Leonardo Sapienza, sacerdote rogazionista, è Addetto al Protocollo della Prefettura della Casa Pontificia. Ha all’attivo numerosi libri di preghiera e di catechesi sulla vocazione e le vocazioni. Ha curato la pubblicazione di numerose raccolte di massime e pensieri spirituali, e di antologie sulla figura e gli scritti di Papa Paolo VI. Per l’Editrice Rogate ha curato una Collana di sette volumi – “In preghiera con Giovanni Paolo II” – che mette in evidenza i tratti peculiari della spiritualità dell’attuale Pontefice.
NOTA BREVE
Raccolta antologica delle Lettere di Giovanni Paolo II ai sacerdoti per il Giovedì Santo e altri testi dello stesso Pontefice in tema di Eucaristia e Sacerdozio. Un grande tesoro teologico e spirituale sul sacerdozio ministeriale e l’Eucaristia come doni per la Chiesa. Con una Presentazione del Cardinale Darìo Castrillòn Hoyos, Prefetto della Congregazione per il Clero. Il volume si avvale di un Indice analitico per la consultazione, ed è pertanto utilizzabile anche come Opera di studio e di ricerca. Stampato interamente a 4 colori in carta lucida, con una copertina cartonata e con sovracoperta, il volume è arricchito con la riproduzione di capolavori dell’arte su soggetto eucaristico e sacerdotale. DESTINATARI Destinatari naturali del libro sono i Prelati della Curia Romana, il Collegio dei Cardinali, i Vescovi residenziali delle Diocesi italiane, i Sacerdoti e i Parroci. Di grande interesse anche per gli Organismi ecclesiali e le Istituzioni ecclesiastiche. L’allestimento raffinato ed elegante, rende il libro particolarmente adatto per essere donato.
INTRODUZIONE
di LEONARDO SAPIENZA
«Cari fratelli sacerdoti,
agli inizi del mio nuovo ministero nella Chiesa,
sento profondamente il bisogno di rivolgermi a voi...».
Destò grande stupore, nel 1979, la prima Lettera che Giovanni Paolo II rivolse ai sacerdoti in occasione del Giovedì Santo, giorno di particolare comunione tra il Vescovo e i suoi presbiteri.
Da allora, il Santo Padre è stato sempre puntuale nell'aprire il proprio cuore a coloro che, tra le cure molteplici del servizio sacerdotale, sopportano «il peso della giornata e il caldo» (Mt 20, 12).
Il tono e lo stile delle diverse Lettere sono di colloquio fraterno, di serena fiducia e di schiettezza nel modo aperto di esprimersi.
Il Papa non parla, come si suol dire, dall'alto, ma si associa ai sacerdoti nella comune festa del sacerdozio, per ritrovarsi con loro nel cuore stesso del mistero di Cristo.
E manifesta tutta la sua paternità, confida pensieri, racconta la sua esperienza, raccomanda, incoraggia, sostiene...
Tanti e vari sono i temi affrontati dal Papa: l'esistenza e l'identità sacerdotale, la formazione iniziale e permanente, il celibato, la mobilità del clero, la preghiera, i sacramenti, l'amicizia con Cristo, la donna, la famiglia, i giovani, la catechesi, la pastorale vocazionale, la santità...
Un insegnamento ricco, valido per i Vescovi, i sacerdoti, i seminaristi, e per quanti vogliano riscoprire la figura del sacerdote.
Un insegnamento che invita a guardare il prete con gli occhi della fede, per saper vedere in lui non un manager tuttofare, ma «I 'uomo di Dio». «A voi penso incessantemente, per voi prego, con voi cerco le vie dell'unione spirituale e della collaborazione...».
