Testimonianze dall'Inferno è un libro che si candida seriamente a fare rumore in un'epoca in cui pochi cattolici hanno il coraggio di scrivere le conseguenze terribili del peccato mortale e di cosa aspetti chi lo compie.
PREFAZIONE
di padre Alfredo Tortorella
Parlare del diavolo nel XXI secolo è altamente rischioso: può, infatti, cadere in una sorta di "moda", uscendo quindi dai solchi della fede cristiana, per imbrigliarsi nelle maglie delle emozioni a buon mercato, dei «piccoli brividi», che cinema e letteratura horror hanno ormai ottimamente imparato a presentare al pubblico dei teenager e dei giovani non sempre inquadrati in un cammino cristiano. In questo secolo dunque - secolo reduce dì una cultura che, al contempo, ha da un lato debellato il discorso sul demonio in nome di una psicanalisi che tutto risolve, dall'altro ha accusato i credenti e in particolare la Chiesa Cattolica di imprigionare il pensiero nella gabbia della superstizione - tornare a pensare e parlare di Satana, di inferno e di mondo tenebroso è quanto mai -attraente-. poiché valido prodotto di marketing. Ne è un esempio. nell'ultimo ventennio, la diffusione di ricorrenze e celebrazioni come Halloween, sicuramente lontane dal sentire dei Paesi latini.
E il credente. di fronte al dilagare di tali mode, strategie di mercato e subculture, cosa è chiamato a fare? Sicuramente è terminato il tempo di imposizioni culturali e crociate intellettuali: il credente, il cristiano è chiamato anzitutto ad approfondire la propria fede per poterla poi trasmettere attraverso la predicazione o catechesi e, soprattutto, attraverso il vissuto. Benedetto XVI diceva, a tal proposito, che «non è lontano, oggi, il rischio di costruire, per cosi dire, una religione fai-da-te. Dobbiamo invece tornare a Dio, al Dio di Gesù Cristo, dobbiamo riscoprire il messaggio del Vangelo, farlo entrare in modo più profondo nella coscienza e nella vita quotidiana» (Udienza generale, mercoledì 17 ottobre 2012).
Un esempio di riscoperta di questo messaggio del Vangelo ci viene dall'accoglienza che ne hanno fatto i santi, nostri fratelli e sorelle nella fede, la cui comunione con loro (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 948), con la loro vita, con la loro esperienza di Dio e delle «cose sante», così come dice il Catechismo. è per noi motivo di riflessione e sprone. L'elemento evangelico della lotta contro «il mondo oscuro» (cfr. Ef 6, 12) non ha dispensato i santi e le sante della Chiesa, anzi: essi, in molti casi, per speciali doni mistici, sono stati testimoni oculari di quanta malvagità è insita in quegli spiriti che hanno rifiutato Dio e hanno dichiarato guerra all'uomo sua creatura. Simone luliano, in Testimonianze dall'inferno, offre una raccolta e un piccolo ma intenso studio su quanto i santi, a tal proposito, hanno visto ... Questo lavoro letterario nasce esclusivamente per i fini cristiani sopra descritti: l'approfondimento della propria fede e il desiderio di portare una parola su questo argomento non già dettata dal prurito di una moda o di una subcultura, bensì a partire dal Vangelo. Da appassionato studioso di demonologia qual è e soprattutto da giovane impegnato nell'evangelizzazione e in un personale cammino di crescita, in Testimonianze dall'inferno, Simone Iuliano offre anche le proprie considerazioni spirituali in merito alla lotta al peccato, al saper vivere e superare la tentazione attraverso il ricorso ai mezzi cristiani della preghiera, dei sacramenti e della carità fraterna. Il riferimento ai santi canonizzati e in processo di canonizzazione, in particolare ad alcuni mistici (Teresa d'Avila, Gemma Galgani, Lucia di Fatima, etc.) e ad alcuni grandi teologi e fondatori (Alfonso M. de Liguori,Giovanni Bosco, etc.) servono all'autore non solo per trattare ma anche per ricordare a se stesso dell'argomento specifico, a chi lo legge, che tutto viene vissuto per un unico scopo, per un'unica risposta ad una vocazione comune: la santità, ovvero la comunione piena con Dio sin da questa vita.
Massimo lntrovigne, studioso esperto di religioni e fondatore del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) afferma che nelle famose omelie di Santa Marta, Papa Francesco oltre a parlare di temi che più attraggono l'attenzione dei media, affronta anche argomenti, come quello del demonio, dell'inferno e della lotta spirituale, che mal vengono trasmessi o propriamente taciuti dagli organi d'informazione. Introvigne dice che ciò è veramente strano perché statisticamente parlando, questo della lotta spirituale al demonio e al peccato in generale è trattato dal Papa al pari di argomenti come quello della misericordia (cfr.http://www.lanuovabq.it/it/articoli-papa-francescoil-diavolo-ceanchenel-xxi-secolo-8938.htm).
Eppure «il diavolo c'è anche nel ventunesimo secolo e noi dobbiamo imparare dal Vangelo come lottare» ha ribadito Papa Francesco nell'omelia dell' 11 aprile del 2014, e «anche noi cristiani che vogliamo seguire Gesù, e che per mezzo del battesimo siamo proprio nella strada di Gesù, dobbiamo conoscere bene questa verità: anche noi siamo tentati, anche noi siamo oggetto dell'attacco del demonio». Questo avviene «perché lo spirito del male non vuole la nostra santità, non vuole la testimonianza cristiana, non vuole che noi siamo discepoli di Gesù».
Leggere di chi, allora, come i santi e le sante, non è venuto meno nelle lotte più difficili, e di chi pur avendo visto letteralmente V inferno ed è tornato indietro per incitare al Paradiso, non può far altro che riempire il nostro cuore di speranza e di forza, nonché di una volontà ferma di andare avanti seguendo le orme dell'Agnello di Dio.