La riforma conciliare dell'«ordo missae»
(Bibliotheca Ephemerides Liturgicae. Subsidia)EAN 9788873670810
«Il presente studio – scrive l’autore nella Premessa – è nato dall’esigenza di approfondire sempre più il significato e il valore dei riti della celebrazione eucaristica, molto spesso segnati da una certa “abitudine”, che porta a non cogliere pienamente la novità ad essi sottesa, e nello stesso tempo a non vivere in maniera attiva e consapevole il mistero celebrato e ad applicarlo poi nel vissuto cristiano. […] Il bisogno di rivisitare più attentamente il percorso rituale della celebrazione della Messa rappresenta un aspetto molto importante per la crescita della comunità cristiana nell’ambito della catechesi e della pastorale e per l’itinerario di conformazione a Cristo di ogni persona battezzata». Gli elementi che sono all’origine di questa nuova edizione li spiega lo stesso autore quando, sempre nella Premessa, scrive:
«L’esperienza acquisita nel corso dell’insegnamento ha suggerito una diversa organizzazione del materiale e una integrazione di non pochi elementi storici per una migliore comprensione degli avvenimenti che portarono alla graduale e progressiva opera di riforma. […] L’inserimento, poi, di diverse appendici, con materiale relativo al rito della Messa preconciliare e postconciliare, facilita la comparazione degli schemi del Coetus X con i programmi rituali del Messale di Pio V e di Paolo VI.
La pubblicazione di un nostro studio sull’iter redazionale dell’Institutio Generalis, attraverso l’analisi degli schemi preparatori, ha chiarito alcuni passaggi che si riflettono necessariamente sull’opera di riforma dell’Ordo Missae. […] La dissertazione della tesi dottorale di Anne-Marie Petitjean tenuta all’Institut Catholique di Parigi nel 2000, dal titolo La genèse du rite de préparation des dons du Missel de Paul VI, ha contribuito a precisare alcune fasi del lavoro del Coetus X. […] Inoltre, la pubblicazione dell’editio typica tertia del Missale Romanum e i lavori intrapresi in diverse nazioni per la sua traduzione nelle lingue vernacole ha costituito un’occasione propizia per riprendere il materiale prodotto e continuare ad una più precisa e globale investigazione sul liber princeps del ministero sacerdotale […]. Non pochi avvenimenti ecclesiali poi, – come la pubblicazione dell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia di Giovanni Paolo II e dell’Istruzione Redemptionis Sacramentum […] e la pubblicazione dell’Esortazione Apostolica postsinodale Sacramentum caritatis di Benedetto XVI – ne hanno sollecitato la realizzazione.
Oltre a ciò, la pubblicazione della Lettera Apostolica Summorum Pontificum di Benedetto XVI […] richiama ad una lettura attenta, seria ed equilibrata del percorso di riforma dell’Ordo Missae e dell’intero Messale di Paolo VI, “espressione ordinaria della lex orandi della Chiesa cattolica di rito latino”, rispetto al Messale di Pio V, nuovamente edito da Giovanni XXIII, “espressione straordinaria della stessa lex orandi”. […] Resta da verificare sul piano dell’approfondimento teologico e della prassi pastorale la convivenza nell’ambito liturgico di queste “due espressioni della lex orandi della Chiesa”, considerate “due usi dell’unico rito romano”».
La lunga citazione lascia intravedere il lavoro che è stato realizzato e soprattutto le motivazioni che ne stanno all’origine. Eventi recenti, come appena evidenziato nella Premessa dello stesso autore, esortano a elaborare studi di questo genere in modo che il giudizio emerga sereno non da atteggiamenti dettati da situazioni psicologiche, ma dal confronto con i dati. È questa la base per elaborare successivamente una teologia liturgica e, di riflesso, una spiritualità che muovendosi dalla celebrazione permetta di realizzare nella vita l’esperienza del mistero.
Il volume riconsidera approfonditamente i tratti fondamentali della riforma liturgica del Vaticano II, prendendo in esame il Messale e in modo particolare l’Ordo Missae, nel periodo che va dall’inizio dei lavori del Coetus X fino all’elaborazione definitiva. Tutto questo ha comportato una rilettura in maniera critica delle proposte avanzate durante gli anni 1964-1968. Con un obiettivo specifico: non lo studio di tutto l’Ordo Missae, ma come preannunciato nel sottotitolo, solo i tre riti processionali (ingresso, offertorio, comunione).
