La via luminosa, la via della bellezza, la via della perfezione, la via dell'incontro, la via dell'orante, sono specificazioni di un'antica realtà sperimentata dal "servo fedele della Parola" qual era il padre Giovanni Vannucci, nell'intento di fare della libertà dello spirito il vertice o la massima profondità del compimento umano. L'attenzione ai segni illuminanti della liturgia; il richiamo costante alla qualità del vivere e all'armonia possibile dei linguaggi di relazione; la fedele volontà d'ascesa verso la conoscenza trasfigurante e le forme sempre più pure di dire la somiglianza, di riflettere l'immagine divina archetipa; l'apertura verso il sapere universale, le culture, le differenti esperienze d'incontro con il mistero dell'esistenza divina, immanente e trascendente; lo stato orante, coltivato come atteggiamento globale e continuo, sono i tratti del fortissimum genus di monaco di cui padre Giovanni ci ha lasciato stimolante e insieme dolcissima nostalgia.
"Nella contemplazione del mistero natalizio, come del resto in quella di tutti i misteri della fede, il nostro spirito deve essere ansioso non di raggiungere dei commossi stati d'animo, ma quelle conoscenze offerte a noi per liberare l'atto religioso da ogni accondiscendenza pietistica e devozionale e giungere al compimento, con dignità, del nostro culto liturgico e sacrificale. Il quale non sarà più un'azione in mezzo ad altre attività, la sarà l'azione che ricompone ogni espressione di vita nella realtà del sacro. Basta, per convincerci che nella liturgia ci vengono offerte le conoscenze indispensabili perchè i nostri giorni terreni abbiano un senso, riflettere che il mistero dell'incarnazione compie la discesa nella carne umana della Parola coeterna e coessenziale di Dio. Se la Parola ha assunto la forma umana, in questa sarà espressa la vastità e la profondità della sapienza di Dio, perchè noi uomini legati ai sensi e alla carne apprendiamo le conoscenze che importano veramente. Quindi nel mistero del figlio di Dio incarnato non solo appare la bontà dell'amore misericordioso di Dio, ma ci vengono date, con realtà di fatti, quelle conoscenze che aiuteranno noi ad avere un comportamento corrispondente all'immensità del dono offerto. da ciò deriva quell'atteggiamento che abbiamo suggerito, ripetutamente, a chi, in maniera fertile, desidera partecipare allo svolgersi del mistero liturgico nel corso dell'anno sacro, di parteciparvi con attenzione tale che il nostro essere sia occupato dalle conoscenze che il rito, con la sua complessa capacità evocativa, comunica.
La prima messa della festa del natale è celebrata nella notte profonda: una delle notti che seguono il solstizio invernale che segna la ripresa del cammino dell'astro della luce dopo l'esperienza, fatta dalle creature del nostro emisfero, di notti lunghissime. Nel profondo del silenzio notturno le due nature, l'umana e la divina, l'essere e il non essere, il Tutto, la Parola di Dio e il nulla, la realtà umana, sono unite in un meraviglioso scambio di vita. Il silenzio fecondo raggiunto dalla creatura che fa tacere in se stessa tutte le voci dell'esteriorità: sensi, immaginazione, sentimenti, pensieri, rende possibile la nascita del Figlio di Dio nell'anima. Il mistero dell'incarnazione si è compiuto a Betlem, ma non comprenderemmo nulla di Dio se lo limitassimo nel tempo e nello spazio. Osserva come tutto è concorde con la divina esattezza: la parola di Dio discende nel seno della Vergine che non conosce uomo, nasce fuori della città dell'uomo, in una grotta, non costruita da mano creata, nell'ora in cui regna il silenzio perfetto per il tacere di voci terrene e per l'assenza di luci sensibili. Nel tuo cammino religioso il giorno che sari nel silenzio totale, per la tacitazione delle voci che salgono dai sensi, dai desideri, dai sentimenti ed avrai raggiunto l'oscurità feconda di chi non crede più alle proprie vedute umane e ti sai portato fuori della città costruita dagli uomini, spinto dalla constatazione dell'inutile operare umano, sarai, come la grotta di Betlem, nella condizione di accogliere la Parola di Dio che discende da sempre. Quel giorno, in te e per te sarà nato il Salvatore."