Un libro che ha riscosso nei secoli un'accoglienza paragonabile a quella del Vangelo.Un appassionato invito agli uomini a cercare le realtà essenziali della vita, a rientrare in se stessi per incontrare Dio.
INTRODUZIONE
L'Autore e il suo ambiente
Questo straordinario libro, che ha riscosso in tutti i secoli e in tutti i popoli un'accoglienza paragonabile a quella del Vangelo (Bossuet, anzi arrivò a definirlo: il «quinto Vangelo»), non porta sul frontespizio il nome di chi lo scrisse.
Noi lasciamo agli studiosi il difficile compito di stabilire chi fu quel grande che ci ha lasciato queste pagine sublimi. Sia egli l'italiano Giovanni Gersenio (ca. 11801240) o il fiammingo Tomaso da Kempis (1380-1471), o un altro o più altri, il pregio del capolavoro che è /'Imitazione di Cristo rimane intatto: un appassionato invito agli uomini ad attaccarsi alle realtà essenziali della vita, fuggendo il fascino ingannevole del mondo.
Del resto, quante cose ammirevoli non ci ha regalato il Medioevo, dalle incantevoli melodie gregoriane alle stupende moli delle cattedrali, senza che gli uomini di genio che le crearono si preoccupassero minimamente di tramandare ai posteri il loro nome? Tutto quanto operavano, era dedicato alla gloria di Dio e al bene spirituale dei loro fratelli, e raggiunto questo nobile intento, essi nient'altro chiedevano per sé.
L'Autore dell'Imitazione ha lasciato la sua firma quando ha detto: «Ama di non esser conosciuto e di essere stimato un nulla» (libro I, cap. 2).
Una cosa è certa: l'Imitazione fu composta da un monaco per l'edificazione dei monaci. Questa circostanza spiega il linguaggio, le preoccupazioni, il tono spirituale di questo impareggiabile libro. In un secondo tempo, esso è uscito dalle chiuse oasi dei conventi e dei monasteri, è incontro a tutti quelli che, senza esser monaci, sentono la necessità di ascoltare una parola di verità e di vita in mezzo al rumore, alle delusioni, al vuoto del mondo.
Contro l'intellettualismo
Qua e là, non è difficile imbattersi in qualche espressione polemica contro le astruse speculazioni di alcuni teologi che si perdevano in sottili interminabili discussioni le quali, se affilavano la ragione, lasciavano però un senso di penuria spirituale. Quindi, le frecciate che il nostro Autore scocca talora contro lo studio della teologia, si possono interpretare come reazione a un certo modo accademico e arido di studiare le verità rivelate da Dio.
Sommessa o palese, la diffidenza del nostro Autore verso la vita intellettuale deve essere spiegata, oltre che dal punto di vista storico, anche da quello ascetico. È stretto dovere d'ogni cristiano, soprattutto dei sacerdoti, sviluppare le loro capacità di riflessione e di ragionamento. Nel mondo c'è tanta indifferenza e tanto peccato proprio a causa dell'ignoranza, dell'immaturità, della superficialità, che riducono l'uomo a facile preda delle idee correnti.
Però, c'è anche un eccesso opposto: quello di attendere allo studio delle cose divine con uno stile febbrile ed esclusivamente teorico. E così, una scienza preziosa che dovrebbe portare a Dio, finisce per allontanare da lui, perché diventa una specie d'idolatria. La consapevolezza della propria cultura, in effetti, alimenta l'orgoglio, l'abuso del ragionamento inaridisce le nostre capacità emotive, così necessarie per amare concretamente Dio e il prossimo.
Assenza di Maria?
È stato anche notato che questo bellissimo libro non ricorda che una volta, e di passaggio, la Vergine Maria (libro IV, cap. 17).
È un'assenza inspiegabile, che duole al cuore d'un devoto. Stupisce che un Autore così profondamente imbevuto delle dottrine e sensibilità dei Padri e Dottori della Chiesa, fino a echeggiare parola per parola le magnifiche espressioni di uno scrittore innamorato di Maria come san Bernardo, non abbia consacrato un capitolo, una pagina, un paragrafo in lode alla Madre di Dio.
