Concilii
CONCILII
Dal latino 'concilium' («assemblea mediante convocazione»), il concilio è l'assemblea regolare dei vescovi e dei superiori degli ordini religiosi che tratta questioni dottrinali e disciplinari della Chiesa. Il modello di questa istituzione è il concilio riunito a Gerusalemme nell'anno 49 attorno agli apostoli, ma nel corso della storia la forma e la struttura del concilio sono cambiate, pur avendo conservato la continuità, la coerenza della sua struttura essenziale e la sua funzione apostolica.
I concili ecumenici riuniscono i vescovi diocesani, i cardinali, gli abati o prelati nullius, i superiori generali degli ordini religiosi dei chierici esenti* di tutto il mondo, per prendere le grandi decisioni che riguardano la Chiesa universale. Nel corso della storia, i concili sono stati convocati in occasione di gravi crisi (eresie, crociate, scismi, Riforma) per trovare delle soluzioni con il consenso unanime della Chiesa. Fino al quarto concilio di Costantinopoli (869) furono gli imperatori a convocare i vescovi dell'oikoumene, di «tutta la terra», in realtà dell'impero romano; a partire dal primo concilio Laterano (1123) i concili furono convocati dai papi. Il papa presiede il concilio sia direttamente sia attraverso suoi legati. Le decisioni prese insieme dai padri conciliari rientrano nel magistero straordinario della Chiesa; possono riguardare definizioni dogmatiche infallibili, vengono espresse in canoni o decreti e confermate dal romano pontefice.
I cattolici riconoscono 21 concili ecumenici, benché i concili medioevali e moderni siano chiamati anche (Paolo IV) concili generali, quindi distinti dai concili ecumenici che sono per principio più universali. Gli ortodossi e i protestanti riconoscono solo i primi otto concili ecumenici.
Riguardo ad assemblee più ristrette, si parla di concili nazionali, provinciali o sinodi diocesani. L'ultimo concilio ecumenico è stato il Vaticano II, convocato da Giovanni XXIII nel 1962 e continuato dal suo successore, Paolo VI.
* Nel passato, riguardo ai religiosi, la differenza fra chierici esenti e non, consisteva principalmente in questo: gli esenti (i Regolari) ricevevano dal Romano Pontefice, non dal vescovo diocesano, la necessaria giurisdizione per il ministero della parola e dei sacramenti, per la vita ordinaria nelle proprie comunità e chiese. I superiori dei non esenti non avevano potestà di giurisdizione e pertanto esercitavano solo la cosiddetta potestà dominativa nelle relazioni interne all’istituto; per il resto sottostavano alla giurisdizione dell’ordinario e alle facoltà da lui concesse sia per i membri delle loro comunità sia per i fedeli in genere, anche nelle proprie chiese e comunità.
Dal latino 'concilium' («assemblea mediante convocazione»), il concilio è l'assemblea regolare dei vescovi e dei superiori degli ordini religiosi che tratta questioni dottrinali e disciplinari della Chiesa. Il modello di questa istituzione è il concilio riunito a Gerusalemme nell'anno 49 attorno agli apostoli, ma nel corso della storia la forma e la struttura del concilio sono cambiate, pur avendo conservato la continuità, la coerenza della sua struttura essenziale e la sua funzione apostolica.
I concili ecumenici riuniscono i vescovi diocesani, i cardinali, gli abati o prelati nullius, i superiori generali degli ordini religiosi dei chierici esenti* di tutto il mondo, per prendere le grandi decisioni che riguardano la Chiesa universale. Nel corso della storia, i concili sono stati convocati in occasione di gravi crisi (eresie, crociate, scismi, Riforma) per trovare delle soluzioni con il consenso unanime della Chiesa. Fino al quarto concilio di Costantinopoli (869) furono gli imperatori a convocare i vescovi dell'oikoumene, di «tutta la terra», in realtà dell'impero romano; a partire dal primo concilio Laterano (1123) i concili furono convocati dai papi. Il papa presiede il concilio sia direttamente sia attraverso suoi legati. Le decisioni prese insieme dai padri conciliari rientrano nel magistero straordinario della Chiesa; possono riguardare definizioni dogmatiche infallibili, vengono espresse in canoni o decreti e confermate dal romano pontefice.
I cattolici riconoscono 21 concili ecumenici, benché i concili medioevali e moderni siano chiamati anche (Paolo IV) concili generali, quindi distinti dai concili ecumenici che sono per principio più universali. Gli ortodossi e i protestanti riconoscono solo i primi otto concili ecumenici.
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