamente dal testo greco attraverso una semplice traslitterazione, il termine "liturgia" fa eccezione. Fin dall'origine "liturgia" è stato reso in latino con officium, ministerium. In occidente, il termine "liturgia" comincia a essere usato dopo la Riforma, quando si è cercato un termine neutro che permettesse di evitare l'uso di due designazioni confessionali distinte: "messa" nel cattolicesimo e "cena" nel protestantesimo. A partire dal XVII e soprattutto dal XVIII secolo, il termine "liturgia" assume un significato globale di "culto", presso i cattolici, gli anglicani, e progressivamente nel protestantesimo. Così la portata di questo termine, riferita all'etimologia, permette di sottolineare una dimensione di culto pubblico reso a Dio, nella pratica religiosa dei credenti mediante il servizio reso dai ministri delle rispettive confessioni.
Nell'Antico Testamento il termine "liturgia", in ebraico "abhàd-abhodàh", indica il servizio religioso reso a Dio dai leviti nel tempio di Gerusalemme, culto conforme alle leggi levitiche.
Nel Nuovo Testamento, questo termine non ricorre mai per esprimere il culto, perché a quell'epoca era ancora troppo legato al servizio religioso privato dal sacerdozio levitico. Ma, con il passare del tempo, spogliato del significato cultuale levitico, il termine compare negli scritti di origine giudeo-cristiana, detti canonico-litugici. In questo contesto esso indica un culto dal contenuto tutto nuovo, in quanto praticato da quella nuova realtà che costituisce la credenza nel Sacerdozio di Cristo di cui parla la Lettera agli Ebrei, anche se la sua forma esteriore, soprattutto a partire dall'Alto Medioevo, apparirà legata sotto vari aspetti al modello ebraico.
Il termine non ha avuto la stessa evoluzione nelle diverse comunità cristiane d'oriente e d'occidente. Nella tradizione bizantina di lingua greca, il termine "liturgia" indica sia il culto cristiano in generale sia la celebrazione eucaristica in particolare. Nella tradizione latina, benché molti termini biblici del Nuovo Testamento siano venuti direttamente dal testo greco attraverso una semplice traslitterazione, il termine "liturgia" fa eccezione. Fin dall'origine "liturgia" è stato reso in latino con officium, ministerium. In occidente, il termine "liturgia" comincia a essere usato dopo la Riforma, quando si è cercato un termine neutro che permettesse di evitare l'uso di due designazioni confessionali distinte: "messa" nel cattolicesimo e "cena" nel protestantesimo. A partire dal XVII e soprattutto dal XVIII secolo, il termine "liturgia" assume un significato globale di "culto", presso i cattolici, gli anglicani, e progressivamente nel protestantesimo. Così la portata di questo termine, riferita all'etimologia, permette di sottolineare una dimensione di culto pubblico reso a Dio, nella pratica religiosa dei credenti mediante il servizio reso dai ministri delle rispettive confessioni.
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