Come quasi in uno specchio
(Presenza di franc.) [Brochure]EAN 9788879622226
La narrazione, nel Processo di Canonizzazione, della visione, da parte di Chiara, della mammella di Francesco è tanto sorprendente quanto affascinante, per i risvolti esistenziali e spirituali che lascia intravedere in entrambi i santi di Assisi. Questo stimolante volume, facendo costantemente riferimento alle acquisizioni di precedenti studi e interpretazioni, si concentra sulla dettagliata analisi del particolarissimo episodio riferito da quattro testimoni nel Processo: al seno del suo «piantatore » la «pianticella» si nutre e nel suo seno ella si specchia (cf. FF 2995).
L’Autrice, sorella povera del monastero Santa Chiara di Milano, arricchisce la sua lettura anche con l’apporto di prospettive analitiche e psicologiche, cercando di sondare quale significato abbia la visione nella percezione, da parte di Chiara, della propria identità e vocazione e, al tempo stesso, la risonanza che essa dovette avere presso le sorelle con le quali l'aveva condivisa. Lo studio si articola in quattro capitoli, esaminando il contesto della visione, offrendone un’interpretazione che si avvale anche di «categorie prese a prestito dalla psicologia in chiave evolutiva e dinamica» (p. 22), tratteggiando un interessante parallelo tra la maternità esercitata da Chiara e quella incarnata da Francesco e, infine, delineando il quadro storico entro il quale è stata redatta la Regola dalla santa ed è sorto l’Ordo Sancti Damiani. Nel primo capitolo, «La visione nel suo contesto» (pp. 23-47), l’Autrice proponendo una lettura sinottica delle quattro testimonianze del Processo rileva come la visione narrata dalle sorelle a riprova della solidità, della forza e della santità di Chiara, non abbia tanto la funzione di testamento spirituale, quanto di «raffigurazione iconica di un passaggio che ha forgiato la sua esistenza» (p. 29).
Chiara assume l’identità di madre che le è consegnata: «come ella si era nutrita da Francesco, deve ora in prima persona dare nutrimento alle sorelle» (p. 31). Francesco era stato per lei «la madre» che l’aveva svezzata con il latte buono della forma di vita: così lei era chiamata ad assumere un’identità materna nei confronti delle sorelle. Lo sguardo della Riva si amplia non solo a indicare le varie letture interpretative dell’episodio (cf. pp. 33-37), specialmente in rapporto alla relazione tra Chiara e Francesco, ma anche a indagare più a fondo la portata del termine «visione», considerando l’orizzonte più ampio dell’esperienza biblica e della dimensione profetica familiare all’uomo medievale, come dimostra anche l’esperienza di diverse mulieres religiosae e la simbologia propria del linguaggio liturgico coevo (cf. pp. 38-47).
Nel secondo capitolo, «Lettura della visione de la mammilla de sancto Francesco» (pp. 49-117), l’Autrice propone la sua prospettiva ermeneutica, evidenziando gli elementi simbolici e dinamici che descrivono un processo evolutivo «che ridefinisce in modo nuovo, più maturo, più profondo, il rapporto tra Chiara e Francesco e che, al contempo, porta Chiara all’appropriazione di un’immagine di sé più adulta e completa» (p. 55).
La Santa è, dunque, dapprima in basso come discepola e ancella, quindi posta di fronte come figlia che riceve nutrimento e, infine, nell’atto di specchiarsi, assume la medesima posizione di Francesco-madre, lei stessa come madre. Le immagini della scala che ella ascende con leggerezza per raggiungere Francesco e dell’allattamento, riconducibili a un’ampia letteratura spirituale e mistica, assumono in Chiara una connotazione del tutto personale: in particolare «il dato atipico nella visione di Chiara e` l’allattamento non da Cristo, ma da Francesco » (p. 65). In questa esperienza primordiale, sottolinea l’Autrice, la santa «vive la stessa esperienza di relazione affettiva che si vive con la madre» (p. 66) e, a sostegno di questa sua affermazione, propone un excursus delle piu` recenti acquisizioni in ambito dinamico e sistemico/relazionale, incrociandole con le analisi storiche della visione. Questa lettura integrata permette di rileggere il rapporto tra Chiara e Francesco non solo nella prospettiva della «proiezione di un desiderio di identificazione figlia/madre», ma «come processo dinamico che resta attivo lungo il corso dell’esistenza guidando il comportamento e permettendo l’integrarsi di esperienze nuove nella continua ridefinizione della propria identità» (p. 78).