Davvero, in tutti questi anni, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha aperto il suo cuore di Padre ai sacerdoti, e li porta tutti nel suo cuore.La sua preoccupazione è che i sacerdoti abbiano una chiara coscienza:
— di ciò che sono,
— della vocazione a cui sono chiamati,
— della dignità del «dono e mistero» che è posto nelle loro mani,
— del fine per cui sono stati scelti, chiamati, ordinati,
— delle difficoltà che incontrano nel servizio dei fratelli,
— dei bisogni morali e spirituali del mondo in cui vivono.
Abbiano, insomma, coscienza di quell'«Amore più grande» che li ha investiti, e che da loro deve diffondersi negli uomini che incontrano sul loro cammino.
L'ansia del Pastore chiede ai sacerdoti di non sfuggire all'amore che Cristo ha avuto per loro; di amare con nuova passione il modesto, faticoso, ma esaltante servizio sacerdotale, a cui lo Spirito li ha chiamati.
I sacerdoti hanno risposto all'amore mediante l'amore. Si esige per questo, da loro, la «misura alta» della santità.
La santità dei sacerdoti sarà sempre la migliore garanzia della loro fecondità pastorale. Il sacerdozio esige e genera santità.
Solo vedendo sacerdoti gioiosi e fieri della propria vocazione innamorati di Cristo e appassionati per il Vangelo, uomini di preghiera — i giovani avranno il gusto e saranno stimolati ad abbracciare la vocazione sacerdotale.
Gli adolescenti e i giovani aspettano dai sacerdoti una parola di salvezza; cercano una mano fraterna ed amica, che con serena sicurezza li guidi verso l'Assoluto; cercano un volto che non sia una maschera artefatta, ma l'espressione limpida di un amore che si apra ai fratelli in un amore più grande, quale è quello di Dio.
Possa la lettura e la meditazione di queste pagine, sempre fresche e attuali, risvegliare nei sacerdoti l'umile fierezza di servire Dio e i fratelli.
Sull'esempio di Giovanni Paolo II, i sacerdoti siano forti, e siano felici di essere quelli che sono.
Cristo lo chiede.
La Chiesa ne ha bisogno.
Le anime aspettano questo dono totale per la salvezza del mondo.
PRESENTAZIONE
È per me un grande onore ed una vera gioia poter presentare queste Lettere del Santo Padre rivolte a tutti i sacerdoti del mondo. Con animo pieno di affetto paterno per essi e con adorazione orante del mistero eucaristico, Giovanni Paolo II ha ritmato annualmente, in questi suoi ventisette anni di Pontificato, la sua voce di Pastore universale del gregge, per confermare nella carità i ministri di Cristo. Ed é una voce che continua ad elevarsi sul mutevole trascorrere della vita della Chiesa e dell'umanità, e che trova il suo apice nella Lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia, firmata dal Santo Padre il Giovedì Santo dell'anno 2003, nella Basilica di San Pietro, durante la solenne Concelebrazione della Santa Messa in Coena Domini, e nella sua Lettera Apostolica Mane nobiscum Domine del 7 ottobre 2004, che segna l'apertura dell'Anno dell' Eucaristia.
Il Magistero petrino, contenuto nelle Lettere annuali ci offre, come in un'armonica sinfonia dottrinale e pastorale, un insegnamento profondo sull'Eucaristia, sul Sacerdozio e sulla mutua relazione di questi due inestimabili sacramenti, relazione che rimanda alla volontà fondante di Cristo ed alla nascita e alla crescita della sua Chiesa. Perché il Magistero di Giovanni Paolo II rivolto ai sacerdoti é, innanzitutto, ministero della Parola incarnata, servizio della Parola di Dio vivente, di «Colui che è, che era e che viene» (Ap 1, 4); in esso riecheggia l'esclamazione di Pietro e di Giovanni dinanzi al sinedrio di Gerusalemme: «Noi non possiamo tacere» (At 4, 20)! Esso è diakonia della Parola della fede da parte del «Vicario dell'amore di Cristo», come dice Sant'Ambrogio (Expositio in Luc., lib. X), di colui che «presiede la comunità universale nell'amore» (Sant'Ignazio di Antiochia, Ad Rom., Proemio).