Per un lungo periodo, anche all'interno degli stessi vertici ecclesiastici, c'è stata la convinzione che il demonio fosse solo una fantasia superstiziosa. Ma da Paolo VI in poi, gli appelli dei pontefici a prendere seriamente in considerazione la lotta contro il Maligno si sono fatti sempre più incalzanti. Fino ai più recenti di papa Francesco. Che cosa c'è dietro questo serrare le fila contro il principe delle tenebre? È vero che, come diceva Baudelaire, il più grande inganno del demonio è lasciarci credere che lui non esista? Come si fa a riconoscere la seduzione del male e a proteggersi dall'assalto delle sette? Sono realmente aumentate queste ultime come anche le possessioni diaboliche? Perché la Madonna di Fatima fece vedere ai pastorelli proprio l'inferno? E perché santi e mistici tra i più popolari dei nostri giorni, come san Pio da Pietrelcina o Natuzza Evolo, subivano percosse e continui assalti da Satana e dalle sue schiere? È vero che ci sarebbe una minaccia occultistica-satanica-massonica in grado di minare le fondamenta della Chiesa, o non è forse questa stessa paura la vera minaccia, il più temibile inganno soffiato dal Maligno? Queste e altre domande trovano risposta nel libro di padre Raffaele Talmelli, benedettino ora Servo del Paraclito, esorcista e psichiatra, che nella sua esistenza più volte si è trovato davanti al Diavolo. Scritto assieme al giornalista Luciano Regolo, "Il diavolo" è un excursus sulla lotta contro Satana, ma anche un vademecum per smascherarlo.
PREFAZIONE
di Luciano Regolo
"Tutti siamo tentati, perché la legge della vita spirituale, la nostra vita cristiana, è una lotta. Perché il principe di questo mondo — il diavolo — non vuole la nostra santità, non vuole che noi seguiamo Cristo. Qualcuno di voi — forse, non so può dire: `Ma, Padre, che antico è lei: parlare del diavolo nel secolo ventunesimo!. Ma, guardate che il diavolo c'è! Il diavolo c'è anche nel secolo ventunesimo! E non dobbiamo essere ingenui, eh? Dobbiamo imparare dal Vangelo come fare la lotta contro di lui."
Questo il monito lanciato da papa Francesco nell'omelia dell'11 aprile 2014 alla messa celebrata in Santa Marta. Solo uno dei suoi tanti richiami a tenere conto dell'esistenza del demonio per poterne fronteggiare l'effetto devastante che produce sulle anime sonnolenti.
"La vita di Gesù è stata una lotta" ha aggiunto papa Bergoglio. "Lui è venuto per vincere il male, per vincere il principe di questo mondo, per vincere il demonio che ha tentato Gesù tante volte, e Gesù ha sentito nella sua vita le tentazioni", come anche le persecuzioni: i cristiani che vogliono "seguire Gesù" devono "conoscere bene questa verità. Come fa il demonio per allontanarci dalla strada di Gesù? La tentazione incomincia lievemente, ma cresce: sempre cresce". Poi "contagia un altro, si trasmette a un altro, cerca di essere comunitaria. E alla fine, per tranquillizzare l'anima, si giustifica. Cresce, contagia e si giustifica".
NOTA AL TESTO
Pur all'interno di una trattazione congiunta, con reciproco scambio di documenti e intuizioni, si devono a padre Raffaele Talmelli l'Introduzione e i capitoli 1, 2, 3, 5 e 10 [Imprimatur dell'arcivescovo di Siena, monsignore Antonio Buoncristiani, e licenza alla pubblicazione del superiore generale dei Servi del Paraclito, padre David T. Fitzgerald]; la Prefazione e i capitoli 4, 6, 7, 8 e 9, dedicati ai fenomeni storicamente più particolari, sono da riferire a Luciano Regolo.
