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La voce dei clienti - Libri

Tutti i commenti per «Libri» (da 856 a 870 di 26202)


Maria Gavina Piras il 16 febbraio 2024 alle 10:56 ha scritto:

Bellissimo lo consiglio vivamente


Prof. Stefano Coccia il 14 febbraio 2024 alle 17:14 ha scritto:

Come ogni anno non potevo non iniziare la Quaresima leggendo il messaggio del Papa pubblicato nei giorni scorsi, dal tema "Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà", che inizia oggi con le sacre ceneri: «Quando ci manca la speranza – afferma il Papa – vaghiamo nella vita come in una landa desolata, senza una terra promessa verso cui tendere insieme. La Quaresima è il tempo di grazia in cui il deserto torna a essere – come annuncia il profeta Osea – il luogo del primo amore. Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti il passaggio dalla morte alla vita. Come uno sposo ci attira nuovamente a sé e sussurra parole d'amore al nostro cuore». Sono fantastiche e dolci queste parole, perché davvero il Signore ci conduce nel deserto, per insegnarci che le nostre schiavitù ci legano ed invece lui ci vuole liberi, liberi di amarlo e di servirlo, specialmente nei nostri fratelli più bisognosi.
All'inizio del messaggio, il Pontefice cita il Decalogo dato a Mosè sul monte Sinai: «Quando il nostro Dio si rivela – ricorda Bergoglio -, comunica libertà. Il popolo sa bene di quale esodo Dio parli: l'esperienza della schiavitù è ancora impressa nella sua carne. Riceve le dieci parole nel deserto come via di libertà. Noi li chiamiamo comandamenti, accentuando la forza d'amore con cui Dio educa il suo popolo. È infatti una chiamata vigorosa, quella alla libertà. Non si esaurisce in un singolo evento, perché matura in un cammino. Come Israele nel deserto ha ancora l'Egitto dentro di sé – infatti spesso rimpiange il passato e mormora contro il cielo e contro Mosè –, così anche oggi il popolo di Dio porta in sé dei legami oppressivi che deve scegliere di abbandonare». Quindi il Papa approfondisce il cammino compiuto dal popolo d'Israele: «L'esodo dalla schiavitù alla libertà – precisa – non è un cammino astratto. Affinché concreta sia anche la nostra Quaresima, il primo passo è voler vedere la realtà. Quando nel roveto ardente il Signore attirò Mosè e gli parlò, subito si rivelò come un Dio che vede e soprattutto ascolta: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell'Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele"».
Da qui il monito di Papa Francesco: «Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove? Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità che originariamente ci lega». Queste domande me le sono poste anche io, diverse volte, e devo dire che altrettante volte le risposte non sono propriamente scontante, perché in alcune situazioni sono sordo a questo grido di aiuto che mi arriva, anche dagli alunni a scuola.
«Il cammino quaresimale – sottolinea il Papa – sarà concreto se, riascoltandole, confesseremo che ancora oggi siamo sotto il dominio del Faraone. È un dominio che ci rende esausti e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro. La terra, l'aria e l'acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È come un'attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito della libertà».
Un passo di questo messaggio che mi ha colpito molto è quando il Papa afferma che è Dio a vedere, a commuoversi ed a liberare il popolo, non è Israele a chiederlo. Questo mi ha fatto molto pensare perché spesso, nella mia vita, ho notato che è Dio è intervenuto e mi ha liberato da alcune situazioni particolari.
In seguito, il Papa ha denunciato un "deficit di speranza", rivolgendo due domande di vita ai credenti: "Desidero un mondo nuovo? Sono disposto a uscire dai compromessi col vecchio?": «La testimonianza di molti fratelli vescovi e di un gran numero di operatori di pace e di giustizia – confida il Pontefice -, mi convince sempre più che a dover essere denunciato è un deficit di speranza. Si tratta di un impedimento a sognare, di un grido muto che giunge fino al cielo e commuove il cuore di Dio».
Ciononostante, il Signore ci è sempre vicino: «Dio non si è stancato di noi – rassicura il Papa, invitando a vivere la Quaresima come un "tempo di conversione, tempo di libertà" -. A differenza del Faraone, Dio non vuole sudditi, ma figli. Il deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale decisione di non ricadere schiava».
E qui Francesco rivolge un nuovo monito: «Più temibili del Faraone sono gli idoli: potremmo considerarli come la sua voce in noi. Potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio su tutti. Ogni essere umano avverte la seduzione di questa menzogna dentro di sé. È una vecchia strada. Possiamo attaccarci così al denaro, a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione, persino ad alcune persone. Invece di muoverci, ci paralizzeranno. Invece di farci incontrare, ci contrapporranno. Esiste però una nuova umanità, il popolo dei piccoli e degli umili che non hanno ceduto al fascino della menzogna. Mentre gli idoli rendono muti, ciechi, sordi, immobili quelli che li servono, i poveri di spirito sono subito aperti e pronti: una silenziosa forza di bene che cura e sostiene il mondo».
Quindi l'invito del Papa: «È tempo di agire e in Quaresima agire è anche fermarsi – esorta Bergoglio -. Fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio e fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito. L'amore di Dio e del prossimo è un unico amore. Non avere altri dei è fermarsi alla presenza di Dio, presso la carne del prossimo». E per riuscirci al meglio, i gesti da compiere sono fondamentali: «Preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti – precisa il Pontefice -, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento. Fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà. Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne e compagni di viaggio». Penso che queste parole siano l'augurio più bello per questa Quaresima 2024 e chiedo davvero al Signore di realizzare queste parole del Papa affinché i cuori di tutti possano risvegliarsi e possiamo sentire l'altro, non un nemico da sconfiggere, ma un fratello da amare.

