Il Vaticano II e la sua ricezione al femminile
(Teologia viva)EAN 9788810409701
«Nulla sarà assolutamente più come prima»: lo slogan è coniato da J. Doré e riguarda il concilio Vaticano II come evento determinante un prima e un poi nella vita della Chiesa. Cettina Militello e Silvano Maggiali riprendono la battuta indovinata del vescovo emerito di Strasburgo per introdurre le 250 pagine di questo denso e composito volume, che punta ad evidenziare la novità del concilio sul fronte delle donne, editando gli interventi di un «colloquio» teologico del novembre 2005.
Due parti suddividono i contributi offerti a quell'incontro dell'Istituto Costanza Scelfo, svoltosi a Roma presso la Facoltà Teologica «Marianum» sul tema appunto dell'impatto che il Vaticano II ha avuto sulla soggettualità teologica ed ecclesiale delle donne. La prima parte raccoglie le relazioni a due voci sulle quattro costituzioni conciliari; la seconda aggiunge gli interventi su alcuni decreti e dichiarazioni conciliari. Per tutti gli intervenuti l'«utopia» conciliare risulta irrinunciabile e fruttuosa, nonostante difficoltà e fraintendimenti registrati nel quarantennio successivo alla celebra-zione del concilio. Il colloquio è introdotto da Silvano Maggiani, preside del «Marianum», e con-cluso da Crispino Valenziano, testimone seduto inter gradus nelle discussioni in aula conciliare e fuori in sala stampa.
Il vivace volume merita qualche riga ulteriore, pur rapida. La presenza delle donne «dono» del concilio alla teologia costituisce il tema introduttivo di Maggiani, che sottolinea il carattere di evento innovativo del concilio invitante i cattolici al confronto con la Parola di Dio e con il mistero della storia: in tale luce il concilio resta opera aperta a germinazione continua. Nella novità concilia-re c'è anche la presenza delle donne o meglio dei laici nella teologia: è iniziato il «tempo del man-dorlo» (cf. Ger. 1, 11-12, citato a p. 17) per comunicare la fede al femminile, anche se per molti la donna resta tuttora un problema e deve ancora diventare dono.
Pietro Sorci affronta «Donne e liturgia» nella ricezione della Sacrosanctum Concilium e la ricerca liturgica: il francescano siculo si sofferma sulle tematiche fondamentali della costituzione (storia della salvezza e mistero pasquale, Chiesa soggetto dell'azione liturgica), sulla ricezione tuttora parziale e sul contributo delle donne. La giovane docente Valeria Trapani aggiunge il controcanto per una riforma in continuo divenire, enumerando i temi della svolta epocale e alcune questioni aperte.
«Donne e parola di Dio» è titolo che richiama la ricezione della Dei Verbum e la ricerca biblica. Donatella Scaiola puntualizza alcuni nodi irrisolti o bisognosi di ulteriore approfondimento: in particolare la relazione tra Scrittura e Tradizione, il rapporto tra Antico e Nuovo Testamento, il concetto di ispirazione. Risponde anche alla domanda «Che cosa è stato fatto?» segnalando, tra l'altro, l'originale contributo ermeneutico del mondo femminile. Il breve controcanto completivo lo scrive il vescovo Rino Fisichella, specialista di teologia fondamentale ma sensibile al simbolismo della «corsa della Parola» suggerita dall'amore generoso e dalla tenacia dell'annuncio femminile in ordine alla fecondità missionaria della parola evangelica.
Di seguito «Donne e Chiesa» permette a Serena Noceti di richiamare la ricezione di Lumen gentium e la ricerca ecclesiologica delle donne. La docente fiorentina si sofferma sul contesto della ricerca teologica che le donne hanno condotto nella fase postconciliare: la ricerca ecclesiologica delle donne appare segnata da un continuo ricorso a fonti bibliche, patristiche e storiche, da un evidente taglio ecumenico, dal riferimento ai presupposti antropologici, escatologici e trinitari, e infine da una intenzionalità critica e trasformatrice. L'apporto specifico mette in luce la soggettualità delle donne e degli uomini che insieme costituiscono la Chiesa, il cui volto va pensato attorno a relazioni di reciprocità, di giustizia, di unità nella diversità riconciliata: modelli gerarchici e patriarcali sono soppiantati da modelli circolari, con il compito «pericoloso» di indicare la fecondità di nuove prospettive. Un altro vescovo, Francesco Lambiasi, offre il controcanto iniziando dal richiamo alla necessaria conspiratio tra pastori e fedeli già del cardinale Newman per proseguire in una rilettura della Lumen gentium e documenti magisteriali successivi sul genio della donna, sul simbolismo sponsale e la reciprocità maschile-femminile, sull'indispensabile contributo della donna nella missione ecclesiale. E tuttavia, perché si affermi una vera cultura della reciprocità, occorre fare ancora molta strada, a parere del vescovo.
La prima parte del volume conclude con «Donne, Chiesa e mondo» offrendo al moralista Antonio Autiero lo spazio per dire la ricezione della Gaudium et spes e la ricerca etico-pastorale attorno a termini fondamentali come coscienza ed esperienza. Carmen Aparicio Valls ritorna sul significato della costituzione pastorale come cambiamento di paradigma per la Chiesa: molto atteso e altrettanto contestato nella novità metodologica, nell'antropologia, nella relazione con il mondo, con le culture, con i segni dei tempi.
Aggiungiamo rapidamente una elencazione sulla seconda parte. M. Cristina Carnicella commenta il decreto Inter mirifica e Carmelo Dotolo la ricezione della dichiarazione Dignitatis humanae e la teologia al femminile. Sandra Mazzolini riprende il tema della Chiesa sacramento come orizzonte della partecipazione delle donne alla vita e alla missione della comunità ecclesiale. Marinella Peroni riprende il decreto conciliare Optatam totius sulla formazione sacerdotale e si domanda: dopo quarant'anni che ne è di un rinnovamento auspicato?
Le quattro pagine conclusive firmate da Crispino Valenziano richiamano non solo nel titolo Sic et non la vicenda di Eloisa e Abelardo nella travagliata gestazione di una tra le maggiori crisi genetiche della riflessione cristiana occidentale. Nell'attuale deficit di profeti e di profezia non c'è che da augurare l'apporto positivo dell'ermeneutica femminile con il tipico ésprit de finesse capace di superare l'ésprit del geometrie che tuttora blocca il cammino della teologia: sarebbe un prezioso frutto dello Spirito accogliere l'ermeneutica del «Soffio» e il senso dell'«Impeto», come suggeriva Paolo VI.
Per dire una nostra parola conclusiva, abbiamo apprezzato le vivaci 250 pagine del volume curato da Cettina Militello come segno concreto di speranza che il Vaticano II non sia stato uno sforzo inutile e comunque ormai lontano nel tempo: il concilio rimane un prezioso punto di ripar-tenza per la Chiesa cattolica, punto a cui ritornare per una ri-recezione onde attingere nuova ispira-zione per i giorni che ci attendono. Chi desiderasse avere anche una documentazione della vitalità del concilio in questi quarant'anni può soddisfare il desiderio nella bibliografia delle note di contributi come quelli firmati da Serena Noceti e Carmelo Dotolo, e non solo. In più il volume testimonia che l'apporto femminile alla teologia cattolica potrà forse creare momenti di perplessità: ma va salutato senz'altro come il tempo del mandorlo per una stagione primaverile da apprezzare verso il futuro.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2008, nr. 3
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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