In unum corpus. Trattato mistagogico sull'eucaristia

L'accoglienza favorevole riservata alla prima edizione del trattato mistagogico In unum corpus (2001) - che a sua volta risultava dalla riformulazione più agile del precedente trattato Eucaristia per la Chiesa (1989) -, confermata dal rapido esaurimento delle copie, ha proposto l'opportunità di realizzare questa seconda edizione. Per venire incontro al lettore, è stato rivisto meticolosamente tutto il testo, controllando che la forma espositiva risultasse sempre più nitida e di comprensione immediata. Il trattato è stato notevolmente arricchito di grafici e di prospetti stimolanti, che l'autore ha elaborato e testato nei suoi corsi presso l'Istituto Orientale, l'Università Gregoriana e la Sezione San Luigi della Facoltà Teologica di Napoli, ottenendo così una previa e puntuale verifica della loro fruibilità.
Pur restando in sostanza identica alla prima quanto a disposizione della materia, questa seconda edizione presenta due novità di rilievo che sono state suggerite da fatti intervenuti negli ultimi anni. Una dichiarazione della Santa Sede, pubblicata il 26 ottobre 2001, ha riconosciuto l'assoluta «ortodossia» dell'anafora di Addai e Mari che continua ad essere utilizzata «ab immemorabili» dalla Chiesa assira d'Oriente nella forma ancor priva del racconto istituzionale. Si tratta di un'apertura storica che incoraggia a puntare verso nuovi orizzonti di teologia eucaristica. Di qui la decisione di riservare nel capitolo 13 uno spazio ben più ampio di quanto fatto nella prima edizione per indagare sulla singolarità di questo venerando documento della fede eucaristica, con approfondimenti storici e teologici utili a illuminare sia il versante delle incomprensioni tra alcune Chiese d'Oriente e la Chiesa cattolica, sia delicatissime questioni relative alla genesi e allo sviluppo della preghiera eucaristica. Nell'ottobre 2005 si è tenuto a Roma il «Sinodo dei Vescovi sull'Eucaristia», nel quale fra l'altro sono state evidenziate le difficoltà che oggi la Chiesa incontra in molte parti del mondo per la scarsità di sacerdoti. Di qui l'utilità di riflettere sotto l'aspetto teologico e pastorale sulla celebrazione della liturgia dei presantificati, sui rischi nei quali si può cadere e quindi sulle attenzioni che occorre prestare.  È quanto cerca di fare il capitolo 14, nel quale si evidenzia la stretta dipendenza che la liturgia dei presantificati ha nei confronti della liturgia propriamente sacrificale, cioè della messa.
Consapevole che le risorse della mente umana risulteranno sempre impari a penetrare i tesori del Mysterium fidei e che lo studio di questo mirabile dono continuerà a sfidare le generazioni future, l'autore spera di aver dato con questa sua fatica un contributo positivo all'approfondimento teologico, alla formazione spirituale e alla programmazione pastorale, in vista di una scrupolosa verifica delle nostre prassi celebrative del sacramento che edifica la Chiesa.

(RL 2008)

L’accoglienza favorevole riservata alla prima edizione del trattato mistagogico In unum corpus (2001) – che a sua volta risultava dalla riformulazione più agile del precedente trattato Eucaristia per la Chiesa (1989) –, confermata dal rapido esaurimento delle copie, ha proposto l’opportunità di realizzare questa seconda edizione. Per venire incontro al lettore, è stato rivisto meticolosamente tutto il testo, controllando che la forma espositiva risultasse sempre più nitida e di comprensione immediata. Il trattato è stato notevolmente arricchito di grafici e di prospetti stimolanti, che l’autore ha elaborato e testato nei suoi corsi presso l’Istituto Orientale, l’Università Gregoriana e la Sezione San Luigi della Facoltà Teologica di Napoli, ottenendo così una previa e puntuale verifica della loro fruibilità.

Pur restando in sostanza identica alla prima quanto a disposizione della materia, questa seconda edizione presenta due novità di rilievo che sono state suggerite da fatti intervenuti negli ultimi anni. Una dichiarazione della Santa Sede, pubblicata il 26 ottobre 2001, ha riconosciuto l’assoluta «ortodossia» dell’anafora di Addai e Mari che continua ad essere utilizzata «ab immemorabili» dalla Chiesa assira d’Oriente nella forma ancor priva del racconto istituzionale. Si tratta di un’apertura storica che incoraggia a puntare verso nuovi orizzonti di teologia eucaristica. Di qui la decisione di riservare nel capitolo 13 uno spazio ben più ampio di quanto fatto nella prima edizione per indagare sulla singolarità di questo venerando documento della fede eucaristica, con approfondimenti storici e teologici utili a illuminare sia il versante delle incomprensioni tra alcune Chiese d’Oriente e la Chiesa cattolica, sia delicatissime questioni relative alla genesi e allo sviluppo della preghiera eucaristica. Nell’ottobre 2005 si è tenuto a Roma il Sinodo dei Vescovi sull’Eucaristia, nel quale fra l’altro sono state evidenziate le difficoltà che oggi la Chiesa incontra in molte parti del mondo per la scarsità di sacerdoti. Di qui l’utilità di riflettere sotto l’aspetto teologico e pastorale sulla celebrazione della liturgia dei presantificati, sui rischi nei quali si può cadere e quindi sulle attenzioni che occorre prestare.

È quanto cerca di fare il capitolo 14, nel quale si evidenzia la stretta dipendenza che la liturgia dei presantificati ha nei confronti della liturgia propriamente sacrificale, cioè della Messa. Consapevole che le risorse della mente umana risulteranno sempre impari a penetrare i tesori del Mysterium fidei e che lo studio di questo mirabile dono continuerà a sfidare le generazioni future, l’autore spera di aver dato con questa sua fatica un contributo positivo all’approfondimento teologico, alla formazione spirituale e alla programmazione pastorale, in vista di una scrupolosa verifica delle nostre prassi celebrative del sacramento che edifica la Chiesa.

Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 2, 381
(http://las.unisal.it)