La Basilica di sant'Antonio

Il volume 59 pubblicato dal Centro Studi Antoniani offre una preziosa presentazione artistica e storica della Basilica del Santo. S. Ruzza, frate minore conventuale, introducendo il proprio testo, scrive: “Dedico queste pagine ai miei confratelli della Comunità del Santo […] Esse hanno l’intento di colmare una lacuna tra le pubblicazioni riguardanti la basilica di Sant’Antonio, inserendosi tra i testi a carattere divulgativo e gli studi specialistici. […] Mi rendo certo conto di aver seguito criteri piuttosto personali, ma ciò perché non ho dovuto ottemperare a condizioni contenutistiche e formali da parte di terzi” (pp.7-8). L’A. spiega il campo del suo interesse, delimitato solo all’edificio della basilica, tuttavia, anche all’interno di essa, tralascia senza le descrizioni minute alcuni monumenti, dipinti, tombe, lapidi e altri oggetti, affermando: “E ciò per poter sviluppare adeguatamente gli aspetti che mi son sembrati prioritari in una visione di sintesi della basilica” (p. 8).

Il volume è diviso in due parti disuguali. La prima (pp. 9-39), molto breve, è dedicata all’esterno della basilica e alla storia dell’edificio. La compongono solo tre capitoli, di cui il primo è praticamente una pagina di approccio generale, il secondo, il più ampio della parte, che offre la storia architettonica della basilica, e il terzo, che descrive la facciata del santuario. Nonostante la brevità, le pagine sono sufficientemente documentate e offrono una buona sintesi storica sui temi trattati.

La parte seconda (pp. 41-343) verte all’esposizione completa, secondo i criteri scelti dall’A., e menzionati poco sopra, dell’interno della Basilica di Sant’Antonio. Ruzza sviluppa in 19 capitoli l’itinerario artistico e storico dell’edificio, di cui il primo serve come un’introduzione e uno sguardo d’insieme dell’interno. Successivamente descrive: le tre navate, le numerose cappelle (inclusa quelle delle Reliquie), il presbiterio e il coro, il deambulatorio (analizzato nelle sue due parti: meridionale e settentrionale), l’Arca di sant’Antonio, alcuni monumenti scelti, la sacrestia, la sala del Capitolo e l’andito tra la basilica e il chiostro del Capitolo. In mezzo a queste pagine si trovano, in un blocco, le 32 figure che illustrano alcune zone e monumenti della basilica. Il testo si conclude con l’epilogo (pp. 347-356), che è la presentazione del monumento al Gattamelata del Donatello.

Non è opportuno qui esaminare ogni capitolo con il contenuto ivi incluso, ma bisogna sottolineare il metodo uniforme utilizzato nel testo descrittivo, con i rimandi a piè di pagina, e alla bibliografia. Infatti quest’ultima è molto ampia (pp. 359-390), divisa in cinque sezioni, con complessivamente raccolti 418 studi. Nonostante una folta presenza dei dati storici e artistici, la lettura non stanca e non porta a saltare le pagine, ma saggiamente guida il lettore quasi a “vedere” attraverso lo scritto il monumento o un’opera all’interno della basilica. L’intenzione dell’A., di creare una guida tra superficiale turistico e specializzato accademico artistico, è pienamente realizzata e riuscita. Non rimane che leggere e di conseguenza godere la bellezza dell’edificio, scoprendo man mano le storie che stanno dietro ogni zona, dipinto, scultura esposti da Ruzza. Anche se, in un primo momento, lo spessore fisico del libro potrebbe spaventare il lettore, una volta entrati e accompagnati da esso nella basilica, non si potrà farne a meno per conoscere il santuario che custodisce la tomba di sant’Antonio di Padova e tante meraviglie d’arte ivi presenti, espressioni di fede e del genio umano.

Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. III-IV/2016
(http://www.seraphicum.com)