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gabriele milani, gabry@alice.it il 21 settembre 2010 alle 20:50 ha scritto:

Consiglio a tutti coloro che hanno la voglia di approfondire e di capire il difficile rapporto che vi è tra genitori e figli e soprattutto i metodi educativi per crescere i figli nella maniera migliore possibile la lettura di questo prezioso volume. L'impostazione del testo è un'attenta analisi psicologica, e filosofica propedeutica allla comprensione degli apparentemente immotivati desideri ed esigenze dei nostri ragazzi ED inoltre è un utilissimo manuale finalizzato alla crescita degli uomini del domani. Ringrazio Cristiana Cattaneo(mia attuale professoressa di Filosofia) per aver scritto questo libro, frutto di un' esperienza quarantennale nel campo psico-filosofico. Suo allievo e grande estimatore Gabriele Milani (detto "il retore").

Spiriti Maligni - Agostino Tommaselli
Libro

Giampiero il 21 settembre 2010 alle 10:32 ha scritto:

Un libro essenziale. Ne avevo letti altri, su questo argomento, che però per l'eccessiva complessità dei riferimenti bibliografici e per la troppa complessità nel modo di trattare la materia, non mi avevano aiutato molto.. Spiriti Maligni, invece, si legge con grande piacere, è chiaro, scorrevolissimo e fornisce al lettore tutte le informazioni necessarie a conoscere l'argomento. Complimenti all'autore.

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Teresa il 21 settembre 2010 alle 10:15 ha scritto:

Veramente un libro di sostegno per noi genitori: affronta le problematiche più comuni, proponendo soluzioni semplici e allo stesso tempo consolare l'anima sempre tormentata da mille incertezza in tema di figli.
Si legge d'un fiato! grazie ferrero!


J. Stilton il 20 settembre 2010 alle 20:20 ha scritto:

La más excelente y completa monografía publicada sobre la materia, que tiene su origen en la tesis doctoral que realizó el autor.

Il Dio ignoto - Nicola Giordano
Libro
Nicola Giordano VivereIn (settembre 2008, 249 p.)

