Le storie di Paolo di Tarso, di Agostino di Ippona, dei grandi convertiti dei secoli antichi ancora oggi riempiono di stupore. Il cardinale Angelo Comastri dimostra invece in questo volume che la voce di Cristo è ancora capace di procurarsi ascolto, di risuonare nei cuori, nonostante i pregiudizi e l'ostilità. Adolfo Retté, André Frossard, Giovanni Papini, Edith Stein, Eugenio Zolli, Sergej Kourdakov e Pietro Cavallero sono uomini del 1900. Diversi per origine, formazione e professione essi credevano di portare avanti un loro progetto di vita quando una voce potente ordinò loro di abbandonare la loro casa per avviarsi verso una terra nuova. Nel libro le loro storie.
INTRODUZIONE
PER TRASMETTERE UNA BRICIOLA DI STUPORE
di ANGELO COMASTRI
Victor Hugo, nel capolavoro intitolato I Miserabili, tratteggia la figura di un vescovo straordinario, al quale dà il nome di Charles François Bienvenu Myriel. E vescovo di Digne. Ecco un episodio di cui è protagonista: «Accadde a Digne una storia tragica. Un uomo fu condannato a morte per assassinio. Era uno sciagurato, non proprio istruito né proprio ignorante, che era stato saltimbanco nelle fiere e scrivano pubblico. Il processo interessò molto la città. La vigilia del giorno stabilito per l'esecuzione del condannato, il cappellano della prigione si ammalò.
Era necessario un prete per assistere il condannato negli ultimi momenti. Fu mandato a chiamare il parroco. Sembra che rifiutasse dicendo: "E cosa che non mi riguarda. Non ho niente a che vedere con questa faccenda e con questo saltimbanco; anch'io sono malato; e poi non è quello il mio posto". Fu riferita questa risposta al vescovo il quale disse: "Il signor parroco ha ragione. Quello non è il suo posto, ma il mio". Andò subito alla prigione, scese alla cella del "saltimbanco", lo chiamò per nome, lo prese per mano e gli parlò. Trascorse tutta la giornata e tutta la notte accanto a lui, dimenticando di mangiare e di dormire, pregando Iddio per l'anima del condannato e pregando il condannato per la sua propria. Gli dissele verità migliori, che sono le più semplici. Fu padre, fratello, amico. Fu vescovo soltanto per benedire. Gli insegnò tutto, confortandolo e consolandolo. Quell'uomo stava per morire disperato. Per lui la morte era come un abisso. Ritto e fremente su quella lugubre soglia, indietreggiava con orrore. Non era abbastanza ignorante per essere completamente indifferente.
La sua condanna, scossone violento, aveva in certo modo spezzato qua e là intorno a lui la parete che ci separa dal mistero delle cose e che noi chiamiamo vita. Guardava in continuazione fuori del mondo attraverso quelle fatali brecce e vedeva soltanto tenebre. Il vescovo gli fece scorgere una luce. Il giorno dopo, quando andarono a prendere lo sventurato, il vescovo era con lui. Lo seguì. Si mostrò alla folla con la mozzetta e con la croce vescovile al collo, accanto a quel miserabile tutto legato. Salì sulla carretta con lui, salì sul patibolo con lui. Il condannato, il giorno prima tanto tetro e abbattuto, era raggiante. Si sentiva l'anima riconciliata e sperava in Dio. Il vescovo lo abbracciò e nel momento in cui la mannaia stava per cadere gli disse: "Colui che l'uomo uccide, Dio lo fa risuscitare; colui che i fratelli scacciano ritrova il Padre. Pregate, credete, entrate nella vita! Là c'è il Padre". Quando scese dal patibolo l'espressione del suo sguardo era tale che la folla gli fece ala. Non si sapeva se ammirare più il suo pallore o la sua serenità. Tornando nell'umile dimora che egli chiamava sorridendo il suo palazzo, disse a sua sorella: "Ho celebrato l'uffizio pontificale».
Quello che Victor Hugo ha raccontato nel suo famosissimo romanzo, accade nella realtà. Anzi, la realtà è molto più bella della fantasia: le pagine che seguono ne sono una prova. Leggi e mi darai ragione!
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
ADOLFO RETTÉ
È possibile incontrare Cristo... dovunque!
Cristo percorre tutte le strade
La sera del venerdì santo, mentre alcuni scendevano dal Calvario e altri osservavano da lontano la scena terribile e umiliante della crocifissione, non erano pochi a pensare che la veloce carriera del giovane profeta di Galilea fosse definitivamente conclusa: in un fallimento totale e irreversibile!
Ma il profeta di Galilea... era Dio, Dio fatto uomo per amore di ogni uomo: e la sua morte era una divina avventura di amore, per riaccendere l'amore nel gelido freddo della storia umana. Un'avventura degna soltanto di Dio!
«E il terzo giorno risuscitò»: appunto! Unico caso nella storia, perché unico era il personaggio. E, dalla sera di quel giorno di Pasqua, è possibile incontrare Cristo dovunque: lo puoi incontrare sulla strada che va da Gerusalemme a Emmaus o sulla strada che va a Damasco o su una strada di Atene o di Roma o di Parigi o di New York o di Tokyo o di Mosca o di Calcutta. È lui, sempre lui, dovunque lui... inatteso eppure rispondente alle attese del cuore umano.
