Santa Chiara d'Assisi. Contemplare la bellezza di Dio sposo
(Studi francescani) [Libro in brossura]EAN 9788825015508
Il volume, edito dalle Edizioni Messaggero-Padova, si presenta come una miscellanea di vari articoli e conferenze che l'autrice – a tutti nota perché è stata tra le prime a presentare il volto di Chiara nella sua specificità e originalità a partire dall'analisi attenta e rigorosa delle fonti e documentazioni a lei relative – ha prodotto in un lungo arco di tempo, ivi compresa la riedizione della Forma vitae con relativo commento e apparato critico in nota così come appare per la recente edizione delle Fonti Francescane (2004). Il testo si articola in quattro sezioni ben collegate e articolate tra di loro tanto da renderlo uno dei contributi indispensabili per la conoscenza dell'esperienza cristiana della santa di Assisi. Nel primo capitolo, Temi introduttivi, vengono ben enucleati i contenuti che stanno a fondamento della vocazione delle Sorelle povere di santa Chiara, frutto certamente di una tradizione che trova la sua fonte genuina di ispirazione nel carisma della pianticella di Francesco. Essendo non semplicemente una studiosa, ma vivendo in prima persona questa vocazione e avendo lavorato in ambito formativo per tanti anni e in diversi monasteri della Federazione Umbria-Sardegna, suor Chiara Augusta non si limita all'approfondimento dei testi relativi a Chiara, ma in vari modi e attraverso diversi approcci, spesso anche provocatori, tenta di tradurre l'intuizione carismatica di Chiara in linee formative ben delineate e orientate a una rivitalizzazione della vita stessa dei monasteri. Tra queste linee ne emergono chiaramente tre. 1) L'accoglienza di Chiara che si fa ascolto per le problematiche sociali, familiari e politiche del suo tempo e della sua città che non può non spingere oggi l'attenzione delle Sorelle povere dinanzi alle istanze della storia. Le clarisse oggi più che mai devono conoscere e informarsi sulle problematiche del mondo, sui suoi drammi, le sue ferite e lacerazioni, i suoi conflitti e le sue guerre per potersi poi far carico, supporto, sostegno e incoraggiamento del mondo attraverso la preghiera e l'ascolto paziente e caritatevole. 2) La testimonianza, vissuta e raccomandata da Chiara (cf. Regola e Testamento) come espressione di quella significatività che rende visibile la vita evangelica abbracciata come modello e forma di vita. L'essere collocate, per vocazione, a modello e specchio ci dice che nonostante una lontananza fisica dal mondo, le Sorelle povere oggi più che mai sono esperte di umanità e di relazione, perché il loro sguardo, sull'esempio di Chiara, è continuamente rivolto all'umanità di Cristo, che si è fatto via al Padre. Per questo le Sorelle hanno il diritto/dovere di manifestare, non solo dentro le mura del monastero, ma anche fuori di esso, la bellezza della propria identità, cioè del loro essere Sorelle. La caratteristica di presentarsi al mondo come sorelle è la risposta più bella che vivere la fraternità, nonostante tutto, è oggi ancora possibile. In un contesto sociale come ormai è evidente in questo tempo, segnato da una gerarchia delle relazioni e da una specie di frammentazione nella relazione stessa, dove ognuno è auto-referenziale e profondamente chiuso nel guscio del proprio egoismo e della propria autonomia, le Sorelle povere ripropongono la fraternità come rimedio e garanzia del bene comune e non del bene individuale o di categoria o di classe. 