EAN 9788872294376
Il volume Il Carmelo e l’arte fa parte della collana delle Edizioni OCD, intitolata «Quaderni carmelitani». Tale collana nasce come espressione culturale dei carmelitani scalzi della Provincia veneta e si propone come strumento di studio e riflessione sulle dinamiche e le problematiche della vita cristiana, partendo dalla prospettiva della grande tradizione spirituale dei santi e dei dottori del Carmelo. La convinzione sottostante a questo lavoro è la certezza che la mistica cristiana abbia da dire molto anche all’uomo del terzo millennio alle prese con non poche «notti oscure», ma sempre assetato di ritrovare nel proprio «castello interiore» la verità e la bellezza indispensabili per vivere.
Certamente l’arte – argomento del libro di cui stiamo parlando – è uno dei luoghi privilegiati per l’incontro tra l’uomo e Dio, come sottolinea nell’introduzione al volume ALDINO CAZZAGO, citando una frase del grande pittore Giorgio De Chirico. Quest’ultimo afferma che «l’arte è il fenomeno il quale con la preghiera ci porta più vicino a Dio; mi fu concesso di capire che in essa si rivela la presenza divina e la contemplazione d’un opera d’arte ci purifica, così come la comunione fatta in uno stato di fede profonda».
I diversi contributi che compongono il presente studio affrontano, da vari punti di vista, il vasto argomento dei rapporti tra la spiritualità carmelitana e l’arte. All’inizio si trova un intervento del teologo carmelitano ANTONIO MARIA SICARI che studia le «leggende carmelitane» delle origini mostrando come, attraverso questi scritti apparentemente ingenui, si siano formate nello scorrere delle generazioni di religiosi l’identità e la spiritualità del Carmelo. Dell’ambito letterario si occupano anche PIERO RIZZA, che mostra la presenza di Teresa d’Avila nella letteratura del ’900; MARCO PAOLINELLI, che presenta L’ultimo incontro, un testo di G. von le Fort, pubblicato quasi trent’anni dopo il più famoso L’ultima al patibolo ma mai tradotto in italiano, e MARCO BALLARINI, che si sofferma sui Dialoghi delle carmelitane di G. Bernanos.
Un articolo dello scomparso JESUS CASTELLANO CERVERA affronta il tema della bellezza, legato a quello dell’arte, attraverso gli scritti di santa Teresa d’Avila; RODOLFO GIRARDELLO si addentra in una delle opere meno conosciute di Teresa di Gesù Bambino: Le pie ricreazioni e, in un secondo contributo, affronta il tema della musica all’interno della vita religiosa carmelitana oggi, offrendo come esempio, la vivacità artistico-musicale della Provincia veneta dei carmelitani scalzi. Sempre legato al settore musicale è interessante uno scritto del maestro di conservatorio DOMENICO CLAPASONN, che racconta il suo incontro con il Cantico spirituale, capolavoro poetico di san Giovanni della Croce. In questo testo il maestro afferma di trovare celato «tutto il mistero della musica».
Passando dalla musica all’architettura, SAVERIO STURM rilegge le tappe più significative della storia dell’architettura carmelitana. Il volume si chiude con le pagine di MARIA VITTORIA GATTI, esperta di cinema, dedicate ad alcuni film aventi per soggetto momenti e figure dell’agiografia carmelitana.
Come si capisce dalla panoramica appena offerta, il libro è assai ricco per la quantità e la varietà dei contributi che riescono a spaziare in diversi campi della produzione artistica. Alla fine della lettura che risulta piacevole e, pur nel rigore degli interventi, mai appesantita da tecnicismi o linguaggi troppo specifici, il lettore si trova davanti a una serie di esempi concreti in cui si vede l’arte divenire mezzo privilegiato per esprimere un messaggio profondo. Non solo: proprio i molteplici linguaggi artistici, nel loro saper evocare ed esprimere ciò che in se stesso è ineffabile, hanno una profonda consonanza con la mistica e certamente possono toccare il cuore dell’uomo contemporaneo, molto più di altri mezzi. Al tempo stesso quest’opera mostra chiaramente come la fede e quel particolare modo di vivere la fede come una specifica spiritualità, sono un luogo privilegiato per generare la bellezza che alimenta il significato profondo dell’esistenza. Ciò che è vero, ciò che riguarda l’uomo nella sua parte più genuina e profonda, non invecchia e sa rinnovarsi: sa esprimere contenuti antichi in linguaggi nuovi; sa offrire la sapienza, cioè l’arte di vivere, distillata in secoli di meditazione e contemplazione. Un esempio di come antichi carismi, come quello carmelitano, possano essere vivaci e vivificanti per la chiesa e l’umanità di questi nostri giorni incerti e, spesso, inquieti.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n. 169 (1/2009)
(http://www.credereoggi.it)
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