Qualunque spiegazione riesce difficile. Per scagionare (se ne avesse bisogno) il nostro Autore, osserviamo che anche nel Vangelo lo spazio materiale riservato alla Madonna è pochissimo: i suoi gesti, i suoi detti, i suoi fatti, sono incredibilmente scarsi e saltuari; eppure, tutta la Scrittura parla di lei, sa di lei! Anche Imitazione parla continuamente di Maria, senza farne il nome, perché ogni pagina è satura del suo spirito umile, contemplante e infuocato d'amore, in quell'insaziato e purissimo fissare Gesù nell'ignominia della croce e nell'ardore della gloria, in quella predilezione per la vita nascosta, semplice, inosservata, tutta imbevuta di divino. Il tono del libro è, in questo senso, squisitamente mariano.
Contro l'esagerato attivismo
L'Imitazione di Cristo sembra, qualche altra volta, schierarsi contro le attività della vita, considerate come fonte di distrazione, per dedicarsi completamente al silenzio e alla contemplazione delle cose supreme.
Si è già osservato che il libro ebbe primi e naturali destinatari quelli che volontariamente si estraniano dal mondo per chiudersi nella solitudine di un chiostro, consacrandosi esclusivamente alla preghiera e alla perfezione della vita cristiana. Se però si considera attentamente, il pessimismo nei confronti del mondo e delle assorbenti attività della vita, non vuol certo inculcare una specie di virtù del disprezzo contro tutto quello che non è direttamente orazione e penitenza. Nulla di più sbagliato.
E del resto, se vogliamo imitare Cristo, non possiamo dimenticare come la massima parte dei suoi anni egli li abbia trascorsi nel duro lavoro di falegname a Nazaret, come garzone di san Giuseppe prima, e poi come artigiano, per sostenere sé e la Madre sua nella loro vita poverella.
L'Imitazione è tutta un grido di allarme contro le esagerazioni dell' attivismo, contro un mondo che vorrebbe sommergerci nella superficialità, nell'esortazione a non trascurare la nostra vita interiore con la scusa che abbiamo molte cose da imparare, da vedere, da fare.
«Il regno di Dio è dentro di te! Una cosa sola è necessaria!». Queste parole del Vangelo sono come il motivo dominante, sul quale è tessuta da capo a fondo l'Imitazione di Cristo. E quindi non è una condanna dell'azione per se stessa, ma dello smodato e dissennato agitarci in mezzo a mille cose diversamente importanti, col rischio di mettere in un canto le nostre relazioni intime con Dio.
Basta che leggiamo una sola massima, per comprendere l'equilibrio del nostro Autore: «L' uomo interiore si raccoglie spontaneamente, perché non si disperde mai tutto nelle cose esteriori. A lui non sono di pregiudizio l'attività esterna e quelle occupazioni che sono di tempo in tempo necessarie, perché sa adattarsi sempre alle circostanze» (libro II, cap. 1).
Noi abitatori della terra non abbiamo bisogno che qualcuno ci esorti a una vita dispersiva, fatta di innumerevoli interessi, divagazioni, cose e persone: ci siamo dentro anche troppo. Invece, c'è bisogno che qualcuno ci metta instancabilmente e magari bruscamente in guardia contro il pericolo che corriamo di rimanere talmente impigliati nelle faccende di quaggiù, fino a scordare che lo scopo della nostra vita è Dio e quanto a Dio ci conduce e a lui ci avvince: la preghiera, la rettitudine, l'amore fraterno, la padronanza di noi stessi, la mortificazione, la costante vigilanza sulle insidie del Maligno.
Questo è il «messaggio» dell'Imitazione di Cristo, in questi nobili e accorati richiami consiste la sua bellezza e la sua perenne attualità. «Rientra in te stesso!»: è il succo dell'intero libro.
La trama e Io stile
«È un libro lettissimo, perché ogni frase sembra scritta per ciascuno che la legge e per il momento in cui si legge. Tutto sostanziato di Sacra Scrittura, porta in sé il segreto di una giovinezza, la giovinezza dello spirito, che esso alimenta e di cui fa sentire la nostalgia a chi l'ha perduta. La sua trama è lineare. Diviso in quattro parti, o libri, di ampiezza differente, non si propone dei trattati, ma intende porgere istruzioni spirituali in forma sentenziosa, spesso senza legame, ma non senza logica» (Antonio Blasucci).
La prima parte (libro I), che consta di 25 capitoletti, è una raccolta di pensieri e di esortazioni utili per una vita cristiana cosciente e sincera.