Agostino di Ippona è una delle più acute intelligenze che siano mai apparse nello scenario della storia umana, ma è anche uno dei tanti che hanno incontrato Cristo, dopo aver disgustosamente assaporato le variegate ricette religiose del suo tempo. Con perfetta cognizione di causa, egli è arrivato a formulare questa certezza: «Ci hai fatto per te, o Signore! E il nostro cuore è inquieto fino a quando non riposa in te».
È vero! Molte persone hanno raccontato l'esperienza incredibile dell'incontro con Gesù: non lo aspettavano, ma era lui ad aspettarli! I discepoli di Emmaus, addirittura, lo davano per sconfitto e si rammaricavano di essersi abbandonati a un po' di entusiasmo (rimasto deluso!) dopo aver ascoltato la sua parola: si lamentavano di lui... con lui... e non lo sapevano, fino a quando si aprirono i loro occhi. Ma lui sparì dalla loro vista (Lc 24,31) per andare altrove. E,.. si mise a camminare sulla via di Damasco e andò incontro a Saulo, che lo odiava senza conoscerlo (come accade tanto spesso!). Saulo cadde da cavallo, mentre una domanda inaspettata gli ferì il cuore: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9,4). Era Gesù che parlava: il Crocifisso... risorto! Da allora (e ne sono passati di secoli!) Cristo è in agguato dovunque: anche accanto a te!
Francesco d'Assisi, poco più che ventenne, nell'autunno del 1205 entrò nella chiesetta di San Damiano per cercare un angolo di silenzio e, invece, improvvisamente sentì una voce: «Francesco, Francesco — gli disse la voce chiamandolo per nome — va' e ripara la mia casa che, come vedi, va tutta in rovina». Di chi era quella voce? Era la voce di Cristo: sì, era lui a parlare, ancora lui... il Crocifisso risorto.
Se raccontassero le proprie esperienze tutti quelli che l'hanno incontrato, il mondo non basterebbe per contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Tante storie di conversione per ora restano nella riservatezza delle coscienze, ma, un giorno, tutto uscirà allo scoperto e allora capiremo la forza del sangue di Cristo, versato per la nostra salvezza.
Giosuè Carducci e Aldo Brandirali
Desidero raccontare, per far toccare con mano la presenza viva di Cristo, alcuni incontri con lui avvenuti nel secolo XX. Si resta sorpresi, sbalorditi, commossi constatando che i passi di Cristo vanno da un capo all'altro della terra, da una situazione a un'altra completamente diversa. Ma dovunque emerge un fatto: Cristo appassionatamente cerca l'uomo, ogni uomo, per dargli il perdono che risana le ferite del cuore e accende la lampada della pace: «Pace — per usare un folgorante pensiero di Alessandro Manzoni — che il mondo irride ma che rapir non può».
Quanti episodi bisognerebbe raccontare!
Giosuè Carducci, che pur aveva scritto un nauseante Inno a Satana, nel 1897 salì fino al Piccolo San Bernardo e si gettò ai piedi dell'abate Pietro Chanoux e confessò umilmente i suoi peccati. Dieci anni dopo, in punto di morte, chiese i sacramenti e gli furono sdegnosamente negati dagli amici di sventura che gli stavano accanto e non volevano ammettere il cambiamento di rotta del poeta. Un sacerdote, travestito da barbiere, riuscì a rispondere al desiderio manifesto del pentito Giosuè Carducci: e gli portò il viatico desiderato e il sacramento dell' unzione !
In tempi recenti Aldo Brandirali, assessore allo sport e ai giovani del Comune di Milano, ha dichiarato: «Sono nato cinquantanove anni fa in una famiglia di operai. In gioventù ho fondato l'Unione dei comunisti marxisti-leninisti. Tra il 1968 e il 1975 mi consideravano un leader carismatico della sinistra extra-parlamentare. Ero arrivato al punto di celebrare i matrimoni tra i compagni, recuperando una vecchia liturgia partigiana! Però dal 1976 al 1981 ho fatto una vita più appartata e ungiorno ho avuto la fortuna di incontrare don Luigi Giussani: inizialmente non ero d'accordo su niente di quello che diceva, ma sentivo dentro di me il fallimento delle grandi utopie. È stato l'inizio del ritorno.
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Carlo Marchetti il 1 agosto 2014 alle 08:49 ha scritto:
Il libro del Cardinale Comastri ha il dono di alimentare la nostra fede attraverso le storie commoventi degli uomini che sono passati dal buio alla luce di Cristo. Dopo la lettura, resta lo stupore per il mistero della Grazia che viene accolta e che cambia la vita.
Dott. tania caciagli il 24 ottobre 2017 alle 10:33 ha scritto:
Bellissime storie...
roberta tamagni il 8 novembre 2017 alle 22:04 ha scritto:
Brevi ma profonde storie di come.la misericordia di Dio sappia cogliere di sorpresa nei momenti più inaspettati e trascinarci alla riscoperta di valori a volte accantonati o semplicemente dimenticati.
Grazia Oro il 16 settembre 2020 alle 12:21 ha scritto:
Bellissimo .. e monsignor comastri è eccezionale nelle spiegazioni .. lo consiglio