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La voce dei clienti - Libri

Tutti i commenti per «Libri» (da 25996 a 26010 di 26298)


Rita, info@ritadietrich.it il 12 novembre 2008 alle 09:21 ha scritto:

Nel mondo che faremo è il libro della speranza. tutti e in particolar modo i ragazzi vivono una realtà nella quale è difficile identificarsi. Una realtà che sembra non dare spazio alle nuove generazioni e pertanto alimentare quel vuoto esistenziale che molti giovani cercano di colmare anche ricorrendo a surrogati di felicità quali il consumismo eccessivo,la droga e l'alcool. Ma grazie ad un incontro anche casuale con qualcuno, adulto o coetaneo, che si è messo in cammino per riscoprire i veri valori della vita, molti di loro sono riusciti a cambiare ottica, a coltivare quella speranza che, motore dell'energia personale, ci spinge a non accontentarci di un'esistenza superficiale e dolorosa. Ed ecco che qualche spiraglio si apre nonostante il buio e l'incertezza, un barlume di luce che indica l'uscita dal tunnel della depressione, dell'isolamento e dell'insoddisfazione. Queste sono le storie raccolte nel libro. Non si tratta di esempi semplici, ma nelle circa 80 testimoninze vince la voglia di vivere intensamente, e contemporaneamente progredire nella propria spiritualità, poichè come dicono le scritture 'non si vive di solo pane'. La Chiesa sotto quest'ottica appare così più vicina ai giovani. Quella chiesa composta da tanti sacerdoti, laici, educatori che condividono le paure dei ragazzi, ma che hanno trovato una via di speranza che desiderano mostrare loro. La vita si trasforma in una scommessa, spesso con scelte diverse dalla massa, ma che inevitabilmente rispecchiano maggiormente il cuore e i desideri di ognuno di noi. Nessuno può garantire che tale strada conduca alla felicità, ma ogni giorno può accadere qualcosa per cui valga la pena vivere, e chissà se passo dopo passo, la meta dei nostri sogni possa apparire più accessibile.
Così questo libro è dedicato a chi non ha rinunciato a credere, a credere nell'amore, nell'amicizia, nella cultura come accrescimento della sapienza, nella società composta da piccole comunità di uomini volenterosi, e perchè no in Dio, ultima ragione del nostro vivere, anche se spesso appare nascosto e lontano.
Mi piacerebbe ricevere da chiunque legga questa piccola recensione un suo commento, attraverso questo sito o la mia e-mail, per poter aprire così una discussione fra tutti quelli che desiderano riscoprire e difendere i valori della vita

l'autrice


Marco Innocenti, marco.innocenti@lanazione.net il 11 novembre 2008 alle 20:37 ha scritto:

E' raro trovare atti di un convegno così appassionanti e ricchi di informazioni su argomenti di grande rilievo come l'arte tardogotica a Padova e nell'Italia nord-orientale. Gli autori dei singoli contributi, oltre a riepilogare quanto finora accertato e scoperto sugli affresci di Altichiero e Jacopo Avanzi, sulle sculture e le decorazioni di Andriolo de' Santi e degli altri artisti trecenteschi attivi a Padova, gettano lo sguardo su nuove motivazioni delle singole committenze, su nuove interpretazioni dell'iconografia nelle cappelle di San Giacomo e di San Giorgio, sui grandi mecenati (e celebri condottieri) parmensi-padovani come Bonifacio e Raimondino Lupi, sulla dominazione dei Carraresi, sulle influenze del Guariento e sui criptoritratti contenuti nei meravigliosi affreschi di Altichiero. Insomma un volume notevolissimo, da leggere con cura e conservare.


Monica Furlanetto il 10 novembre 2008 alle 15:06 ha scritto:

Ho conosciuto Cristina nella mia adolescenza e leggere del suo particolare rapporto con Dio mi ha scosso dentro.
Vorrei consigliare questo libro a tutti (adolescenti, giovani, adulti ed anche anziani) è un'inesauribile fonte di ricchezza.

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katia il 7 novembre 2008 alle 18:03 ha scritto:

GRANDE E' L'AMORE DI DIO....non ce ne sono altri,mettiamoci alla ricerca di quell'Amore che è LUCE nelle tenebre!

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gaetano zecchini il 5 novembre 2008 alle 17:18 ha scritto:

bellissimo libro !


Vincenza Zito il 2 novembre 2008 alle 12:09 ha scritto:

Il testo è veramente valido per un cammino di guarigione interiore,infatti,molte volte non si riesce ad emarginare le ferite provocate da sofferenze morali e psicologiche perchè incapaci di riconoscere la nostra fragilità umana e di incamminarci metaforicamente al centro della nostra coscienza,principio unificante dei nostri pensieri e delle nostre azioni e soprattutto luogo d'incontro con li Signore.Le considerazioni dell'autore coinvolgono il lettore ad un discernimento personale e ad un impegno stimolante per liberarsi da costrizioni esterne e da remore personali che non gli permettono di scegliere liberamente il bene in se stesso.
Per un un cristiano la realizzazione della pace della coscienza non si deve soffermare sul piano psicologico,
ma deve creare una sinergia di forze per valorizzare le risorse spirituali e orientarle alla sequela di Cristo.