La seconda parte (libro II), la più breve, perché comprende appena 12 svelti capitoli, è un richiamo alla vita interiore con accenti soffusi di lirismo. Segue la terza parte (libro III), che abbraccia 59 capitoli, ed è quindi di gran lunga la più ampia e ci presenta, sotto forma di amoroso colloquio tra Dio e l'anima, parole di conforto e di esortazione a gustare le gioie della vita di grazia. L'Autore vi manifesta una profonda esperienza della psicologia umana e della vita spirituale.
La quarta parte (libro IV), che si stende per 18 appassionati capitoletti, si sofferma con devozione ardente sui diversi aspetti del mistero eucaristico e particolarmente sulle disposizioni interiori richieste per una fruttuosa Comunione.
Lo stile non scintilla di retorici colori. Semplice, scarno, immediato, esso vuole giungere al cuore del lettore con la persuasiva bellezza del contenuto. Si sente che l'Autore ha consumata dimestichezza con la cadenza di certi libri della Sacra Scrittura, in primo luogo i salmi e i libri sapienziali. Ogni versetto va ruminato lentamente, perché la sua sostanza possa essere assimilata dall'anima. Entrare in noi stessi, per conoscere lealmente la nostra miseria spirituale, per incontrare Dio che dimora nell'intimo delle sue piccole creature: è questo il filo conduttore d'un libro che ben a ragione s'intitola Imitazione di Cristo. Esso è una guida affettuosa e pratica verso la Verità nascosta, verso una vita intensamente cristiana, fatta di saggezza, di preghiera, di operosa bontà.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
L'IMITAZIONE DI CRISTO E IL DISPREZZO DELLE VANITÀ DEL MONDO
1. Conformità a Cristo
«Chi segue me, non cammina nelle tenebre»', dice il Signore.
Con queste parole, Cristo esorta a imitare la sua vita e il suo comportamento, se vogliamo veramente essere illuminati e liberati da ogni cecità di cuore. Sia dunque nostro sommo impegno meditare la vita di Gesù.
2. Lo spirito di Cristo
La dottrina di Cristo supera tutte le dottrine dei san ti; e chi avesse il vero spirito, vi troverebbe la manna nascosta'. Accade però che molti, sebbene ascoltino spesso il Vangelo, ne sentono poco desiderio, perché non hanno lo spirito di Cristo'.
Chi vuole dunque pienamente e saporosamente capire le parole di Cristo, bisogna che cerchi di conformare tutta la sua vita a quella di Lui.
3. La scienza vana
Che ti serve dissertare magistralmente sulla Trinità, quando non sei umile, e perciò alla Trinità dispiaci?
Qui trovi riportati i commenti degli utenti di LibreriadelSanto.it, con il nome dell'utente e il voto (espresso da 1 a 5 stelline) che ha dato al prodotto.
I commenti compaiono ordinati per data di inserimento dal meno recente (in alto) al più recente (in basso).
Rita Degli Esposti il 26 settembre 2012 alle 22:36 ha scritto:
E' stato un valido aiuto per la maggior parte dei santi. Un testo veramente ricco di consigli su come raggiungere la santità, meta alla quale ogni cristiano dovrebbe tendere.
Di facile lettura per la struttura a capitoletti, è però necessario meditarli perché le parole dell'autore siano fruttuose per l'anima.
Studente Emanuele Cappetta il 19 ottobre 2012 alle 10:34 ha scritto:
Bellissimo libro, molto profondo e utile a interiorizzare meglio la fede.
Giovanni Basile il 22 agosto 2016 alle 18:33 ha scritto:
Prezioso libro che dovrebbe essere letto, almeno una volta, da ogni credente. L'autore,(Tommaso Da Kempis?), mostra di conoscere le pieghe dell'animo umano, con tutte le sue fragilità e i suoi vizi, come pochi. Un piccolo gioiello della spiritualità crisitiana. Io ne ho sei/sette edizioni differenti: questa qui mi sembra fra le migliori.
roberta bubola il 30 novembre 2018 alle 23:23 ha scritto:
Intramontabile come libro
vittoria calderone il 17 febbraio 2019 alle 01:34 ha scritto:
Un testo immancabile per chi intende orientarsi nella Via di Cristo
Anto Simic il 21 dicembre 2021 alle 12:52 ha scritto:
Un libro che ogni credente dovrebbe assolutamente leggere e avere nella propria biblioteca, lo consiglio associato alla lettura quotidiana della Bibbia, in quanto è pieno di riferimenti e insegnamenti biblici.
Da leggere e meditare con calma, davvero consiglio assolutamente.