Il Papa invita ad una proposta concreta che nel suo Messaggio per la Quaresima chiama ogni comunità cristiana a compiere un'azione particolare: «Offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore. Nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, allora, l'umanità smarrita avvertirà un sussulto di creatività: il balenare di una nuova speranza. Cercate e rischiate – aggiunge Papa Francesco, riproponendo le parole rivolte agli universitari in occasione della Gmg di Lisbona -, cercate e rischiate. In questo frangente storico le sfide sono enormi, gemiti dolorosi. Stiamo vedendo una terza guerra mondiale a pezzi. Ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un'agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all'inizio di un grande spettacolo». Nel testo la parola che risulta essere più stimolante e rivoluzionaria, benché spesso inflazionata, è "libertà". Una libertà che va molto oltre ai vari significati che generalmente siamo abituati ad attribuirgli. Una chiamata vigorosa, che non si esaurisce in un momento ma è lunga il cammino di una vita.


Antonio Lucio Esu il 13 febbraio 2024 alle 16:31 ha scritto:

Consiglio a tutti questa lettura. L'autrice ha saputo a mio giudizio esporre in modo chiaro concetti sulla vita di questo grandioso Santo. Un vero contributo all'evangelizzazione


Antonio Lucio Esu il 13 febbraio 2024 alle 16:29 ha scritto:

Un libro che consiglio vivamente con commenti utilissimi per la riflessione personale


Catechista Stefania Falletti il 13 febbraio 2024 alle 13:29 ha scritto:

Libricino adatto e utile per il momento del Battesimo, da regalare nella celebrazione e da sfogliare con il bambino successivamente per comprendere meglio il sacramento ricevuto e riflettere sul suo significato.

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Catechista Stefania Falletti il 13 febbraio 2024 alle 13:24 ha scritto:

Un valido strumento per introdurre i bambini alla scoperta e poi lettura dei Vangeli. Le illustrazioni facilitano la comprensione degli avvenimenti e rendono semplice la spiegazione. Da utilizzare nei momenti di catechismo o regalare ai bambini.

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Catechista Stefania Falletti il 13 febbraio 2024 alle 13:22 ha scritto:

Ottimo libricino per conoscere le prime preghiere e comprendere il valore della preghiera. Da utilizzare nei momenti di preghiera nel catechismo o regalare ai piccoli che stanno scoprendo la fede, Gesù e Dio.

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Il battesimo. Rito
Libro
San Paolo Edizioni (aprile 2017, 48 p.)

PARROCCHIA SAN FLAVIANO il 10 febbraio 2024 alle 20:07 ha scritto:

Libretto con il rito del battesimo, che utilizziamo prima per preparare la famiglia al sacramento e poi nella liturgia. Uno strumento agile e necessario anche per coloro che amministrano il sacramento del battesimo.

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PARROCCHIA SAN FLAVIANO il 10 febbraio 2024 alle 20:03 ha scritto:

Ottimo libricino tascabile E' molto utile per accompagnarmi nelle preghiere. Le preghiere sono catalogate a seconda delle necessità giornaliere. Preghiere essenziali e di facile lettura, senza essere troppo lunghe, per cui si possono recitare in poco tempo.

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Massimiliano Kolbe - Bosco Teresio
Libro
Bosco Teresio Elledici (novembre 1999, 32 p.)

Rosario Drago il 9 febbraio 2024 alle 21:28 ha scritto:

Il Folle dell'Immacolata in una biografia scorrevole!

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Rosario Drago il 9 febbraio 2024 alle 21:26 ha scritto:

Un cammino francescano verso il Risorto!

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Rosario Drago il 9 febbraio 2024 alle 19:52 ha scritto:

Antonio fulgido esempio di minorità francescana in un ritratto facilmente leggibile!