Per un lungo periodo, dopo il Concilio Vaticano II. anche all'interno degli stessi vertici ecclesiastici resisteva la convinzione che il demonio in quanto tale fosse solo una fantasia superstiziosa, forse il simbolo stesso dell'assenza del bene. Ma, da Paolo VI in poi, gli appelli dei pontefici a prendere in considerazione il Maligno quale attentatore e ingannatore numero uno del nostro tempo si sono fatti sempre più incalzanti. Fino a quelli più recenti di papa Francesco: "Il diavolo tante volte viene travestito da angelo di luce: a lui piace imitare Gesù. Si fa buono e ci parla tranquillamente, come ha parlato a Gesù dopo il digiuno nel deserto". Ecco perché, secondo il pontefice, dobbiamo chiedere al Signore "la saggezza del discernimento per conoscere quando è Gesù che ci dà la luce e quando è proprio il demonio travestito da angelo di luce. Quanti credono di vivere nella luce e sono nelle tenebre, ma non se ne accorgono!".
Che cosa c'è dietro questo serrare le file contro il principe delle tenebre? È vero che, come diceva Baudelaire, il più grande inganno del demonio è lasciarci credere che lui non esista? Come si fa a riconoscere la seduzione del male e a proteggersi dall'assalto delle sette? Sono realmente aumentate queste ultime, come anche le possessioni diaboliche? Perché la Madonna di Fatima fece vedere ai pastorelli l'Inferno? E perché santi e mistici tra i più popolari della nostra epoca, come san Pio da Pietrelcina o Natuzza Evolo, subivano percosse e continui assalti da Satana e dalle sue schiere? È vero che ci sarebbe una minaccia occultistica-satanica-massonica in grado di minare le fondamenta della Chiesa, o non è forse questa stessa paura la vera minaccia, il più temibile inganno soffiato dal Maligno?
Da queste e altre domande sono partito quando ho chiesto a padre Raffaele Talmelli, ora Servo del Paraclito, esorcista e psichiatra, si è trovato davanti al Diavolo, e nessuno meglio di lui può spiegare come la Chiesa cattolica affronta la battaglia contro il Maligno. Oltre ai fenomeni più eclatanti, che in realtà si rivelano spesso frutto di psicopatologie, ci sono casi meno evidenti eppure dalle conseguenze nefaste. E proprio su questi ultimi bisogna vigilare. Questo è l'insegnamento più prezioso che ho tratto dalle molte conversazioni con padre Raffaele e grazie al nostro studio "congiunto" che ha preceduto la stesura di questo volume.
Uso il termine "studio" nel senso più pieno, poiché è stato indispensabile, almeno per me, prima di affrontare un tema così insidioso, calarmi in alcuni aspetti dottrinali e teologici per fugare il campo da suggestioni, confusioni, dubbi. L'argomento "Diavolo" intriga e turba nello stesso tempo, ma spesso è influenzato dalle antitetiche posizioni che dominano la gran parte dei libri che gli sono stati dedicati: da un lato la spettacolarizzazione, l'angosciosa ricerca dell'effetto brivido che si trascina dal fenomeno cinematografico L'esorcista in poi; dall'altro l'atteggiamento minimal che tende a liquidare il discorso sul demonio a frutto di mere superstizioni o a "roba da Medioevo".
Le fonti bibliche forniscono senza dubbio un'ottima bussola per non incorrere in alcuno dei due estremi. E da questa convinzione, condivisa con padre Raffaele, ha preso corpo questo testo, il cui scopo non è affatto quello di diffondere paura o allarmismo, ma, al contrario, trasmettere speranza, quell'eterna speranza che si ricava dal Vangelo: la consapevolezza che, se anche esiste la minacciosa ombra del Maligno, ci si può difendere con la conoscenza, la preghiera e una serie di altri facili accorgimenti. Questo lavoro è allora un excursus sulla lotta contro Satana ma anche un vademecum per smascherarlo, dal momento che il più delle volte il Diavolo opera in modo davvero poco plateale, e quindi "neutralizzarlo"...
Nella prima parte si affronta il "mistero dell'iniquità": perché esiste la Bestia? È il quesito che viene più riproposto dai non credenti o dagli scettici, perplessi sul fatto che la mente perfetta di Dio, onnisciente e oltre il tempo, abbia concepito anche il male creando quegli angeli che poi si sono ribellati trasformandosi in demòni, o abbia creato l'uomo e la donna lasciandoli poi esposti alla tentazione.
