La nuova evangelizzazione
(Saggi)EAN 9788804614241
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L’A., attualmente Presidente del Pontificio Consiglio per la Promo zione della Nuova Evangelizzazione, ci offre in questo saggio una “lettura personale” (4) della nuova evangelizzazione e della grande sfida di portata epocale che attende la Chiesa nei prossimi decenni. Fisichella raccoglie l’intuizione profetica di Benedetto XVI di promuovere, in un tempo segnato dall’eclissi del senso di Dio, dal distacco dalla fede e dall’incalzare del secolarismo, una rinnovata evangelizzazione nei paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione.
La nuova evangelizzazione non è un optional, ma un comando divino, un appello evangelico; essa fa parte costitutivamente della natura della Chiesa, chiamata a diffondere il vangelo di Cristo a ogni creatura in un mondo che soffre per la mancanza di pensiero (cf Benedetto XVI, Caritas in veritate, 53) e a rendere ragione del logos della speranza che porta (cf 1Pt 3,15). L’evangelizzazione è chiamata nuova non per il contenuto: Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre (cf Eb 13,8); la novità consiste nel modo, nel come. La nuova evangelizzazione va pensata non come una «rievangelizzazione», ma come una «forma mediante la quale lo stesso Vangelo di sempre viene annunciato con nuovo entusiasmo, nuovi linguaggi comprensibili in una condizione culturale differente e nuove metodologie capaci di trasmettere il senso profondo che rimane immutato» (25). Nel contesto contemporaneo Dio è divenuto una ipotesi inutile; l’uomo vive etsi Deus non daretur e, così vivendo, perde se stesso, si smarrisce, si disorienta. L’Occidente è profondamente in crisi. Alla base di ogni civiltà c’è l’interconnessione vitale fra tre principi comunemente accettati che sono la cultura, la religione e la legge.
L’Occidente assiste a un cortocircuito tra queste realtà, per cui appare che una contraddica ed escluda l’altra (cf 36- 37). L’Occidente si trova in un tunnel che non è solo di natura economica, politica e finanziaria, ma culturale e antropologica. I cristiani, sale della terra e luce del mondo, devono contribuire a uscire da questa crisi attraverso la ricerca condivisa e la elaborazione di una coerente antropologia per la costruzione di una identità forte (cf 45). Diviene centrale per la nuova evangelizzazione la questione della credibilità. L’annuncio non può essere disgiunto dalla testimonianza, da uno stile di vita credente che provoca a imitarne la fede: «l’efficacia del ministero non può risolversi nella predicazione; questa, piuttosto deve trovare visibile realizzazione in una testimonianza che ne attesti la credibilità» (50). I credenti sono chiamati a "dare ragione" della propria fede non solo con le parole, ma con il coerente stile di vita che diviene «forma costitutiva della loro credibilità» (54).
L’A., con acuta sintesi, descrive i luoghi della nuova evangelizzazione: la liturgia, la carità, il volontariato, l’ecumenismo, l’immigrazione, la comunicazione (cf 61-73). Ampie sono le prospettive tracciate nel Saggio: la questione culturale, la missione della Chiesa, la quaestio de veritate (verità e amore), il sacramento della confessione, la reciprocità tra identità e appartenenza, la catechesi, l’elaborazione di una nuova e coerente antropologia e la ri-creazione di un neoumanesimo (cf 75-94). Queste sono le strade da percorrere per costruire un progetto che abbia come obiettivo quello di restituire ai cristiani una forte identità di credenti. La nuova evangelizzazione non si fa senza nuovi evangelizzatori, senza persone che accettano la provocazione a prendere sul serio la vita per orientarla verso quel senso compiuto e definitivo che trova unico riscontro nella persona di Gesù di Nazaret. La nuova evangelizzazione non si compie se non con persone che, ponendosi sotto il primato della grazia, facciano risuonare la voce dell’Altro con una rinnovata modalità di annuncio e soprattutto con uno stile di vita credibile. La nuova evangelizzazione - sottolinea Fisichella - parte proprio «dalla credibilità del nostro vivere da credenti e dalla convinzione che la grazia agisce e trasforma fino al punto da convertire il cuore» (144).
«Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene» (Rm 10,14-15): quanto sono belli i piedi e l’esistenza di coloro che accolgono la chiamata ad essere nuovi evangelizzatori, impegnandosi in maniera rinnovata a portare la luce del vangelo in ogni luogo.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 2/2013
(www.rassegnaditeologia.it)
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