Proposte, interventi e osservazioni nel Concilio Vaticano II
EAN 9788820984229
L’arcivescovo Michele Di Ruberto, oggi segretario emerito della Congregazione delle Cause dei Santi, introduce il pensiero del cardinale Pietro Parente, protagonista attento e intelligente del Concilio Vaticano II. Nell’attuale clima di relativismo etico, dove la fatica del pensare sembra declinarsi solo nella debolezza senza mai approdare a certezze fondative, dove il minimo sforzo conduce sempre al massimo rendimento, le proposte e le osservazioni di Parente vanno contro corrente, così come era modellata la sua personalità sulla solida spiritualità cristiana. Monsignor Di Ruberto apre lo scrigno di famiglia, offrendo ai lettori gli interventi del cardinale Parente che, come assessore del Sant’Uffizio, partecipò attivamente ai lavori conciliari.
Parente teologo, nei circoli dottrinali si interessò della rivelazione divina, della chiesa, della libertà religiosa, dei problemi morali che entrarono a far parte dello schema XIII della Gaudium et spes. Argomenti e discussioni che appassionarono non solo i partecipanti al Concilio, ma tutta quanta la chiesa e che oggi sembrano sempre più attuali.
La collegialità, tema centrale della riflessione di Parente ecclesiologo, mostra come sia necessario vivere la comunione di pensiero e di azione tra i vescovi e il papa. Il cardinale fa presente che non vi è nessun timore ad affermare la collegialità senza mettere in pericolo il primato del vescovo di Roma (cf. p. 107), anzi il termine richiama l’unità, quella stessa che Cristo ha voluto esprimere con i suoi apostoli. L’unità tra Cristo capo e Pietro si manifesta nella comunione con tutte le parti del corpo mistico, cioè la chiesa: «Nessuna vita, nessuna potestà in un tale organismo si può concepire che non promani da Cristo, capo invisibile, sicché attraverso Pietro e i vescovi giunga fino ai fedeli» (p. 123). Tutti, nella diversità dei carismi e dei ministeri, hanno consapevolezza di far parte di un’unica realtà che cresce nell’equilibrio delle parti. Nessuno, quindi, vive per se stesso, ma sempre in relazione a Cristo e alla sua chiesa. Le riflessioni che il cardinale propone non solo saldano la collegialità al dato scritturistico e alla tradizione della chiesa, ma diventano un motivo per crescere nella santità di vita. La comunione è espressione di vita interiore che si manifesta come esperienza concreta dell’essere uniti ai successori di Pietro. Per tale motivo brilla la bellezza della chiesa, sposa di Cristo che sperimenta nel lavoro comune l’annuncio della salvezza.
Altro tema è quello della libertà religiosa, più volte ribadito anche dal magistero di Benedetto XVI. Nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2011, il papa afferma che la libertà religiosa è un’autentica “arma della pace”, in quanto ha il potere di riconciliare la società. Infatti, la pace non è frutto di compromessi politici o economici, ma è un processo di purificazione e di elevazione culturale, morale e spirituale che coinvolge ciascuno nel pieno rispetto della propria dignità. Il diritto alla libertà religiosa è radicato nella dignità della persona umana che si esprime per i suoi alti sentimenti spirituali. Il cardinale Parente con un linguaggio sobrio e curato chiede che si aggiunga al testo conciliare sulla libertà religiosa quanto segue: «Questo santo Concilio, fatta salva la dottrina sulla signoria e sul diritto di Dio riguardo all’uomo, creatura intelligente e libera, nonché sulla divina missione della chiesa di Cristo di predicare a tutti il Vangelo, tenuto conto anche della dignità della persona umana, condanna qualsiasi persecuzione religiosa e fermamente difende il diritto alla libertà di coscienza nel professare e vivere anche all’esterno la propria religione, diritto che nessun potere umano può ostacolare o impedire, senza che il bene comune della società ne soffra un grave danno» (p. 131). La chiarezza dell’espressione ci richiama il dovere di annunciare Cristo senza offendere o negare gli altri credi. La libertà religiosa è un diritto che nessun potere effettivamente può negare, in quanto eleva la società a un migliore vivere insieme. La libertà religiosa non si costruisce sui fondamentalismi che uccidono lo spirito della fede senza apportare un cambiamento o un miglioramento nelle relazioni umane, anzi fanno crescere la paura e il dubbio sulla religione. La libertà religiosa richiama così la pace e la concordia tra i popoli che crescono insieme verso l’unica meta, Dio.
Ringraziamo monsignor Di Ruberto che ci ha dato la possibilità di apprezzare ancora di più il pensiero e lo spessore spirituale del cardinale Parente e gli chiediamo di mettere mano alle sue opere per restituirci quel tesoro di riflessioni teologiche e pastorali che hanno caratterizzato il magistero di un vero e grande figlio della chiesa.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 1-2/2011
(http://www.pftim.it)
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