Storia della Chiesa
La storia della Chiesa guarda in primo luogo alle molteplici forme fenomeniche assunte dal cristianesimo nel passato e pone contemporaneamente in luce i suoi elementi essenziali. Nel corso della trattazione risulterà chiaro l'intreccio della Chiesa col tempo e con lo spazio, vale a dire con le condizioni dell'esistenza umana, su cui ha richiamato l'attenzione soprattutto il pensiero moderno. In effetti solo l'uomo ha la facoltà di vivere storicamente, e tale storicità racchiude senza dubbio anche la sua decisione di credere. La fede, in virtù della quale i discepoli si misero alla sequela di Gesù di Nazaret, rimane vincolante nella sua qualità di evento fondamentale dell'inizio e rappresenta, al di là degli elementi sociologici, istituzionali e culturali, il principio direttivo della Chiesa nella storia. In particolare nell'antichità la storia della Chiesa si presenta come storia della fede. Siamo pienamente consapevoli dell'ambiguità di una storiografia ecclesiastica scientifica. Essa adopera il metodo della storiografia esatta e cerca di pervenire alla « sola et piena veritas », nel senso delle considerazioni fatte da Leone XIII in occasione dell'apertura dell'Archivio vaticano circa un secolo fa. Ma la storia della Chiesa è anche una disciplina teologica, perché l'orientamento dello storico della Chiesa è radicato nel messaggio di Cristo. La corrispondenza o il distacco da questo grande programma rimangono decisivi. Di conseguenza la storia della Chiesa occupa una posizione importante nel concerto delle discipline teologiche. Assieme al Nuovo Testamento essa è una delle « scienze fondamentali », da cui si possono e devono attingere continuamente cognizioni per l'« Ecclesia semper reformanda ». Questo è un dato di fatto di cui dobbiamo prender coscienza in maniera particolare già in base al confronto tra il messaggio originario e la vita della Chiesa. Senza la storia della Chiesa la dogmatica e la teologia morale rimangono infruttuose, perché anche le loro affermazioni e risposte sottostanno alle condizioni della storia.
In tal modo la storia della Chiesa non ha semplicemente il compito di servire a uno scopo apologetico: « Veritas liberabit vos ». Né essa si prefigge di valutare singoli eventi storici come azione di Dio o giudizio di Dio. Ciò supererebbe le possibilità dello storico della Chiesa. La storia della Chiesa non si lascia comprimere in uno schema storico-salvifico. Su questo terreno sono possibili solo congetture, come riconobbe già Tommaso d'Aquino (Comm. in IV libros Sententiarum 43, 3, 2 ad 3). Anche l'assunzione acritica di immagini significative della Chiesa, come ad esempio quella di « popolo di Dio » o di « corpo di Cristo », potrebbe indebitamente limitare lo studio storico.
Al riguardo è chiaro che anche la storia della Chiesa deve muoversi in un rapporto dialettico tra evento oggettivo e interpre-tazione storico-soggettiva di tale evento alla luce della fede.
Nello stesso tempo essa deve chiaramente impegnarsi a mettere in luce le forze che agiscono dietro gli eventi e i fenomeni. Qualsiasi unilateralità va evitata mediante la ricerca dell'oggettività, dal momento che sappiamo ormai da lungo tempo che la storia della Chiesa cattolica non è né una marcia di trionfo in trionfo, né una serie ininterrotta di scandali. La nostra Chiesa è appunto contemporaneamente una « ecclesia sanctorum et peccatorum ». È la Chiesa che procede per le strade lunghe e polverose della storia tra manifestazioni multiformi e tribolazioni intcriori. Vedremo però anche che la fede in Gesù di Nazaret è rimasta il fondamento comune di tutte le Chiese cristiane. Anche al di fuori della Chiesa cattolica si trovano « parecchi elementi di santificazione e di verità che, quali doni propri della Chiesa di Cristo, spingono verso l'unità cattolica » (Vaticano II, Lumen gentium, I, 8). Ovviamente, in un'esposizione storica sulla Chiesa cattolica non è sempre possibile mettere in luce in misura adeguata tali elementi.
In tal modo la storia della Chiesa non ha semplicemente il compito di servire a uno scopo apologetico: « Veritas liberabit vos ». Né essa si prefigge di valutare singoli eventi storici come azione di Dio o giudizio di Dio. Ciò supererebbe le possibilità dello storico della Chiesa. La storia della Chiesa non si lascia comprimere in uno schema storico-salvifico. Su questo terreno sono possibili solo congetture, come riconobbe già Tommaso d'Aquino (Comm. in IV libros Sententiarum 43, 3, 2 ad 3). Anche l'assunzione acritica di immagini significative della Chiesa, come ad esempio quella di « popolo di Dio » o di « corpo di Cristo », potrebbe indebitamente limitare lo studio storico.
Al riguardo è chiaro che anche la storia della Chiesa deve muoversi in un rapporto dialettico tra evento oggettivo e interpre-tazione storico-soggettiva di tale evento alla luce della fede.
Nello stesso tempo essa deve chiaramente impegnarsi a mettere in luce le forze che agiscono dietro gli eventi e i fenomeni. Qualsiasi unilateralità va evitata mediante la ricerca dell'oggettività, dal momento che sappiamo ormai da lungo tempo che la storia della Chiesa cattolica non è né una marcia di trionfo in trionfo, né una serie ininterrotta di scandali. La nostra Chiesa è appunto contemporaneamente una « ecclesia sanctorum et peccatorum ». È la Chiesa che procede per le strade lunghe e polverose della storia tra manifestazioni multiformi e tribolazioni intcriori. Vedremo però anche che la fede in Gesù di Nazaret è rimasta il fondamento comune di tutte le Chiese cristiane. Anche al di fuori della Chiesa cattolica si trovano « parecchi elementi di santificazione e di verità che, quali doni propri della Chiesa di Cristo, spingono verso l'unità cattolica » (Vaticano II, Lumen gentium, I, 8). Ovviamente, in un'esposizione storica sulla Chiesa cattolica non è sempre possibile mettere in luce in misura adeguata tali elementi.
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