S. Ecc. Rev. Mons. Cosmo Francesco Ruppi (arcivescovo emerito di Lecce) il 20 settembre 2010 alle 16:20 ha scritto:

Chi dubita che esistano anche oggi i veri mistici, deve leggere l’ultimo scritto di don Nicola Giordano, per ricredersi (Nicola Giordano, Il Dio ignoto fra dubbi e certezze, ed. VivereIn, pp. 245, € 15,00, presentazione di Mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano).
Nicola Giordano, sacerdote pugliese e Fondatore dell’Associazione internazionale di diritto pontificio, Movimento di spiritualità “Vivere In” e dell’Istituto secolare “Jesus Victima”, è forse uno dei sacerdoti più colti di Puglia e, forse, dello stesso Mezzogiorno.
Per molti anni docente di Lettere classiche nel Pontificio seminario regionale di Molfetta e nei Licei statali, ha insegnato Spiritualità e patrologia presso la Facoltà teologica dell’Italia meridionale e ha scritto una moltitudine di opere ascetiche e pastorali, pubblicate dalla Casa Editrice VivereIn, che ha sede a Roma e a Monopoli, in provincia di Bari.
L’ultima opera, però, ispirata all’Anno paolino, è forse la più significativa ed anche la più profonda, perché ispirata dal Dio ignoto dell’Apostolo delle genti: anche, per lui, il dubbio diventa certezza, quando si incontra con Gesù, l’Uomo-Dio, unico vero maestro di sapienza e di virtù.
Inizia, infatti, con una pronta e appassionata ricerca del volto di Dio, con non poche, pungenti osserva-zioni su certe forme di liturgia e di pietà cristiana, a volte smodate e plateali, per giungere alla domanda-chiave di tutta la vita umana: “Dov’è Dio?...; Santuari, sinagoghe, monasteri, moschee, pagode… dov’è Dio?”.
Dalla critica a molte chiese, che sembrano bettole, “con quel cianfrugliare, quel discettare strano di determinati pastori e/o moderni uomini di Chiesa che si presentano come ispirati e poi davanti al tabernacolo, ove dicono che è presente il loro Dio in corpo, sangue, anima e divinità, “la luce sempre attesa, invocata, sognata, amata”.
Dopo alcune citazioni dell’antico pensiero ellenico – come nota nella presentazione il teologo Vescovo di Albano – si snoda una profonda ricerca che ci porta subito ad Agostino e Anselmo d’Aosta.
Nella ricerca mistica di Nicola Giordano c’è, sin dalle prime pagine, la passione di Paolo e il tormento del vescovo di Ippona, ma c’è anche l’ansia e la sofferenza dell’uomo moderno, che si affligge, perché non riesce a penetrare la vera luce di Dio, ma che non si stanca mai, di cercarla per tutti i vicoli dell’anima.
Nasce così la profonda riflessione sul prologo di Giovanni che squarcia le tenebre e fa balzare, dall’interno del cuore, una forte luce che crea una beatitudine immensa: “Il principio mi ha raggiunto – scrive – ed ho volutamente, ignorato il presente e il futuro. È stato come un tuffarmi nell’immensità asso-luta, senza segni di presenza alcuna. Uno spazio e un tempo, dove mi sono visto piccolissimo ma anche grandissimo, aperto al godimento interminabile. Il Principio mi ha raggiunto, non come l’inizio o la fonte, ma come quell’inafferrabile mistero che si congiunge con l’immanente ed il trascendente, senza un’origine e senza una fine. Poi quel Principio ha assunto un nome, una qualità ed un volto sempre im-prendibili. Il principio si è chiamato Verbo, Parola, ma si identificato con la Sapienza, fonte a sua volta di Ponteza, di Eenergia, di Vita” (pp. 35-36).
Ci siamo dilungati in questa citazione, per dare subito una idea dallo spessore mistico di questo Autore contemporaneo, che ci ricorda Barsotti e non pochi mistici ortodossi.
Passo dopo passo, Nicola Giordano ci porta per i sentieri della mistica, fino a farci vivere L’incanto del vivere nell’Ignoto, che ha un nome, un nome preciso, un nome umano e “si chiama Gesù, l’ebreo nato dalla discendenza di Davide. È Gesù, sublime Sapienza, venuto ad annullare le divisioni, le caste, i partiti, la distanza tra il cielo e la terra. È il Dio preesistente, prima ancora che fosse Uomo. È l’Uomo-Dio in cui credo” (p. 80).
Arrivato a Cristo il nostro Autore scioglie le pieghe del cuore, per dire: “Vorrei tacere per poi contem-plare e amare. Vorrei perdermi totalmente in Lui. Vorrei come inabissarmi nel Tutto che è Lui ed essere parte indispensabile e insopprimibile del Tutto...” (p. 81). Dopo aver citato il salmo 104, riconosce che “al timone della vita come alla base dell’esistenza c’è la Sapienza: in questa immensità non mi sento di affondare o di annegare. Sento il desiderio di proiettarmi sempre di più per non affogare e non morire mentre fiumi di morte tentano di sopraffarmi” (p. 83).