Il contenuto e la struttura del volume sono disposti in due parti: storica e analitico-sintetica; numerose Appendici, dalla p. 331 in poi, danno il senso della documentazione consultata e in buona parte riportata.
La prima parte, sotto il titolo: Il Concilio Vaticano II e la riforma dell’Ordo Missae, comprende quattro capitoli che offrono una visione generale e introduttiva alla comprensione del materiale originale che sarà analizzato nella seconda parte. Si ripercorrono le tappe costitutive del Vaticano II, evidenziando la graduale e progressiva affermazione delle finalità connesse alla riforma dei riti. Questa la successione dei capitoli: I: Lo stadio preliminare della riforma dell’Ordo Missae; II. La redazione dell’articolo 50 della Sacrosanctum Concilium; III. Il Coetus X nel piano globale della riforma liturgica postconciliare; IV. Il Coetus X e la Messa normativa.
La seconda parte, sotto il titolo: La riforma dei riti d’ingresso, di offertorio e di comunione, mette a disposizione i contenuti degli schemata del Coetus X, che costituiscono la parte più originale della ricerca. L’analisi storico-diacronica dei diversi sintagmi rituali si apre a una prima sistemazione tematica di una parte degli schemi con metodo scientifico. Tale sezione che ha lo scopo di offrire alcuni tratti del lavoro preparatorio dell’Ordo Missae, rileva le varie proposte avanzate dai membri del gruppo di studio. Questi i capitoli che segnano il percorso: V. I riti d’ingresso; VI. I riti di offertorio; VII. I riti di comunione.
La parte preponderante del volume è costituita dalle Appendici. La prima, la più ampia e ricca di documentazione, presenta tutti gli schemata de Missali Romano. Si tratta di una documentazione che va dalle Quaestiones tractandae (17 aprile 1964) fino allo schema n. 293: De Missali del 24 maggio 1968. La seconda offre una sinossi degli schemi contenenti l’Ordo Missae. Lo studioso ben comprende l’importanza di un simile lavoro sinottico per cogliere la progressione del progetto. L’Appendice successiva si muove ancora in ordine sinottico per prersentare l’Ordo Missae nelle principali fasi della sua elaborazione (1962, 1965, 1968, 1970). La IV Appendice offre una sinossi delle variazioni all’Ordo Missae nelle tappe intermedie della riforma. E finalmente nella V Appendice sono riportati due testi che hanno fatto storia durante la riforma liturgica e che sarebbe bene tener presenti nel tempo. Si tratta del Breve esame critico del Novus Ordo Missae (di A. Ottaviani e A. Bacci) e della risposta puntuale di C. Vagaggini: Il nuovo Ordo Missae e l’ortodossia. Quest’ultimo testo è stato pubblicato ancora nel fascicolo che «Rivista Liturgica» 96/3 (2009) ha dedicato a Vagaggini, sotto questo titolo: Cipriamo Vagaggini. L’«intelligenza» della liturgia.
La lezione che scaturisce dall’opera, oltre a tanti meriti per aver offerto una documentazione non facilmente accessibile, si concentra in particolare sul metodo analitico-sintetico per realizzare un’analisi storico-diacronica dei diversi sintagmi rituali che compongono i riti d’ingresso, di offertorio e di comunione, con un approfondimento previo del panorama conciliare, contesto in cui si inserisce lo specifico contributo del Coetus X.
L’analisi permette di cogliere solo quegli elementi che rimandano esplicitamente all’oggetto studiato, prescindendo – è opportuno ricordarlo – dagli schemi redazionali dell’Institutio generalis Missalis Romani (cf. al riguardo M. Barba, L’Institutio Generalis del Missale Romanum. Analisi storico-redazionale dei riti d’ingresso, di offertorio e di comunione, LEV, Città del Vaticano 2005 [= Monumenta studia instrumenta liturgica, 40]; Id., Institutio Generalis Missalis Romani. Textus - Synopsis - Variationes, LEV, Città del Vaticano 2006 [= Monumenta Studia Instrumenta Liturgica, 45]). Lo studio della riforma del rito della messa passa ora attraverso la conoscenza diretta degli schemi di lavoro per una integrale e corretta comprensione.
