Esaurito
Descrizione
Nel XII secolo, quando la situazione politica interna a Bisanzio va consolidandosi e l'alleanza tra Chiesa e Impero diventa una sorta di «asse di ferro», si consuma la vicenda della condanna per bogomilismo - un'eresia dualista diffusasi a partire dal X secolo - di una serie di personaggi, per lo più monaci, tra cui spicca Costantino Crisomallo. L'analisi dei suoi Discorsi dimostra che egli è lontanissimo dalla teologia bogomila ed è invece l'esponente di quello che si può chiamare un «elitarismo della perfezione», fortemente spiritualistico e come tale non conciliabile con le istanze di controllo istituzionale perseguito dalla politica imperiale in accordo con il magistero ecclesiastico. La vicenda di Crisomallo si inserisce nella storia della posterità monastica di un grande mistico, Simeone il Nuovo Teologo (949-1022), ma il suo processo va letto in connessione con le strategie politiche dell'Impero e del Patriarcato di quell'epoca che, pur non essendo esplicitamente antimonastiche, avevano come obiettivo la normazione e il controllo di fenomeni monastici carismatici e spiritualistici di grande prestigio e portatori di istanze autonome, e che tenacemente si sottraevano all'accentramento istituzionale e burocratico avviato da Alessio Comneno e consolidato dalla gerarchia ecclesiastica lungo tutto il XII secolo. L'accusa, falsa, di bogomilismo mossa al Crisomallo non fu che la maschera con la quale le istituzioni della Chiesa ortodossa intesero colpire e sottomettere le correnti spiritualistiche che tentarono di opporsi alla centralizzazione del governo ecclesiastico e politico del mondo bizantino.
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Nel 1140 alcuni monaci del convento Kyr Nicolas (Costantinopoli) denunciano post mortem l’opera di Costantino Crisomallo come eretica. La sua dottrina viene condannata come «bogomilita» (eresia dualista) all’interno di una crescente diffidenza delle scuole spirituali monastiche, poco propense a farsi irreggimentare dalla sinfonia del patriarca e del potere imperiale. La falsa accusa (come dimostrano le analisi dei suoi discorsi) fu la maschera con la quale le istituzioni della Chiesa ortodossa intesero sottomettere le correnti spirituali critiche della centralizzazione del governo ecclesiastico e politico del mondo bizantino.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 14
(http://www.ilregno.it)
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