La luce entra nella storia col Figlio di Dio ed è qui che Nicola Giordano si sente felice come il naufrago, che arriva faticosamente nel porto: “Chiamare Gesù significa avviare il processo di configurazione al fine di stabilirsi nel rapporto trinitario: l’uomo diventa casa della Sapienza dopo essere stato proclamato erede e coerede con Gesù, concorporeo e consanguineo con Lui” (p. 121).
Quel Gesù che cammina sulle acque, che va incontro a Pietro che sta per affogare; lo sorregge, quando vacilla; ci solleva, quando cadiamo, piace al nostro lodatissimo Autore: “Gesù è quel famoso Dio che vive fuori delle sagrestie e di tutti i luoghi di culto quando questi diventano sedi di rapporti non del tutto luminosi” e qui aggiunge una staffilata contro “chiesuole e comunità che si pongono ora come alleati, ora co-me distanti e non conformi alla dottrina e alla prassi di vita insegnata da Gesù” (p. 124).
“Non accetto la Chiesa come potenza politica, sociale, economica o anche religiosa. Non accetto la Chiesa di uomini che si credono e si presentano come infallibili e, quindi, intoccabili. Anche la Chiesa è formata di peccatori, bisognosi di misericordia. Non accetto la Chiesa del baciamano, degli inchini devoti, delle genuflessioni davanti agli uomini come davanti a Dio. Accetto e amo la Chiesa pura, santa, dignitosa, umile, generosa, altruista, semplice, trasparente. Accetto la Chiesa come corpo unico, il corpo dell’intera umanità che è il Corpus Christi” (p. 124). Sembra di riascoltare una delle filippiche di San Bernardo di Chiaravalle contro i mali del suo tempo, ma, per chi conosce, nella sua umiltà e mansuetudine l’Autore, capisce subito che tali parole nascono dalla passione per Gesù e per la sua Chiesa.
Il Dio ignoto ha quindi un nome e, come aveva intuito la piccola Teresa di Lisieux, si chiama Amore: “Il nome proprio è Amore. Il suo essere è Amore senza confini, senza ombre, senza limiti. Amore per tutti. Amore da sempre. Amore sempre... Dire sempre... Dire Amore significa certezza di perdono, di misericordia, di aiuto, di protezione, di salvezza. Dire Amore significa grazia, benevolenza, misericordia, perdono, protezione, aiuto” (p. 155).
In otto punti, l’Autore descrive Gesù-Amore e si incanta per questo amore non statico, ma dinamico, che riempie il cuore.
Diventa così facile superare le tempeste rissose di cui scrive nelle pp. 159-163 e penetrare al di là dell’Amore, fin quasi a naufragare in esso.
Travolti dalle sue pagine illuminanti, Giordano ci fa sognare il naufragio d’amore, ci fa entrare, con lui, nel naufragio d’amore: “c’è un naufragio che produce danni irreparabili ma c’è un naufragio che è certezza di amore infinito. Naufragare nell’amore diventa somma felicità” (p. 177)... “È bello naufragare nell’infinito mistero dell’Amore... Il Crocifisso è Amore. La sua morte è Amore. Quell’uomo nudo è Amore. Quell’uomo coronato di spine, deriso, crocifisso è Amore. Ieri, oggi, sempre. Il suo nome è Gesù” (p. 180-181)
Le ultime pagine di questo libro, che raccomanderemo volentieri a chi desidera avventurarsi nei vicoli della mistica moderna, sono dedicate al Risorto, l’Uomo-Dio che entra nella storia dell’uomo e del mondo, per aprire nuovi varchi alla speranza e alla carità.
Ritorna più chiaro il riferimento all’incontro di Saulo con Cristo sulla via di Damasco, aiutandoci a sperimentare la gioia dell’incontro col Risorto: “Mi sento di camminare – scrive Nicola Giordano – con la esperienza di Paolo, l’Apostolo più vicino ai nostri tempi e alla nostra indole. Era, Paolo, un uomo retto, chiaro, deciso… Era molto saggio, coraggioso, aperto e dinamico. Non aveva conosciuto il volto umano di Gesù. Non lo aveva mai incontrato” e aggiunge che non sappiamo se ebbe la fortuna, dopo la sua conversione, di incontrare Maria, la Madre di Gesù. Forse no, a leggera attentamente le sue Lettere.
Incontrò però gli Apostoli a Gerusalemme e divenne anche lui Apostolo delle genti. La vita di Paolo, perciò, cambiò radicalmente quando si incontrò con Cristo Gesù. Così cambia anche la nostra vita, quando incontriamo Gesù, quando dell’Ignoto riusciamo a comprenderne i lineamenti (pp. 229-239) e quando, do-po la notte buia, arriva la luce che ci fa camminare, come Pietro, sul mare della storia...
Un libro da leggere, anzi da meditare!

