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La voce dei clienti - Libri

Tutti i commenti per «Libri» (da 361 a 375 di 26202)

Rosario semplice
Libro
San Paolo Edizioni (giugno 2009, 32 p.)

Studente simone pilato il 31 luglio 2024 alle 14:22 ha scritto:

rosario molto piccolo tascabile, con immagini iniziali di copertina per ogni mistero e giorni di riferimento per i misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi, gloriosi, con il passo evangelico per ogni mistero ed una breve intensione, incluse anche le litanie lauretanee

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Studente simone pilato il 31 luglio 2024 alle 14:20 ha scritto:

ottimo

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Gaetano Ruggiero il 31 luglio 2024 alle 12:12 ha scritto:

Un libro che non può mancare per chi vuole un cristiano. È bellissimo pieno di riferimenti che ti fanno pensare.

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Prof. Stefano Coccia il 29 luglio 2024 alle 16:55 ha scritto:

Questo libro è davvero straordinario. Ho letto tutti i suoi libri, tranne l'ultimo purtroppo, e lo seguo costantemente su YouTube per la meditazione sul Vangelo della domenica. Riesce ad esprimere benissimo la sua fede ed il suo modo di vivere da cristiani. Penso che don Fabio sia uno dei profeti di questo tempo e sia un esempio da seguire attraverso i suoi libri e le sue catechesi. Ho avuto il modo di incontrarlo e parlarci con l'equipe dei 10 comandamenti ed è stato meraviglioso ascoltare le sue parole ed i suoi consigli. Proprio attraverso questi suoi consigli abbiamo attivato una serie di incontri proprio su questo libro: L'arte di guarire. Dalle risonanze che abbiamo ricevuto è stato molto utile e soprattutto ha aiutato diverse persone che partecipavano ad uscire da alcuni momenti bui e ad abbracciare nuovamente la fede. Consiglierei a tutti di leggere i suoi libri perché c'è sempre molto da imparare. da parte mia spero soltanto di riuscire a mettere in pratica il 10% di tutto ciò che leggo ed ascolto.

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Dott. DONATELLA PEZZINO il 28 luglio 2024 alle 17:57 ha scritto:

Lo acquisto ogni anno, ormai è diventato "uno di famiglia", una presenza rassicurante per tutti. Ogni giorno propone un passo del Vangelo e un breve commento da tradurre in riflessione e vita pratica. E cosa molto importante, i caratteri sono grandi e ben leggibili. Consiglio vivamente.

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Dott. DONATELLA PEZZINO il 28 luglio 2024 alle 16:30 ha scritto:

Questo è uno dei libri più interessanti di Giovanni Crisostomo. Il grande padre orientale vi affronta il problema della convivenza fra religiosi e donne vergini, fenomeno piuttosto diffuso nella Chiesa dei primi secoli. Nella trattazione, il Crisostomo si impegna a combatterlo energicamente quale fonte di pericoli e scandali.


Dott. DONATELLA PEZZINO il 28 luglio 2024 alle 16:14 ha scritto:

Opera grandiosa, a mio avviso ai vertici della produzione filosofica di tutti i tempi. Non mi stanco mai di rileggerla. Con il suo pensiero, Boezio ci ha lasciato un'eredità preziosa e sempre attuale. Nel suo dialogo con la filosofia c'è un insegnamento importantissimo che ci spinge a riscoprire, contro gli allettamenti del materialismo, la nostra dignità di uomini fatti ad immagine di Dio.


Dott. DONATELLA PEZZINO il 28 luglio 2024 alle 14:48 ha scritto:

Testo reperito ad un prezzo eccezionale e in condizioni perfette nel reparto usati. L' ho regalato ad un amico che, oltre che credente, è anche un grande ammiratore del prof Zichichi. Mai come in questo particolare momento storico è importante riflettere su questo argomento.


Dott. DONATELLA PEZZINO il 28 luglio 2024 alle 14:39 ha scritto:

Una lettura che consiglio vivamente, la figura e la vicenda di questa donna lasciano veramente il segno. Ringrazio ancora una volta Libreria del Santo per l'eccellente scelta di testi del reparto usati, sempre reperibili ad un ottimo prezzo.


