Libro di Ezechiele

Ezechiele, figlio di Buzì, di stirpe sacerdotale, fu condotto a Babilonia nella seconda deportazione (597), con il re Ioiakim. Si stabilì a Tel-Abib, forse il canale che univa il Tigri all'Eufrate, dove stette con una colonia di esuli. Dopo cinque anni dalla sua deportazione, forse all'età di 30 anni, cominciò con il suo ministero profetico dopo la famosa visione della teofania divina presso il canale Chebàr, e per almeno ventidue anni fu la guida morale dei deportati. Morì in esilio, forse ucciso da un principe di Giuda da lui rimproverato per la sua idolatria.

Il libro di Ezechiele si può dividere in due grandi parti:
I) comprende i vaticini in cui annunzia i castighi al popolo eletto: agli esuli che attendono la restaurazione di Gerusalemme, predice che sarà distrutto persino il Tempio. Però non sarà distruzione definitiva;
II) notificata la distruzione di Gerusalemme, comprende i vaticini consolatori di una restaurazione materiale e messianica.