Camaldolesi nella spiritualità italiana del Novecento [vol_2]

Il cammino di innovazione compiuto dai camaldolesi negli anni del concilio e del post-concilio è l'oggetto di un resoconto in tre volumi che intende descrivere come un'intera congregazione con oltre mille anni di storia sia stata capace di ripensarsi profondamente alla luce delle sollecitazioni provenienti dal Vaticano II, malgrado molti vedessero in questo tentativo piuttosto il temerario e irreparabile smantellamento di un patrimonio spirituale immenso e prezioso di spiritualità monastica. Il primo volume, uscito nel 2000, descriveva gli anni precedenti al concilio. Quelli immediatamente successivi al Vaticano II, raccontati nel secondo, per Camaldoli furono connotati da profondi cambiamenti istituzionali e pratici. Qualcuno ha insinuato che padre Benedetto Calati (1914-2000), sotto la cui responsabilità i camaldolesi realizzarono la loro riforma postconciliare, favorì una vera e propria ri-fondazione dell'ordine, anche grazie al grande spazio concesso in via del tutto eccezionale dalle stesse autorità vaticane. Un'insinuazione che i camaldolesi respingono in toto, ma che tuttavia consente di fornire alcune risposte altrimenti impossibili. L'autore è convinto che ciò che si realizzò a Camaldoli in quella stagione «più che un'educazione alla democrazia, fu un'esperienza esaltante di Concilio perennemente aperto». Un'affermazione che la lettura del libro permette di verificare. L'esperienza dei camaldolesi può aiutare molti a riflettere su come valutare tentativi analoghi compiuti un po' dappertutto nell'ambito della Chiesa cattolica postconciliare.