Dott. DONATELLA PEZZINO il 28 luglio 2024 alle 14:33 ha scritto:

Testo di ottima qualità, incentrato prevalentemente sulle fonti di Boezio, soprattutto neoplatoniche. Ampio spazio è dedicato alle teorie riguardanti le discipline del quadrivio, in particolare la musica, e il loro ruolo nella concezione boeziana dell' armonia dell' universo.


FRANCESCO MARU' il 24 luglio 2024 alle 18:44 ha scritto:

INDISPENSABILE PER CHI PREPARA LE GIOVANI COPPIE AL MATRIMONIO

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FRANCESCO MARU' il 24 luglio 2024 alle 18:43 ha scritto:

UTILE PER CATECHESI

Dal Vangelo alla vita - Cantalamessa Raniero
Libro

FRANCESCO MARU' il 24 luglio 2024 alle 18:42 ha scritto:

BELLISSIMO COME TUTTE LE CATECHESI DI CANTALAMESSA

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Adriano Pilia, adrianopilia3@gmail.com il 22 luglio 2024 alle 22:23 ha scritto:

I buoni conoscitori delle Sacre Scritture sanno quante volte il Libano è citato nella Bibbia, come il cedro, il simbolo del paese, appare, anche in Sant'Agostino, creatura alta, forte, bella, profumata: gli empî pensano di raggiungere la sua altezza, ma saranno stroncati nella loro presunzione, e gli umili, come cedri, saranno elevati e moltiplicati, ed il Libano, come regione, è il luogo da cui viene la “Sposa” del Cantico dei Cantici, simbolo, lei, della fede ... ma sono certamente pochi in Italia che ricordano che in Libano, che ora è un tormentato piccolo stato arabo che si affaccia sul Mediterraneo in un tratto di costa che nell'antichità era popolato dai Fenicî, esistono forti minoranze cristiane la cui somma sino a poco tempo fa costituiva in realtà una maggioranza, solo ora superata dall'insieme delle comunità musulmane. Tali minoranze cristiane andavano dai cattolici latini, ai siriaci cattolici e ortodossi, ai caldei, agli armeni apostolici e cattolici, ai protestanti, ai melchiti (i greco cattolici) agli assiri ed ai copti. Ma la più numerosa era ed è rimasta la comunità maronita, cattolica anch'essa, da cui a partire dal 1943 (anno di nascita del Libano indipendente) sino ad oggi proviene il presidente della repubblica.
Questo ramo dei cattolici prende il nome da San Marone, vissuto nel V secolo, ma anche dal suo primo vescovo, San Giuseppe Marone del VII secolo, primo maronita a reggere il Patriarcato di Antiochia. Vivente ancora San Giuseppe, dovette spostarsi da Antiochia, per sfuggire alle persecuzioni che si stavano profilando in Siria, a Kfarhy, in Libano. Sempre in Libano, attualmente a Bkerké si trova la sede patriarcale maronita.
Dopo alcuni secoli di autonomia, ma mai di vero distacco dalla Chiesa di Roma, i Maroniti confermarono l'unione e l'obbedienza al Papa, con la fondazione di un loro collegio a Roma nel 1584, sotto Gregorio XIII.
Nel XIX secolo, quando l'Impero Ottomano nella sua massima espansione comprendeva anche tutti i territorî che si affacciano sul Golfo di Siria, in un villaggio del Libano settentrionale, chiamato Bqaa Kafra, l'8 maggio 1828, nasceva da una modesta famiglia di pastori e contadini maroniti Youssef Antoun, che sin da una tenera età mostrò una forte tendenza alla spiritualità, accentuatasi dall'educazione del suo patrigno (Youssef era rimasto orfano a pochi anni d'età) divenuto diacono in età matura. Ciò comunque non impedì a Youssef di lavorare, come pastore per la famiglia sin dai suoi 14 anni, sino al 1850, quando, in piena autonomia, decise di entrare come novizio nel Convento di Nostra Signora di Mayfouq scegliendo il nome di Charbel in onore di un Santo martire del secondo secolo: e nel 1859, il giovane professo era ordinato sacerdote, e da allora si dedicava completamente alla vita monastica, al punto che respingeva fermamente l'invito dei suoi parenti