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Descrizione
Contrariamente al senso comune, eretici ed eresie non hanno alcuna oggettività di per sé, come soggetti eterodossi, ma vanno a definirsi alla luce di ciò che li contrasta: la cultura ecclesiastica, che in determinati contesti spazio temporali così li ha definiti e in quanto tali li ha avversati - fino a reprimerli col sangue - con la precisa finalità di difendere un ordinamento religioso che al contempo pretendeva di essere civile e politico. Ne abbiamo un osservatorio in queste pagine: ereticali erano quei comportamenti capaci di minacciare l'egemonia culturale della Chiesa e dei suoi uomini, e il suo dominio effettivo sui fedeli. Seguire le tracce dei movimenti ereticali, attraverso temi e figure, diventa qui rilevante per una comprensione più profonda di quella parte del medioevo cosiddetto "cristiano". Un contesto ben più complesso e intriso di paradossi, in cui la stessa coerenza evangelica pareva non coincidere con la conformità a quanto ricavabile dal Nuovo Testamento, ma veniva subordinata al rispetto delle auctoritates scritturali - intese come norme - e dei canoni destinati a regolare la vita religiosa collettiva e individuale in vista della salvezza ultraterrena. Una prospettiva che rovescia la stessa interpretazione degli eretici e profila un modello storiografico a partire dal quale ripensare un capitolo di storia medievale: il modo in cui la Chiesa cattolico-romana, opponendosi alle eresie, ha rivendicato il suo carisma.
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DETTAGLI DI «Eretici del Medioevo»
Tipo
Libro
Titolo
Eretici del Medioevo - Temi e paradossi di storia e storiografia
Autore
Merlo Grado G.
Editore
Morcelliana Edizioni
EAN
9788837224608
Pagine
192
Data
aprile 2011
Peso
230 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
15 cm
Profondità
1,4 cm
Collana
Storia
Recensioni di riviste specialistiche su «Eretici del Medioevo»
Vengono qui riproposti otto saggi già pubblicati, più uno inedito, su diversi episodi di «storia ereticale» tra l’XI e il XIV secolo che mettono in luce come le eresie e gli eretici esistano «in quanto la cultura chiericale e i vertici ecclesiastici tali li individuano, definiscono e avversano (fino a reprimerli in modo cruento), in funzione della difesa di un ordinamento religioso che al tempo stesso pretendeva di essere un ordinamento civile e politico (…). L’esistenza di eresie ed eretici, in quanto giudicati violazioni e violatori dell’ordinamento, giustificava l’esistenza degli uomini e delle strutture della Chiesa cattolico-romana, che rivendicavano il carisma di garanti di quello stesso ordinamento».
Tratto dalla Rivista Il Regno n.12
(http://www.ilregno.it)
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