Esaurito
Descrizione
La domanda che dà origine a questa ricerca è quella sulla nozione di «diritti» di cui è titolare la Chiesa cattolica; sul contenuto e sulle implicanze giuridiche di questa affermazione; il suo senso nell’ordinamento canonico e la sua proiezione dinanzi alla Comunità politica. La trattazione verte sull’insieme delle disposizioni del Codice di diritto canonico che contengono affermazioni sull’autonomia della Chiesa in se stessa e dinanzi ai poteri temporali, espressa in diritti e libertà qualificati come «propri», «esclusivi», «nativi», «originari» o con altri aggettivi somiglianti. Queste norme, sia per il fatto di attribuire certi diritti alla Chiesa come soggetto giuridico, sia perché quei diritti sono attribuiti con qualche qualificazione speciale, portano a pensare che questi diritti manifestano il convincimento della Chiesa sulla pienezza del proprio ordinamento giuridico. Il presente lavoro si propone di analizzare, in sintonia con il magistero conciliare sulla libertà religiosa e sul rapporto Chiesa-Comunità politica, la possibilità del ricupero dell’argomento dei diritti nativi in diverse prospettive, soprattutto la prassi concordataria postconciliare. In questo modo si cerca di rivalutare la presenza delle affermazioni sui diritti nativi nel Codice, rilevando la loro funzione attuale nell’ordinamento canonico e verso la Comunità politica.
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L'a., docente alla Pontificia università salesiana, analizza il passaggio dei cosiddetti «diritti nativi» della Chiesa dalla concezione di «societas perfecta» preconciliare alla pratica diplomatica e concordataria successiva. I diritti nativi sono quei diritti connotati come propri, esclusivi, originali ecc. che la Chiesa attribuisce a sé nel Codice e che, in assenza del quadro culturale della «societas perfecta» potrebbero risultare senza adeguato supporto teorico. In realtà essi si ripropongono nel rapporto fra Chiesa e società politica, nella pratica concordataria o pattizia, a conferma di un ordinamento giuridico indipendente e sovrano. Testo di studio.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 22
(http://www.ilregno.it)
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