Si propongono gli ultimi quattro volumi di un percorso in otto tappe alla scoperta del Vangelo, della Buona Notizia di Gesù, accompagnati da colei che è Sua e nostra Madre: Maria. Otto libretti che portano la preziosa firma del Card. Angelo Comastri, autore di numerosi volumi di spiritualità e meditazione, predicatore profondo e ispirato che sa trasmettere il messaggio cristiano con passione e semplicità. Questi ultimi quattro volumi narrano la concreta realizzazione dell’amore e della vita attraverso l’insegnamento, la passione, la morte e la Risurrezione di Cristo. La passione, sopportata nell'abbandono totale, è la porta alla comprensione del mistero dell’esistenza divina. Lo fu per i discepoli e Maria, lo è anche per noi. Il lettore è inviato a ricomporre questo mistero, così da giungere a comprendere la profonda unità della risurrezione del Figlio con l’elevazione al cielo della Madre, nell'attesa che Egli ritorni e ci conduca con sé. In questo modo, il percorso iniziato meditando la nascita, troverà compimento e realizzazione.
PREFAZIONE
Una sera, mentre salutavo gli ammalati a Loreto, vidi una culletta che non ospitava un bambino, ma una donna adulta: un piccolissimo corpo (58 cm!) con un volto splendidamente sorridente. Tendo la mano per salutare, ma l'ammalata con gentilezza mi risponde: «Padre, non posso darle la mano, perché potrebbe fratturarmi le dita: io soffro di osteogenesi imperfetta e le mie ossa sono fragilissime. Voglia scusarmi».
Non c'era nulla da scusare, evidentemente.
Rimasi affascinato dalla serenità e dalla dolcezza dell'ammalata e volevo sapere qualcosa di più della sua vita. Mi prevenne e mi disse: «Padre, sotto il cuscino della mia culletta c'è un piccolo diario. È la mia storia! Se ha tempo, può leggerla». Presi i fogli e lessi il titolo: Felice di vivere! I miei occhi tornarono a guardare quel mistero di gioia crocifissa e domandai: «Perché sei felice di vivere? Puoi anticiparmi qualcosa di quello che hai scritto?».
Ecco la risposta che consegno alla meditazione di tutti in occasione del Santo Natale, che è la festa degli umili e dei piccoli, di coloro che hanno facile accesso alla grotta santa di Betlemme.
L'ammalata mi disse: «Padre, lei vede le mie condizioni... ma la cosa più triste è la mia storia! Potrei intitolarla così: abbandono! Eppure sono felice, perché ho capito qual è la mia vocazione. Sì, la mia vocazione! Io, per un disegno d'amore del Signore, esisto per gridare a coloro che hanno la salute: "Non avete il diritto di tenerla per voi, la dovete donare a chi non ce l'ha, altrimenti la salute marcirà nell'egoismo e non vi darà la felicità". Io esisto per gridare a coloro che si annoiano: "Le ore in cui voi vi annoiate... mancano a qualcuno che ha bisogno di affetto, di cure, di premure, di compagnia; se non regalerete quelle ore, esse marciranno e non vi daranno la felicità". Io esisto per gridare a coloro che vivono di notte e corrono da una discoteca all'altra: "Quelle notti, sappiatelo, mancano, drammaticamente mancano a tanti ammalati, a tanti anziani, a tante persone sole che aspettano una mano che asciughi una lacrima: quelle lacrime mancano anche a voi, perché esse sono il seme della gioia vera! Se non cambierete vita non sarete mai felici!".
Io guardavo l'ammalata, che parlava dal suo pulpito autorevole: il pulpito del dolore! Non osavo commentare, perché tutto era stupendamente e drammaticamente vero. L'ammalata aggiunse: «Padre, non è bella la mia vocazione?».
Risposi abbassando la testa: ero d'accordo! Non era forse questo il senso profondo della felicità annunciata nelle Beatitudini? La scoperta che l'amore di Dio in Gesù offre una chiave di lettura completamente nuova della storia e delle storie dio delle persone. Questo, caro lettore, troverai nelle pagine che seguono: un po' di pensieri sul senso delle beatitudini evangeliche e sul loro valore nella vita di oggi. Abbiamo molto bisogno di tornare a scrutare da vicino tutta una serie di valori che nella società moderna si rischia di dimenticare. 1
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
LE SCELTE DI DIO
André Gide (1869-1951) è stato un grande sporcaccione!
Egli stesso dichiarò:
«Mio Dio, vengo a voi con tutte le mie piaghe che sono divenute ferite e con tutti i miei peccati sotto il peso dei quali la mia anima è schiacciata... Signore, se dovete aiutarmi, che aspettate? Solo come sono, non ce la faccio. Ah, non lasciate che il Maligno prenda il vostro posto nel mio cuore! Non vi lasciate spodestare, Signore!
Se vi ritirate completamente, s'insedia lui. Ah, non confondetemi del tutto con lui! Non lo amo poi tanto, ve l'assicuro... Signore, vengo a voi come un fanciullo; come un fanciullo che volete che divenga, come il fanciullo che diviene chi si abbandona a voi.»
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Prof. Marco Vismara il 18 febbraio 2015 alle 21:22 ha scritto:
Il messaggio delle Beatitudini, il grande "Discorso della montagna" raccontato con grande sapienza e semplicità dal card. Angelo Comastri, che parla anche di Maria, donna delle beatitudini e dei Santi, modello delle beatitudini realizzate.