La Sacra Bibbia CEI - UELCI
Libro

Alpe il 1 novembre 2008 alle 19:30 ha scritto:

“A chi paragonerò io questa generazione? [...] Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto."

La sor-passata versione CEI era di complessa lettura, soprattutto nella costruzione dei periodi paolini... e ci si lamentava. Ora versione nuova... e ci si lamenta!
Quando noi Cristiani ci toglieremo di dosso questo pessimo difetto di piangerci addosso?

Grazie alla CEI per il lavoro svolto: contribuirà in modo autorevole al diffondersi della Parola di Dio che, fortunatamente, è di per se EFFICACE e OPERANTE al dilà dei nostri poveri sforzi per seminarla...

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Luca il 31 ottobre 2008 alle 11:32 ha scritto:

Veramente un gran bel libro sotto tutti gli aspetti. Godibile sia per esperti del settore che per un pubblico più ampio.
Se qualcuno vuole comprendere meglio il fenomeno del profetismo biblico e farsi mettere in questione personalmente, questo è un testo molto adatto.

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massimo il 31 ottobre 2008 alle 09:50 ha scritto:

io ho conosciuto Padre Bonaventura e ho letto il libro e lo consiglio a quanti cercano un conforto e una conferma che Dio agisce attraverso persone come Padre Bonaventura per il bene personale di ognuno di noi, basta cercare e fare il primo passo.


paola il 30 ottobre 2008 alle 20:02 ha scritto:

Il libro in alcuni tratti e' noioso perche' parla solo di lei
Interessante quando ci sono i disegni dei segnali di suo figlio
Io ho perso da poco una nonna e Vi assicuro che anche se aveva un'eta' diversa dal figlio della signora,
il dolore e' grande e a volte scorgo i suoi segnali, molto belli.
Occorre crederci
un saluto

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arch. christian annovi, annovi.chris@libero.it il 30 ottobre 2008 alle 18:25 ha scritto:

ammiro tantissimo padre gabriele amorth che tra l'altro è mio concittadino! seguo le sue trasmissioni radiofoniche e questo è il suo primo libro che leggo, sono sicuro che mi piacerà moltissimo!! lo consiglio a prescindere...

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gege il 29 ottobre 2008 alle 15:14 ha scritto:

Il libro mi è sembrato molto interessante, come altri suoi libri che ho già letto.
Possono essere utili perché corispondono ai problemi della vita di oggi del singolo uomo.

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laura il 29 ottobre 2008 alle 13:10 ha scritto:

ma certo che esiste l'aldila' se no vuol dire che non hai fede
è difficile accettare la scomparsa di un proprio caro, ma loro possono vederci e sentirci ne sono sicura


andre il 28 ottobre 2008 alle 21:14 ha scritto:

Un libro carico di fede ma come dice il titolo il coraggio della Passione è un libro che si deve leggere tutto d'un fiato , è una narrazione abbastanza concentrata sul livello storico di Gesù . Stupendo !!!!


germana sgroi il 27 ottobre 2008 alle 11:10 ha scritto:

in effetti è impegnativo, ma il sacerdote che ha scritto questo libro, ora in Cielo da maggio di quest'anno, prima di lasciarci ci ha voluto trasmettere un suo testamento d'amore verso l'Eucarestia, al giorno d'oggi sacramento sempre più abbandonato senza pensare almeno per un solo istante che lì risiede Cristo, è presente e ci dona Cibo, Panis Angelicum. Certo, al giorno d'oggi è più interessante magari un romanzo fantasioso senza fare riferimenti per questioni di correttezza, ma poi libri come questo di Don Vittorio viene accantonato perchè il tema sembra fuori moda.
E' un momento in cui occorre far maggiormente ricorso alla Fonte di Vita Eterna, cibarsi di Lui vuol dire alimentare corpo e spirito che muoino senza questa costante presenza in noi, che dona forza e vigore.
ecco, la sua testimonianza vuole portare al Centro l'Eucarestia, l'Adorazione, perchè se Gesù non è il nostro centro, la nostra vita perde il suo senso perchè Lui è il senso e noi abbiamo la grazia di averlo presente nel Santissimo Sacramento. Santa Teresa D'Avila affermava che coem loro in Cielo si immergono e vivono dell'Essenza, noi qui in Terra abbiamo la stessa possibilità ricorrendo al santissimo Sacramento.

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