La lotta contro il Maligno è l'oggetto della seconda parte del volume. Si comincia dalle tentazioni nel loro triplice volto, recentemente ricordato da papa Francesco: i bisogni corporei di cui il Diavolo si serve volendo farci vivere soltanto di... "biologia"; la "manipolazione" a sfondo religioso - emblematica, a questo riguardo, la vicenda seguita in prima persona da padre Raffaele di quelle due false veggenti che per quattordici anni hanno seminato rovina e zizzania in un'intera comunità con la diffusione di messaggi apparentemente "celesti" -; infine, l'ingannevole promessa della gloria terrena, ossia la seduzione del potere, della ricchezza e della celebrità da conseguire nel minor tempo e senza sforzi, sebbene a costo di notevoli rinunce o compromessi sul piano morale.
L'esempio più illuminante della "difesa" viene dal racconto evangelico delle tentazioni subite da Gesù nel deserto, ma anche le vite di alcuni santi e beati perseguitati dagli assalti diabolici ci indicano la medesima strada. Le botte subite da san Pio da Pietrelcina, o le molestie, le visioni orrende che turbarono i sonni di santa Gemma Galgani e tante altre figure di varie epoche venerate dalla Chiesa altro non furono che la conseguenza del loro vivere pienamente a immagine e somiglianza del Cristo, in totale fusione con Lui, tanto da attirare la violenta opposizione di Satana perché col loro esempio non avvicinassero altre anime a Dio.
Le conseguenze della continua azione distruttiva esercitata dal male sugli uomini nel corso dei secoli, i "neri frutti" dell'opera del Maligno esaminati nella terza parte, rivelano che la tentazione più temibile è quella di indurre le menti a pensare che la Chiesa non sia quella che realmente voleva edificare il Cristo. Questa menzogna, che ha un fine disgregante e rovinoso, si basa sulla falsa convinzione che l'infallibilità papale sia assoluta e non legata esclusivamente alle questioni teologiche e dottrinali. I sacerdoti, in quest'ottica fallace, non dovrebbero commettere alcun peccato, alcuna manchevolezza. Attirando quindi l'attenzione sulle fragilità o sugli sbagli di singoli ecclesiastici, s'instilla il dubbio, la sfiducia verso l'intera Chiesa. Ma Gesù, fondando quest'ultima, non rese i suoi apostoli immuni dal commettere errori, ma soltanto dall'insegnare degli errori. Le idee dell'infallibilità e della purezza a tutto tondo, agitate per gettare discredito sulla Santa Sede e sulla dottrina cattolica, possono essere considerate come due delle quattro teste di un mostro feroce che vorrebbe dilaniare l'unità del corpo mistico voluto dal Cristo. La terza è quella costituita dall'illusione di un'"Età dell'oro" della tradizione ecclesiastica, che spinge a riandare al passato e a ritenere la Chiesa odierna inadeguata; la quarta è quella dei "falsi profeti" dispensatori di messaggi "celesti" che si pongono, invece, addirittura in posizione privilegiata, se non in contrasto con il Vangelo, in cui è contenuto l'intero, unico ed eterno messaggio di salvezza. Questo, nel nostro tempo, sta diventando uno dei pericoli diabolici di maggiore impatto. La storia recente, attraverso le esperienze dei totalitarismi del ventesimo secolo, mostra a quali nefaste e violente conseguenze possa portare la seducente idea di una comunità di eletti o di una perfezione terrena da realizzare a qualunque costo. L'ombra del Diavolo fu colta da Pio XII nell'agire folle di Hitler, tanto da aver tentato di esorcizzarlo più volte a distanza, così come fu intravista dai tanti religiosi perseguitati nei Paesi comunisti tra gli anni Cinquanta e Sessanta, molti dei quali oggi elevati alla gloria degli altari.
L'inganno di una scorciatoia per la piena felicità su questa terra e quello di una verità destinata a pochi "iniziati" è alla base dell'agguerrito attacco diabolico pienamente in corso nel nostro tempo. Sette e psicosette, monitorate in Italia anche dal ministero degli Interni, continuano a mietere vittime, obnubilando le coscienze e non sempre col semplice scopo di svuotarne le tasche. C'è tutta una schiera di pseudoguru che godono nel destrutturare, attraverso tecniche di plagio, le personalità più fragili, spingendole a un materialismo e a un egoismo sfrenati, mentre parlano di "armonia" e "congiungimento" col cosmo. Illuminanti al riguardo le testimonianze rese di recente da alcune celebrità come la show-girl Michelle Hunziker. Diversi demonologi poi, talvolta non senza esagerazione, hanno messo in guardia dal rischio, elevato specie per gli adolescenti, di messaggi subliminali a sfondo satanico, veicolati attraverso la musica o i video.
