Pocket Park, un luogo intimo e confortevole fra gli edifici della città, dove la gente si ritrova per trascorrere momenti di riposo e di socializzazione. Una stanza urbana che si identifica con la cultura del luogo che la ospita, per soddisfare le esigenze e le pratiche che si svolgono quotidianamente all'interno del quartiere. Il Pocket Park è un prodotto di urban interior design e non appartiene alle logiche di pianificazione di grande scala, è un progetto che si materializza attraverso l'equilibrio dei rapporti fisici, materici e dimensionali dello spazio, ponendo l'uomo come entità fondamentale tra le cose. Per le sue caratteristiche formali e spaziali è paragonabile allo spazio-casa, un living room senza soffitto, uno spazio molto contenuto per le sue dimensioni, difficilmente supera i 250 mq. I Pocket Park si distinguono da altri spazi deputati all'incontro all'aria aperta, come le piazze e i giardini, per una connotazione spaziale fisica molto caratterizzante: rispettano l'identità del quartiere e le abitudini di chi ci abita. Il Pocket Park diventa il prolungamento e lo spazio di pertinenza della propria dimora, suscitando un grande senso di appartenenza. È un progetto soprattutto sociale, nasce attraverso la condivisione e il coinvolgimento dei residenti, in quanto sono gli abitanti, la gente del luogo a dare le indicazioni formali e funzionali, un contributo attivo per la progettazione, per la gestione e la manutenzione. È un faro nel territorio urbanizzato, una piattaforma, una social real network dove la gente può toccarsi, osservare, comunicare o semplicemente ascoltare. I primi Pocket Park prendono forma nei primi anni '60 ad Harlem, un quartiere a nord di Manhattan, New York, voluti dalla comunità con lo scopo di avere uno spazio all'aperto da condividere e dove incontrarsi in alcuni momenti della giornata. Oggi è un fenomeno spaziale culturale molto importante, molte città si sono attivate e altre si stanno attivando per creare e programmare i Pocket Park da collocare negli spazi cosiddetti dormienti, quelle aree poco utilizzate che non svolgono nessuna funzione: trasformare gli spazi in luoghi per acquistare un ruolo fondamentale per la vita in città, una stanza a cielo aperto. Prefazione di Legnante Vincenzo.