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Umberto Masperi il 9 febbraio 2024 alle 17:04 ha scritto:

Il titolo di questo libro sembra strano,contradditorio o una provocazione,ma la prima parola(?filosofia?) ha un significato specifico (che costituisce l?indagine del libro) rispetto alla seconda [?filosofia?]:per comodità utilizzo ?filosofia A?, ?filosofia B?. La tesi, nei libri di storia della filosofia ,è che la filosofia B ha avuto origine in Grecia coi Presocratici (?i primi filosofi? come scrive Aristotele) a partire dal VII-VI sec.avanti Cristo. L?autore non contesta questa tesi (cfr,p.22 del cap.1°) ma vuole andare alle ?RADICI? delle origini storiche che individua nella civiltà cretese- micenea dal XX sec. A.C. ( non solo quindi nella civiltà greca del cosiddetto Medioevo ellenico[ Poemi omerici, Esiodo, mito e relgioni misteriche]).Il termine radici viene utilizzato con riferimento al concetto aristotelico di ?potenza? e ?atto?.Così scrive,p.23 :? Mostreremo...che queste radici hanno cominciato a formarsi nella civiltà palaziale cretese del XX secolo?.* Entrare nel merito delle analisi che vengono fatte è impossibile in un commento,perché richiederebbe numerose pagine:per comodità indico i capitoli dopo il primo, lungo e ripetitivo. CAP.II:La civiltà cretese (XX-XV).CAP
.III:La civiltà micenea (XVII-XII).CAP:IV:Le fondazioni delle poleis in Magna Grecia e Sicilia (VIII)-CAP.V:La polis e la filosofia. **Al di là di alcune perplessità che sorgono nel corso della lettura, questo libro è utile per arricchire le proprie conoscenze di queste antiche civiltà,sulle quali esistono buoni libri ma,per quanto io ne sappia,non con questo ?taglio? di indagine. (riflessione da non trascurare sono le osservazioni sulla ?pianificazione compiuta della civiltà cretese?, pp.35ss). Le perplessità sono dovute al problema di fondo,la mancanza di documentazione scritta ,come avverte anche l?autore a p.34:?Della civiltà minoica non ci rimangono,come noto,scritti,in quanto la sua scrittura Lineare A,non è ancora stata decifrata L?interpretazione qui proposta risulta pertanto strutturata su criteri differenti in base a quelli che gli storici tradizionali della filosofia antica sono abituati ad analizzare ...?,quindi,aggiunge,? su contenuti ritenuti molto verosimili?. NB. A parte il fatto che il ?molto? con ?verosimili ? stride alquanto,le ?radici? devono trovarsi su terreno adatto (nella metafora: la comunicazione linguistica),altrimenti la filosofia A alla fine risulta essere un discorso di carattere ,troppo, generale,se non generico e ripetitivo (cfr. la ?discrezionalità? di p.39!)Gli storici sanno bene che per civiltà antichissime,come quelle egizia e mesopotamiche, solo la decifrazione di numerosi (!) testi in geroglifici o cuneiformi consente di capire il pensiero di quei popoli,mentre la limitata disponibilità di testi scritti,ad es, degli Etruschi, ci preclude una buona conoscenza del loro pensiero.
°°°°{anche se esula dal tutto, è sempre utile,per aver presente lo ?spirito? della filosofia ? greca? (solo?), ricordare le parole di Aristotele sulla differenza tra l?aspetto teoretico filosofico e quello pratico scientifico-tecnico: ? ... che poi essa non tenda a realizzare qualcosa,risulta chiaramente anche dalle affermazioni di coloro che per primi hanno coltivato la filosofia. Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare,ora come in origine, a causa della meraviglia...se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall?ignoranza,è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica...questa sola,tra tutte le altre scienze diciamo libera:essa solo è fine a se stessa.}NB. Sulla ? meraviglia? l?autore in parte dissente (?non solo?),p.37.
* [Aristotele è chiaro, prima ancora di un Heidegger o Severino nella loro critica all?Occidente asservito ormai sempre più alla ?tecnica?.


Avv. PATRIZIA CASTALDO il 9 febbraio 2024 alle 13:21 ha scritto:

Testo del prolifico scrittore molto coinvolgente ed emozionante. Nel racconto della vita del protagonista, Ultimo Parri, si dipanano le più diverse vicende, ambientate nel periodo dal primo Novecento agli anni sessanta. Si alternano, così, narrazioni inerenti la grande passione del protagonista per le automobili da corsa, atroci episodi della Grande guerra, con un dilungarsi, nel punto, che un po' appesantisce il racconto, ed una storia d'amore " sui generis ", con la compagna che, dopo molti anni dai loro incontri, indaga sulla realizzazione della passione e del sogno segreto di Ultimo.


Dott. DONATELLA PEZZINO il 8 febbraio 2024 alle 11:05 ha scritto:

Un'omelia meravigliosa, con cui Gregorio di Nissa ci fa riscoprire lo stupore per gli eventi dell'Incarnazione e della Natività di Nostro Signore Gesù. Ho trovato particolarmente commoventi i passi che si riferiscono alla Vergine Maria. Edizione splendidamente curata, con un'ottima introduzione.

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