Ma l'allarmismo non serve. E la paura non è affatto d'aiuto. La "luminosa difesa", di cui si parla alla conclusione del libro, ci viene dalla fede più sincera, dalle Sacre Scritture, dal più autentico amore cristiano, dalla preghiera convinta. Specie quella mariana, come il Rosario, l'invocazione alla biblica "donna vestita di sole" destinata a schiacciare il serpente. Come Madre premurosa, nei suoi veri messaggi, nelle sue vere apparizioni, non ha fatto altro che ribadire 12 verità del Vangelo in momenti storici ben precisi nei quali gli uomini, suoi figli, sembravano averle dimenticate. Chi si affida totalmente al suo Cuore Immacolato, secondo l'esperienza mistica dei pastorelli di Fatima richiamata più volte dagli ultimi tre pontefici, chi crede davvero al sacrificio d'amore del Cristo, non dovrà temere alcunché, né potrà mai dubitare del trionfo del bene. La "tromba del
Diavolo", allora, continuerà a suonare ma invano, e l'umile barca di Pietro supererà ogni tempesta, come disse Benedetto XVI nell'ultimo giorno del suo pontificato.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
Alle radici del male - La crisi della ragione
Charles Baudelaire, a metà Ottocento, affermava "Miei cari fratelli, non dimenticate mai, quando si sente lodare il progresso della ragione, che il più grande inganno del Diavolo è quello di convincere che non esiste". Da allora sono cambiate molte cose. Con buona pace di Baudelaire, varcato il Terzo millennio non si può ancora sostenere che la mentalità sia orientata all'esaltazione del lume della ragione. Già Chesterton, più di un secolo fa, scriveva: "La ragione ha bisogno di difesa: tutto il mondo moderno è in guerra con la ragione, e la torre già vacilla".
La torre ha profonde crepe. Basti riflettere un momento sulla lotta "scientifica" scatenata contro quella che tutta la filosofia classica ha considerato la ragione per eccellenza: la natura ut ratio ovvero la "legge naturale" o "diritto naturale". Ogni minimo accenno all'esistenza di una legge naturale scatena violente rivolte di pensiero, ribellioni di intellettuali, proteste dei movimenti più emancipati. Eppure sembrerebbe così "naturale" e ragionevole che le ali siano fatte per volare e gli occhi per vedere. Ma non si può dire.
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Ing. Lorenzo Benvenuti il 1 novembre 2014 alle 02:04 ha scritto:
Un libro molto interessante e ben strutturato, che tratta il tema sotto ogni punto di vista, dalla letteratura, allo spiritismo, alle testimonianze di santi ed uomini di Chiesa. Un argomento da non dimenticare e non banalizzare, affrontato con gli occhi della fede, anche per vincere molti luoghi comuni ad esso connessi.
Diego Camassa il 27 aprile 2015 alle 11:42 ha scritto:
Il testo è molto ben redatto con continue citazioni bibliche, evangeliche o tratte da discorsi ed encicliche.
La chiave di lettura è quindi quella cattolica più fedele alla Chiesa ed alle gerarchie ecclesiastiche.
Attualissimo.
Un libro di non facile lettura, ma dai moltissimi spunti di riflessione e con diverse "risposte";
Al lettore il compito di meditare su queste ultime.
Angelo Zibra il 5 dicembre 2015 alle 19:27 ha scritto:
Oltre ai fenomeni più eclatanti. che in realtà si rivelano spesso frutto di psicopatologie, ci sono casi meno evidenti eppure dalle conseguenze nefaste. Questo è l'insegnamento più prezioso che ho tratto dalle molte pagine di questo libro che consiglio di leggere a tutti.
Rudy Cappellari il 16 agosto 2019 alle 19:39 ha scritto:
dal mio modesto punto di vista, uno dei migliori testi sull'argomento. E'stato per me illuminante, entrambi gli autori hanno saputo essere precisi e mirati. Padre Talmelli riesce ad entrare con semplicità in argomenti difficili come l'esorcismo e la psichiatria. Un testo comunque "difficile da sostenere", adatto agli interessati, agli studiosi e a chi è alla ricerca di risposte sul Male.