Riccardo Terzi, dopo essere stato un importante dirigente del Pci, ha percorso un lungo tratto della sua vita nella Cgil. Vi è entrato nel 1983, lasciando gli incarichi di partito dopo lo scontro con Enrico Berlinguer sulla questione del «compromesso storico». La scelta degli scritti di Terzi segretario nazionale dello Spi Cgil copre un periodo (2006-2014), in cui la politica e il conflitto sociale, la funzione di governo e la rappresentanza sindacale si divaricano. Vengono avanti profondi sconvolgimenti di identità e di significati. Le parole (sinistra, riforme, partecipazione) cambiano di senso. Vien meno la centralità del lavoro. Occupano la scena gli individui, i loro bisogni di legalità, di diritti civili, di buon vivere. La democrazia si riduce all'esercizio del voto nelle nuove forme, dalle primarie alle consultazioni sul web. I lavoratori e gli anziani, e con loro le periferie, le nuove povertà, gli immigrati, non hanno più voce, storia e rappresentanza. In questo vuoto crescono i populismi e la xenofobia. Sono le grandi questioni che segnano il cambiamento politico e sociale in atto e che la politica dei talk televisivi come gli scambi di battute, se non di insulti, sui social non comprendono. Anche per questo rimane utile il metodo che si ricava dagli scritti di Terzi, che tiene strettamente insieme l'analisi critica, il processo storico e la sfida progettuale. Prefazione di Ivan Pedretti.