3) Un ultimo aspetto che congiunge l'accoglienza e la testimonianza non può non toccare la vita di preghiera. Dinanzi al fascino e al mistero di un monastero, il mondo si aspetta di poter vedere delle Sorelle alle cui mani consegnare il dolore e la gioia del mondo. Ciò che porta a bussare alle porte di un monastero è il bisogno di Dio: al mondo che ha fame e sete di Dio le Sorelle povere dicono, con la loro scelta di totale consacrazione nel silenzio di un monastero, che il primato di Dio deve essere il punto fermo che regge e illumina ogni scelta, ogni esperienza, ogni situazione. Nella preghiera acquista senso ogni esperienza umana, gioiosa o sofferente che sia. Dal coro al parlatorio, dunque, la vita di ogni Sorella povera davvero diventa annuncio e testimonianza, insegnandoci che è possibile accogliere la propria storia alla luce di Dio e della sua provvidenza. Per questo l'autrice – lo ribadisce con evidente incisività – è convinta che Chiara e le sue figlie, nell'oggi della storia, ancora una volta possono diventare lo spazio della memoria, cioè la traiettoria giusta attraverso la quale comprendere meglio non solo Francesco e il suo carisma, ma anche la bellezza del vangelo che, nonostante i cambiamenti del mondo, è ancora l'unica parola che non passa perché è parola di salvezza. Il secondo capitolo, Fonti per la conoscenza di Chiara d'Assisi, appare il più corposo; in esso si ripercorrono tutti gli scritti, le biografie, le fonti relative a Chiara e al Secondo ordine francescano presentandoli da un punto di vista critico, storico ed esegetico. È questo aspetto che dà valore e spessore al testo anche perché ormai ci si è resi conto che per un'analisi critica storiografica di un'esperienza religiosa, il continuo riferimento alle fonti è assolutamente indispensabile in quanto garanzia di metodo e verifica di tutti quegli elementi di indagine che si desiderano porre in evidenza. Nel terzo capitolo, Elementi pedagogici della forma di vita clariana, vengono invece proposti i tratti pedagogici che risultano dall'esperienza umana e cristiana di Chiara. Le fonti alle quali la Lainati fa riferimento: il Processo di canonizzazione, alcuni passi della Legenda e, in modo particolare, i suoi Scritti dimostrano il modo con cui Chiara è stata guida e modello per le Sorelle di San Damiano per quasi quarantatré anni, ma anche per tutti coloro che sono stati affascinati dal chiarore della sua santa vita. Certamente il suo essere forma e sostegno delle sorelle non è di indole teorica o astratta e questo per vari motivi: sia perché gli scritti non offrono, in merito, un sistema logico, dal punto di vista pedagogico, lineare e corretto (la Regola, ad esempio, più che essere una regola sistematizzata in canoni e precetti ben definiti, è una forma di vita, frutto di un'esperienza vissuta, illuminata e collaudata dalla forza dell'amore più che da prescrizioni); sia perché nel Medioevo la trattazione pedagogica, soprattutto al femminile, era ben lontana dall'avere un metodo scientificamente efficace e facilmente applicabile nei contesti formativi. Questi limiti, tuttavia, non ci impediscono di proporre alcune piste di indagine che possono darci conferma dell'efficacia del carisma che Chiara ha vissuto. È innegabile che la santa di Assisi abbia pensato e ripensato quotidianamente la sua vita, le sue scelte, i suoi punti fermi e che questo lavoro di discernimento l'abbia portata a guidare e orientare la vita e l'esperienza delle sorelle. È dal suo porsi in relazione con se stessa, con le sorelle e con Dio che è possibile scorgere l'influenza e l'autenticità della sua esperienza cristiana. Il quarto capitolo, La spiritualità clariana, chiude l'ultima parte del testo. In esso si coglie la bellezza e la fecondità di questo carisma in seno alla Chiesa e alla grande famiglia francescana. Le dimensioni di questa spiritualità quali la fraternità, la povertà, la clausura, la parola di Dio, la missionarietà sono riconsegnate alla vita di ogni sorella povera, di ogni monastero... affinché, nell'oggi della storia, il volto di Chiara possa continuare a splendere e portare nuovi e abbondanti frutti.
Tratto dalla rivista "Il Santo" XLIX, 2009, fasc. 1
(www.centrostudiantoniani.it)
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