e compaesani, che ne furono delusi, di celebrare una sola Messa, la sua prima Messa, nel villaggio di nascita. Ma neppure la vita monastica era sufficiente a dare a Padre Charbel quell'isolamento, quella “solitudine con Dio” che Egli vedeva necessarî per il perfezionamento della Sua spiritualità: trascorso il tempo minimo per poter fare la relativa richiesta (10 anni dopo l'ordinazione) ottenne di ritirarsi in un eremo, dove visse nella privazione più assoluta di ciò che ci può dare il mondo: i pasti erano appena sufficienti, le vesti diventavano logore: la ricchezza, la luce, se vogliamo il bene e l'allegria del mondo sono visti da un eremita come la povertà, le tenebre, il male e la tristezza, e viceversa questi “cattivi compagni di viaggio” del laico diventano abbondanza, luminosità, gioia, ottimi amici e guide verso Dio per l'eremita. Era il 1875 e Charbel sarebbe rimasto sino alla sua morte (la vigilia di Natale del 1898) nell'eremo dei Santi Pietro e Paolo ai piedi della collina della Trasfigurazione.
La voce che in questo luogo vi era un Santo si sparse assai presto nel Libano: Padre Charbel non aveva reciso i legami colla famiglia monastica di Annaya, di cui assisteva certo con la preghiera, ma anche materialmente gli infermi ed eseguiva ogni tipo di lavoro ordinatoGli dal superiore, compresa la panificazione, ed anche in questo caso, senza interrompere orazioni e meditazioni.
E, quand'era ancóra in vita, numerosi erano stati gli atti dell'eremita Charbel assimilabili a miracoli: un'invasione di locuste scongiurata coll'aspersione dei campi con acqua da Lui benedetta, acqua che, versata in una lanterna dava luce come se fosse olio… A maggior ragione, altri miracoli si manifestarono dopo che Egli era tornato al Padre: già il giorno dopo la morte, alla celebrazione della Messa natalizia, presente il corpo di Charbel, un Libanese che poteva spostarsi solo se trasportato da altri e soffriva di atroci dolori a causa da un fulmine che l'aveva colpito, baciò una mano della salma e all'istante si sentì liberato dalle sue sofferenze; un mese dopo il seppellimento, si poté constatare che un forte chiarore sovrastava la zona della Sua tomba (in verità, nient'altro che una fossa scavata nel cimitero comune de monaci) sulla cui superficie affiorava un liquido acquoso con tracce rosse: il corpo fu riesumato ed i tessuti non erano né irrigiditi né decomposti: esposta all'aria per ben 5 mesi, la salma non si alterò ed emanava sempre un delicato profumo: e si vide che il liquido, come il sangue e l'acqua dell'ultima piaga del Crocifisso, proveniva dal costato dell'eremita. E, come l'acqua di Lourdes, utilizzato da devoti che ormai cominciavano a recarsi in gran numero a visitare i resti dell'uomo che già avevano venerato in vita, otteneva guarigioni da molti mali.
Questo gran numero di fatti che sfuggivano ad ogni interpretazione razionale (numerosissime furono le analisi del “liquido charbeliano”, ma nessuna giunse ad una conclusione) portarono nel 1923 l’abate generale dell’Ordine, Padre Ignatios Tannouri, a raccogliere prove delle virtù di Padre Charbel, per poi presentare a Roma, nel 1925, la sua causa di beatificazione, assieme a quella di Suor Rafqa (Rebecca) dello stesso Ordine, e di Padre Hardini, maestro di Charbel. Dei tre, l’umile taumaturgo fu il primo ad esser beatificato, nel 1965, regnante Paolo VI, che nel 1977 lo proclamò Santo, inserito definitivamente nel calendario cattolico alla data del 24 luglio.
adrianopilia3@gmail.com

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Tommaso il 20 luglio 2024 alle 03:31 ha scritto:

Libro intenso, misterioso, luminoso. Da leggere più di una volta. Lettura vivamente consigliata!

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