EAN 9788826318080
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Alla luce di un’originale rielaborazione della dottrina dei «semi del Verbo », cui il titolo allude, il vol. presenta alcune grandi linee della ponderosa proposta teologica di Luigi Sartori. L’a., senza trascurare le questioni di metodo, si concentra sui temi nodali di una teologia esperienziale, «segnata dalla scelta antropologica e dalle aperture conciliari», sensibile allo spessore della storia e aperta dialogicamente su più fronti. Dal vol. emergono, con particolare rilievo, la questione ecumenica; una teologia delle religioni che supera l’idea del compimento accentuando positivamente «la dimensione del pluralismo religioso»; e un impianto teologico fondamentale profeticamente connotato da una seria apertura interdisciplinare.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 8
(http://www.ilregno.it)
L’attenzione per il pensiero ecumenico di mons. Luigi Sartori sembra crescere, via via che la distanza consente di apprezzarne meglio lo spessore e la varietà delle sfaccettature. I due volumi che presentiamo, pur nella diversità dell’elaborazione e del taglio, sono due contributi importanti, che permettono di esplorare alcune dimensioni dell’elaborazione del teologo padovano, cogliendone la ricchezza. Il volume di Tallarico è una parte della tesi di dottorato da lui dedicata al pensiero di Sartori e discussa presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze.
Si tratta, dunque, di un’eccellente occasione per far memoria di una figura che ha avuto un ruolo assolutamente centrale nella vita dell’ISE, ma anche dell’intera teologia italiana. Sartori è stato, tra l’altro, per più mandati presidente dell’Associazione Teologica Italiana (ATI), cui ha portato una forte sottolineatura ecumenica – in quello stesso spirito con cui operava a anche in Fede e Costituzione e, a livello nazionale, nel Segretariato Attività Ecumeniche (SAE). La ricerca di Tallarico si focalizza in modo particolare sulla teologia delle religioni di Sartori, che esamina in modo analitico, percorrendo minuziosamente tutti gli scritti da lui dedicati a tale tema. Egli richiama così la radicale sottolineatura dialogica del pensiero del teologo padovano, come pure una comprensione della presenza di Dio nell’umanità che sottolinea il grande valore dell’umana esperienza della cultura, colta nella sua dimensione storica, come inesausto ricercare. A monte di esso sta, del resto, l’universale volontà salvifica di un Dio che proprio attraverso l’umano dice e comunica se stesso.
La prospettiva si apre così sulla dimensione escatologica, ripensando in tale orizzonte dinamico anche il tema patristico dei semina Verbi presenti al cuore dell’umanità. In tale orizzonte la stessa missione non può più essere pensata come annuncio di un significato – di una divina salvezza - in ambiti in cui esso sarebbe completamente assente, ma piuttosto come ricerca di quella Parola segreta che Dio pronuncia entro ed attraverso l’humanum. La spiritualità, le pratiche, gli stessi libri sacri delle religioni non cristiane appaiono così come veri e propri luoghi teologici, da indagare con attenzione ed in modo empatico. La seconda – più breve - sezione della ricerca esplora alcune prospettive di teologia dogmatica presenti in Sartori, quasi a esaminare i presupposti cristologici, pneumatologici ed antropologici di quella riflessione sulle religioni esaminata nella prima. Giustamente Tallarico rivendica la consistenza del pensiero teologico sartoriano, che ripensa in modo creativo, di fronte a sfide e problemi completamente nuovi, quel tomismo cui pure ritorna sempre e di nuovo ad attingere.
E tuttavia lo fa con un’originalità che si manifesta anche nelle ultime fasi della sua riflessione, con quella concentrazione sull’amore come punto focale della riflessione su Dio (teologica e non solo). Se, dunque, quella di Tallarico costituisce un’utile introduzione al pensiero di Sartori, occorre pure rilevare che la forma del volume mantiene un’eccessiva dipendenza dalla sua origine dottorale. La puntuale sistematicità con cui viene esaminato ogni scritto consente sì di cogliere spostamenti ed evoluzioni del pensiero, ma porta spesso con sé ripetizioni e pesantezze che in un‘edizione rivolta ad un vasto pubblico sarebbe forse stato opportuno eliminare. Decisamente più agile – e caratterizzato da una scrittura lineare e gradevole - il volumetto di M.Montresor, che nasce da una tesi di licenza discussa all’ISE e dedicata alla spiritualità di Sartori. È interessante notare, anzi, come, pur nel diverso spessore della ricerca, il riferimento alla spiritualità offra alla promettente teologa la possibilità di esaminare parecchi risvolti del profilo teologico sartoriano. Per Sartori, infatti – ben lontano da forme di razionalismo, ma costantemente attento alla dimensione pastorale del pensare - spiritualità e teologia si richiamano strettamente, come l’esperienza della fede vissuta e la sua elaborazione riflessa.
Montresor può così disegnare una prospettiva costitutivamente ecumenica, in cui la diversità non contrasta con l’unità, ma la arricchisce; una prospettiva intrinsecamente dinamica, in cui la ricerca credente è la risposta alla chiamata di un Dio che mette in moto la storia tutta. È in tale prospettiva che le chiese si scoprono come parziali e provvisorie, e quindi bisognose di ricercare assieme quella pienezza di verità promessa che solo escatologicamente si darà in forma piena. La stessa Chiesa cattolica è chiamata, dunque, a superare una comprensione puramente quantitativa della propria cattolicità, per cogliere invece quello scarto che sul piano del vissuto ancora la separa dalla pienezza e che la invita ad accogliere la testimonianza delle altre confessioni. Se la Verità è soprattutto la persona di Cristo, del resto, essa non può essere possesso di nessuno, ma piuttosto orizzonte di un cammino e di una ricerca che proprio perché profondamente personale, esige di essere condivisa.
Giustamente Montresor conclude la propria ricerca richiamando l’orizzonte ultimo in cui Sartori giunge progressivamente a collocare la sua riflessione: quella di un’ontologia della carità, in cui il reale tutto appare come espressione di un amore fondante. In essa si disegna anche un principio ermeneutico per leggere la storia umana e le parole – in particolare le parole su Dio, le parole verso Dio - che in essa vengono pronunciate: come “germi di pienezza definitiva”, come “valori di vita e di eternità”, che occorre cogliere e valorizzare, aldilà dei limiti e degli ostacoli che spesso li appesantiscono. Un percorso di ricerca essenziale, quello di Montresor, ma ricco di stimoli e di prospettive, che attinge ad una lettura puntuale dell’opera sartoriana, valorizzando in particolare i suoi interventi su “Studi Ecumenici”, come quelli alle Sessioni del SAE.
Tratto dalla rivista "Studi Ecumenici" n. 4/2011
(http://www.isevenezia.it)
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