Ponendo a confronto il testo della visione con il Testamento clariano emergono ulteriori elementi a segnalare l’ottica vocazionale secondo la quale il gesto dell’allattamento può essere inteso: si tratta dell’assunzione, dall’esperienza di Francesco, non solo di uno stile materno relazionale, ma anche di un ruolo istituzionale, dunque di una responsabilità nei confronti della forma vitae ricevuta. Chiara, inoltre, «non si specchia nel latte, ma nell’oro del capezzolo, cioé nel simbolo della funzione del nutrire, dell’essere madre» (p. 107): ella stessa «ora può e deve diventare dispensatrice di quel latte, elargire ella stessa alle sorelle una forma di vita!» (p. 112). In questo contesto Maria Chiara Riva colloca la scrittura della Regola, nella quale i tratti materni si concentrano soprattutto attorno ai due verbi «amare» e «nutrire» (cf. p. 116), insieme all’essere sorella e serva. Chiara, quale madre benedicente, si pone al centro della Benedizione che ella lascia in eredità a coloro che ama: questo testo, nel terzo capitolo, «I tratti di una maternita`» (pp. 119-135), è messo in rapporto con la lettera autografa di Francesco a frate Leone, nella quale il Santo si pone sicut mater nei confronti del fratello, rinviando alla maternità «come figura di un governo di servizio » (p. 126), in un'attitudine di minorità, in accordo con quanto emerso dalla lettura della visione. E' questo il linguaggio materno che Chiara ha appreso e che descrive, insieme, la sua identita` e vocazione. Le stesse vicende storiche che hanno segnato il cammino della comunita` di San Damiano, rapidamente ripercorse nel quarto capitolo del volume, «Le vicende storiche» (pp. 137-152), riflettono lo svolgersi di un percorso di consapevolezza identitaria da parte di Chiara e delle sue sorelle, per le quali il senso della visione era da custodire e testimoniare, essendone esse stesse partecipi. Chiara impara a conoscere «la propria vocazione e si sente chiamata a divenire madre, stendendo per le figlie e insieme a loro una Regola, compendio e forma della vita a San Damiano, perché venga approvata e riconosciuta dalla Sede apostolica» («Conclusione», p. 160), come di fatto accadrà negli ultimi tempi della sua vita.
Il lavoro di Maria Chiara Riva ha il pregio di un’attenzione critica agli studi pregressi, cui – offrendone una sintesi agevole ed efficace – costantemente l’Autrice rinvia e tesse un dialogo stimolante con le scienze analitiche e psicologiche, mirando più ad aprire delle prospettive di lettura che a dare spiegazioni esaustive di un vissuto appartenente a un altro contesto storico e simbolico di riferimento. La «maternità», quale orizzonte ermeneutico in cui comprendere il cammino di Chiara ma anche la sua relazione con Francesco, mette in luce la straordinaria potenza generativa di un rapporto in cui «dare la vita» e «aver cura dell’altro» significa anche aiutarlo a crescere nella liberta` e nell’autonomia di una identità -chiamata donata da Dio.
Tratto dalla rivista Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte" LIV, 2014, fasc. 1-2
(http://www.centrostudiantoniani.it)
Si tratta di un volume di piccole dimensioni, ma ricchissimo di contenuti che riflettono uno studio approfondito, puntuale ed efficace da parte dell’autrice. Ella, in particolare, affronta il tema della famosa visione di S. Chiara, riportata in più punti del Processo di Canonizzazione, nella quale la Pianticella attinge alla mammella di Francesco ricevendo una bevanda dolcissima e dilettevole. La Riva anzitutto compie un’esegesi del testo cercando di datarlo, di interpretarlo e di collocarlo nell’ambito del contesto storico nel quale la santa è vissuta. L’autrice non realizza una disamina personale, ma dà voce a tutti gli esperti che hanno studiato e scritto circa questo illustre fenomeno mistico. Riteniamo davvero molto valida questa impostazione perché il lettore può, in poche righe, rendersi conto delle ricerche fino ad ora elaborate e dei pareri di ciascuno studioso.
Con questa medesima logica Maria Chiara Riva affronta il secondo capitolo. Ella si produce nella lettura spirituale della visione facendo tesoro di quanto teologi e storici hanno offerto nel corso degli ultimi anni su questo evento ritenuto così importante per l’esperienza spirituale dell’Assisiate. Il testo è analizzato passo per passo e, per ogni sua parte, l’autrice offre un approfondito e pertinente quadro teologico fino a dare una spiegazione globale sul significato profondo del fatto in questione. Nella terza parte il tema trattato è quello della maternità, soprattutto in riferimento a Francesco. Chiara è madre, ma, soprattutto alla luce di quanto ella ha visto nel menzionato fenomeno straordinario, anche il Poverello esercita un singolarissimo ruolo materno verso la santa, le sorelle e quanti incontra sul suo cammino. Questo asserto è provato dal contenuto della Lettera a Frate Leone. Anche in questo caso l’autrice si avvale del supporto di molti validi teologi e storici che hanno già studiato questo aspetto del Poverello. Il quarto capitolo tratta della nascita e dell’evoluzione del cammino di Chiara e delle sue sorelle, offrendo una splendida chiarificazione sul carisma e sulla novità che ella apporta a tutta la Chiesa ed alla vita consacrata del tempo.
Il libro è un’opera di grande valore sotto il profilo della ricerca e del contenuto. L’autrice dimostra una grande abilità nel trattare la visione di Chiara secondo le logiche tratte dai testi del Processo di Canonizzazione, avvalendosi dell’autorevole contributo di illustri studiosi il cui pensiero è qui plasticamente sintetizzato. Maria Chiara Riva ha il merito di esporre questo evento straordinario della vita della santa con grande acume e sensibilità, evidenziando un panorama esauriente sullo stato della ricerca sull’argomento in questione. Il volume, che si rivolge ad un pubblico esperto in materia francescana, va ad impreziosire la pluriennale opera delle Edizioni Biblioteca Francescana di Milano, che da moltissimi anni offrono studi di elevato spessore. Plaudiamo all’iniziativa che, senza dubbio, si rivelerà di grande successo editoriale.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2014
(http://www.seraphicum.com)
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