«Lo storico che nel futuro vorrà ritessere la via dolorosa e gaudiosa di ciascuno dei riti riformati, di ciascuna delle formule riusate o composte o restaurate, di ciascuna delle rubriche o delle leggi e norme pastorali, che arricchiscono i libri riformati, potrà usufruire di un archivio che raccoglie un materiale di una ricchezza incredibile: quell’archivio […] mostra nel modo più evidente con quanto senso di responsabilità davanti a Dio e alla Chiesa abbia lavorato quell’organismo […] che passerà alla storia col nome […] di Consilium» (card. B. Gut nell’indirizzo di omaggio a Paolo VI il 10 aprile 1970, in A. Bugnini, La riforma liturgica [1948-1975]. Nuova edizione riveduta e arricchita di note e di supplementi per una lettura analitica, CLV-Ed. Liturgiche, Roma 1997 [= Bibliotheca «Ephemerides Liturgicae». Subsidia. 30], p. 198).
Parole che invitano a ritornare su quanto è stato compiuto durante gli anni di preparazione e attuazione della riforma conciliare. Solo attraverso una rivisitazione critica degli atti e dei documenti conservati negli archivi è possibile ripercorrere, con sapienza e rispetto, le tappe della riforma. Ed è in questa linea, e solo in essa, che si può realizzare quell’ermeneutica della continuità che sembra attirare tanta attenzione in tempi recenti, come se la logica che ha illuminato e sorretto il lavoro della riforma liturgica non avesse ben presente l’attuazione di una mens, quella conciliare, sulla linea di una sana traditio. Ma qui, proprio al riguardo del concetto di traditio sembrano sorgere i problemi. Il confronto con quest’opera può essere quanto mai illuminante al riguardo.
Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)
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Studente Óscar Vega Prieto il 16 agosto 2019 alle 18:47 ha scritto:
Questo libro è probabilmente il più importante contributo allo studio della riforma del rito della Messa (la più "visibile" delle riforme liturgiche) nella decada di 1960. Il suo punto forte è (si potrebbe dire paradossalmente) l'appendice in cui vengono contenute la maggioranza delle pagine. La pubblicazione del documenti ufficiali della commissione liturgica permette di accennare gli obiettivi dei suoi membri, e stabilire una genealogia tra il rito romano attuale e quello vigente fino ai primi anni '60, oltre che con le fonti e tradizioni liturgiche che servirono d'ispirazione ai nuovi elementi.
Lo studio che accompagna questa pubblicazione, seppure utile per capire dei tratti di questo processo di riforma, non ha la stessa portata. Comunque bisogna ringraziare l'autore per aver reso accessibili tutti questi materiali.
Edmond OUEDRAOGO il 6 luglio 2020 alle 17:30 ha scritto:
"Intimamente connessi tra di loro, l'Ordo Missae (OM) e la Sacrosanctum Concilium (SC) costicuiscono sotto il profilo cronologico e teologico una tappa importante per la comprensione della liturgia nella economia della identità e della missione della Chiesa..." Questa affermazione del Felice di Molfetta nella presentazione di questo studio di Maurizio Barba dimostra quanto tale investigazione ci porta al cuore della Riforma del Vaticano II quale "aggiornamento" della "fons et culmen" della Chiesa: la Liturgia. Si tratta pure di una compilazione aggiornata felicemente con la editio typica tertia del Missale Romanum, offrendo la storia e lo svilupo dei singoli riti, nonché una abondante appendice dei diversi schemi su cui il "Coetus a studiis X de Ordine Missae" portò a compimento le orientazioni dei Padri conciliari.
Ernesto Valderrama il 10 novembre 2023 alle 21:24 ha scritto:
Il presente libro offre un percorso storico della genesi della riforma conciliare dell'Ordo Missae. Il libro si articola in due parti principalmente, la prima: Il concilio Vaticano II e la riforma dell'Ordo Missae, nella quale l'autore studia le diverse fase del Concilio in relazione alla riforma dell'Ordo Missae, per dopo studiare i lavori del Coetus X del Consilium, incaricato della revisione e redazione dell'Ordo Missae. Nella seconda parte studia la riforma dei riti d'ingresso, di offertorio e di comunione, il libro conclude con un ricco insieme di Apendici riportando i diversi Schemata de Missale Romano, frutto del lavoro del Coetus X.