† Cosmo Francesco Ruppi


Un utente il 20 settembre 2010 alle 16:11 ha scritto:

La teoria del gender non aiuta le donne
di Daniela Delle Foglie

Da “Il Consulente RE on-line” 26 maggio 2010


Siamo nel 2010 e la parità tra i sessi è ancora una meta lontana per l’umanità intera. Per questo motivo concetti come quello di gender sono di fondamentale importanza nel dibattito contemporaneo. La teoria del gender, come è ben illustrato nel libro della storica Giulia Galeotti (Gender-Genere. Chi vuole negare la differenza tra maschio e femmina? L’alleanza tra femminismo e Chiesa cattolica Edizioni VivereIn), sostiene che femminilità e mascolinità siano costruzioni culturali indotte e che quindi non esistano differenze biologiche tra uomini e donne.
“Donna si nasce non si diventa”: la frase della scrittrice francese Simone de Beauvoir, diventata poi uno degli slogan più diffusi delle femministe degli Anni Settanta, esemplifica bene il concetto condiviso dai sostenitori della teoria del genere ovvero che il “sentirsi” uomini o donne è più importante delle caratteristiche fisiche/genitali degli individui.
Giulia Galeotti costruisce un interessante excursus che copre le prime ricerche scientifiche fino ai risvolti che la teoria ha oggi nella nostra società. Si parte quindi dalla triste vicenda che ha come protagonista lo spietato dottor Money che nel 1965, in Canada, trasformò un bambino, David nato con un problema all’organo genitale, in una bambina, Brenda. La vicenda clinica presentata dal dottore per anni come un incredibile successo scientifico si concluse tragicamente, dopo anni di sofferenze, con il suicidio di David.
Il dottor John Money rappresenta la deriva a cui spesso le convinzioni scientifiche rischiano di portare: usare un bambino e la sua famiglia come vere e propria cavie.

Altri esperimenti famosi sono quelli degli asili “alternativi” nati dopo il 1968 in Germania, che avevano l’ambizione di infrangere gli stereotipati ruoli sessuali storici, o i noti sforzi della Svezia di introdurre un modello di cura dei figli più androgino.

Oggi la teoria del gender è penetrata in importanti ambiti giuridici e legislativi, come le organizzazioni internazionali, Onu in primis.

E’ innegabile quanto in questi anni la tematica del gender sia diventata una questione di vitale importanza. Se l’identità sessuale è quindi frutto di una scelta individuale ecco che nuovi scenari, giuridici e sociali si aprono davanti ai nostri occhi. Se le differenze tra uomini e donne sono dovute a fattori culturali e non biologici allora la parità dei sessi sembra più facile da raggiungere.

Ma se le donne diventassero una categoria astratta? Se le donne attraverso la teoria del gender, che sostiene l’ipotesi della femminilità come mera costruzione (imposizione) sociale, riuscissero a liberarsi della loro peculiarità, che tipo di uguaglianza si otterrebbe? Come sottolinea Giulia Galeotti, buona parte del femminismo oggi lotta contro l’idea che la specificità femminile sia un handicap da cancellare e l’anatomia muliebre un fardello doloroso, trovando nella Chiesa cattolica una fedele alleata.

La teoria del gender, in conclusione, sembra una scorciatoia pericolosa pur di evitare quella che sarebbe la giusta strada da percorrere in vista di una vera uguaglianza. La strada giusta è quella di una società capace di educare, innanzitutto gli uomini e sin dall’infanzia, a ritenere inaccettabili atti di violenza e di mancanza di rispetto nei confronti delle donne. Siamo nel 2010 e tutto questo sembra ancora un’utopia. La teoria del gender sembra quasi sostenere, paradossalmente, che sia più semplice cancellare le donne piuttosto che imparare a rispettarle.

Un utente il 20 settembre 2010 alle 16:03 ha scritto:

Fabrizio Casazza su "La Voce Alessandrina" n. 29 pag. 17 - luglio 2010

“La teoria del gender sostiene che non esistono differenze biologiche tra femmine e maschi, essendo la femminilità e la mascolinità costruzioni culturali” (p. 9). Questa frase è un’ottima sintesi del libretto Gender. Genere. Chi vuole negare la differenza maschio-femmina? L’alleanza tra femminismo e Chiesa cattolica, (ed. VivereIn, Roma 2009, pp. 101, € 5,00).
La storica Giulia Galeotti in maniera chiara e stringente ricostruisce la storia di un termine recente (genere), che nei documenti ufficiali tende a sostituire la parola “sesso”, in questo modo, conclude il testo, si cerca surrettiziamente di far passare l’idea che per liberare la donna dalle ingiustizie sia necessario eliminare ogni forma di diversità dal maschio. Eppure la differenza “non è il contrario dell’uguaglianza ma è invece l’opposto di identità” (p. 899; del resto il discorso delle “quote rosa” per il parlamento o dell’esclusività del giudizio della donna per l’aborto sono la paradossale prova che, pur essendo anche il frutto dell’interazione con l’ambiente e la cultura, la mascolinità e la femminilità hanno un ineludibile portato naturale.
La tragica storia di David Reimer, nato nel 1965 e suicidatosi nel 2004, trasformato surrettiziamente in bambina all’età di due anni con l’asportazione prima casuale poi voluta dei genitali, in seguito operato per ritornare maschio, ha drammaticamente mostrato che l’identità sessuale non è semplicemente costruita dalle convenzioni sociali e dall’educazione ricevuta.
Un libretto avvincente e documentato quello di Giulia Galeotti, che smaschera certe ideologie, nascoste nelle pieghe di parole che sembrano innocue, ma veicolano, in realtà, concetti ben precisi, sostenuti da potenti lobbies internazionali, contrastati da un’inedita alleanza tra il femminismo e il Magistero pontificio.

