Never say goodbye

C'è qualcosa di molto speciale nelle parole di Thony Brandon. Il suo stile narrativo riesce a fondere due elementi apparentemente inconciliabili: stridore e delicatezza. Quando aprite questo libro per la prima volta, potete aspettarvi di trovare quel contrasto intenso dei noir americani, quella sensazione di costante incompiutezza, quei personaggi imperfetti nella loro natura umana, anti-eroi di storie sporche come le strade delle grandi metropoli. Eppure, in tutto questo, riesce a prendere posto anche qualcosa di lieve, di poetico, di... romantico. Perché tra un guaio e l'altro, tra un bicchiere di troppo ed un tradimento, tra un pericolo ed uno schiaffo, se osservate bene riuscite a scorgere quel filo sottile che attraversa ogni singola scena. È il filo di un sentimento, non soltanto vissuto come emozione dai protagonisti, ma elevato a concetto, innalzato oltre il livello del terreno, per diventare allo stesso tempo sensazione ed aspirazione.