Questi trentotto pensée (li chiama così l'autore, giocando con la sprezzatura) cercano, a partire dai testi biblici più disparati, la Pasqua del Crocifisso risuscitato. Un ascesi di poetica adorazione, e tuttavia c è spazio per l inquietudine: perché dopo aver annunciato la vittoria di Cristo sulla morte cantiamo O Dio, vieni a salvarci? Come mai si vedono ancora, ovunque, ciechi, zoppi, lebbrosi, sordi, morti e poveri? È la verità dell uomo, che ogni carne grida a Dio. E Dio risponde con la propria Verità, il Logos sceso nell abisso fino ad accettare che perfino le nostre proteste e bestemmie passino per la sua gola. L Amore eternamente si svuota, eternamente crea l altro, eternamente lo attende, eternamente irriga l aridità dei deserti, eternamente li fa fiorire, eternamente raduna chi è smarrito, eternamente sorregge ciò che è, mentre la dispersione e l entropia, la presunzione e l illusione ci confondono. Quando la Chiesa celebra il fuoco della Trinità, l uomo può abbandonarsi come un bambino tra le mani del Creatore, in quel tempo beato che indica l unum, la direzione verso cui portare il vespro del cosmo, ogni speranza, ogni dubbio, ogni pena, ogni fatica, ogni peso, ogni lacrima, ogni no. Signore, geme la liturgia della Chiesa è proprio una nube questo mistero del mondo. Ma tu brilli dentro quella nube. Essa è luminosa, non oscura, perché non la fai scendere sulla terra: la chiami a te, te ne fai avvolgere.
Gianandrea Di Donna (1965) presbitero della Diocesi di Padova, è docente di Liturgia alla Facoltà Teologica del Triveneto e all ISSR di Padova, al Pontificio Istituto Orientale e alla Pontificia Università della Santa Croce in Urbe, all Istituto Laurentianum di Venezia. Responsabile della Commissione per la Liturgia della Conferenza Episcopale Triveneto, è delegato vescovile per il Catecumenato e direttore dell Ufficio per la Liturgia della Diocesi di Padova.