Elena Granata su "Città Nuova" nr. 12-2010 il 20 settembre 2010 alle 15:51 ha scritto:

In modo chiaro e sintetico, il libro della storica Galeotti, che ha per sottotitolo “Chi vuole negare la differenza maschio-femmina? L’alleanza tra femminismo e Chiesa cattolica”, introduce il lettore alla teoria del gender. Tale teoria sostiene che mascolinità e femminilità siano costruzioni sociali dalle quali bisogna liberarsi per stabilire una nuova eguaglianza tra gli esseri umani. Nel significato originario inglese, infatti, sex indica la differenza fisica uomo/donna, mentre gender fa riferimento all’identità sessuale quale prodotto di una costruzione sociale e autodeterminazione individuale.
La Galeotti descrive la nascita di queste teorie del gender sul piano scientifico e filosofico, denunciandone l’aspetto ideologico, e il modo spericolato e manipolatorio che ha caratterizzato studi e sperimentazioni. Come nel caso tragico di David/Brenda, storia dolorosa di un bambino modificato in bambina nella certezza che un’educazione al femminile avrebbe nel tempo cancellato in lui ogni traccia di mascolinità.
Sul fronte opposto, si stagliano alcune teorizzazioni sviluppate nell’ambito dello stesso femminismo e la posizione della Chiesa cattolica, impegnate a riaffermare il valore della differenza tra i generi, entro una prospettiva di eguaglianza e parità. Il procedere della Galeotti è guidato da una tesi ben argomentata. Questa linearità sembra però talvolta oscurare alcuni aspetti controversi (l’unidualità del maschile e femminile) che il tema porta con sé. Le istanze positive del pensiero della differenza, infatti, non richiedono necessariamente di sottacere il valore di chi ha denunciato forzature, stereotipi e costruzioni sociali correlate ad un approccio conservativo e tradizionale ai generi.

Corrispondenza romana n. 1148 pag. 5 - giugno 2010 il 20 settembre 2010 alle 15:22 ha scritto:

È difficile per noi oggi, ad oltre 40 anni dalla rivoluzione sovversiva del 1968, non constatare amaramente tutti i frutti avvelenati lasciatici in eredità dal femminismo.
Dalle suffragette di inizio ’900 sino alla più recente teoria del gender, la storia del femminismo dietro alibi efficacissimi, quali anzitutto la “liberazione dal dominio del maschio”, è riuscito pienamente nella sua opera di demolizione morale, sociale e culturale.
Questa ideologia è certamente una delle più forti componenti di quella cristianizzazione tipicamente occidentale che oggi, avendo ribaltato il costume e la tradizione patriarcale di netta marca cristiana, tenta di schiacciare i suoi avversari attraverso l’uso di nuovi paradigmi e di leggi promulgate per perseguitare chi si ostina a sostenere la necessità della famiglia monogamica eterosessuale e indissolubile (con un uomo per capofamiglia), la illegittimità dell’aborto e del divorzio, e la naturale (e non culturale) differenza biologica tra uomo e donna.
Quest’ultimo punto è trattato con dovizia di particolari nell’ultimo libretto, sintetico e di facile lettura, della storica Giulia Galeotti (Gender. Genere. Chi vuole negare la differenza maschio-femmina?, ed. VivereIn, Roma 2009, € 5,00). Secondo l’Autrice, «la teoria del gender sostiene che non esistano differenze biologiche tra femmine e maschi, essendo la femminilità e la mascolinità costruzioni culturali indotte, dalle quali bisogna liberarsi per stabilire un’autentica uguaglianza fra gli esseri umani» (p. 9). La teoria del gender rispecchia “orwellianamente” (vedi il celebre romanzo 1984) una vera e propria «rivoluzione del linguaggio» (p. 10), attuata strumentalmente per destabilizzare gli assunti della tradizione cristiana e della stessa auto-comprensione naturale (e sessuata) dell’umanità, con l’obiettivo, a volte celato, di mostrare la naturalità dell’omosessualità, della perversione, e di ogni istanza liberale e libertaria.
L’analisi della dott.ssa Galeotti dimostra che, oltre all’ONU e all’Organizzazione Mondiale della Sanità, uno «sponsor molto attivo dell’ideologia del gender è quindi l’Unione Europea. Basti pensare che tra il 2000 e il 2006 il Fondo Sociale Europeo [sic] ha destinato la non trascurabile somma di oltre 3 miliardi e 500 milioni di euro per sostenere ogni tipo di azione atta a promuovere l’ideologia del gender. A questo scopo, il nostro paese ha ricevuto ben 837 milioni di euro. Ciò dimostra la rapidità e il successo con cui anche nella nostra cultura nazionale si è diffusa (in modo spesso inconsapevole) questa ideologia» (p. 67).
Ma chi sono i fautori di questa ideologia malata e pericolosa? L’Autrice, citando Dale O’Leary, individua sette correnti principali: «1. il gruppo che si occupa del controllo della popolazione; 2. quello dei libertari della sessualità; 3. gli attivisti dei diritti dei gay; 4. i promotori multiculturali del politically correct; 5. la componente estremista degli ambientalisti; 6. i neo-marxisti; 7. i decostruzionisti/postmodernisti. L’Agenda è sostenuta anche dai grandi liberal governativi e da alcune corporazioni multinazionali» (p. 67).
Insomma il femminismo laico e anticristiano, oltre ad opporsi alla Chiesa e alla fede cattolica (anche per essere Dio Padre e non Madre, e Cristo un uomo che ha scelto 12 uomini come fondamenta della sua religione), è una minaccia che pesa sulla società e sulla cultura, sulla scienza e sull’educazione, sul bene comune e la stessa moralità umana.


Chiara Pisati il 20 settembre 2010 alle 14:29 ha scritto:

La storia di Chiara d'Assisi da sempre affascina, non può non essere così!! I disegni di Sr Chiara Amata avvicinano ancora di più questa grande Santa, la simpatia e le tenerezza rendono unico questo volume che non mi stanco mai di sfolgiare, nè di regalare. Leggendolo, mentre si sorride di fronte alle vicende di Chiara e delle sue adorabili suorine consorelle, si medita, si pensa, ci si rende conto a quali meravigliose cose il Signore chiama ciascuno di noi....non importa che siano imprese eroiche o semplici gesti, l'importante è fare tutto con e per Amore...perchè quello del Suo Amore è l'unica unità di misura...veramente infinita!!

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Io credo. - Hanna Julie, Amata Chiara
Libro
Hanna Julie, Amata Chiara Elledici (settembre 2008, 32 p.)

Chiara Pisati il 20 settembre 2010 alle 14:15 ha scritto:

Bellissimo libricino e nell'ultima pagina c'è una piccola grande geniale trovata che sorprende e allarga il cuore sull'amore di Dio così immenso!!


Chiara Pisati il 20 settembre 2010 alle 14:14 ha scritto:

La tenerezza dei disegni di Sr. Chiara Amata rende ancora più efficace il messaggio di Francesco e Chiara!!

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Chiara Pisati il 20 settembre 2010 alle 14:13 ha scritto:

E' uno dei più bei libri sull'educazione che io abbia mai letto! Serve prima di tutto a noi stessi!!

Il libro di Luca - Guglielmi Agnese
Libro
Guglielmi Agnese Piemme (settembre 2010, 176 p.)

GLORIA FLORE il 19 settembre 2010 alle 16:13 ha scritto:

non abbiamo bisogno di vedere tanti miracoli per credere che Gesù esiste. Tu, Gesù, il miracolo ce l'hai messo sotto gli occhi: Luca. Più che "il libro di Luca" andrebbe intitolato "il libro di Gesù"
vista la grandezza dell'esperienza di fede di cui Luca ne è testimone.

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GLORIA FLORE il 19 settembre 2010 alle 16:09 ha scritto:

Se mi guardo indietro, in questo momento vedo buio, ma se guardo avanti verso Te Signore ho solo da ringraziarti perchè vedo il sole. Tu vuoi così, che io mi illumini di Te affinchè la mia vita sia specchio di questa oscura luminosissima notte