Gesù custode dell'uno e dell'altro

Lo si potrebbe considerare l’ultimo di una trilogia dedicata alla figura di Gesù. Infatti, dopo Gesù visto e toccato (Edizioni del Faro, 2014) e La parola del Re (Appunti di Viaggio, 2018), ecco il presente volume in cui di nuovo l’Autore propone declinazioni moderne dell’antica definizione del concilio di Calcedonia che proclama Gesù vero uomo e vero Dio. Se nel primo testo la riflessione partiva dai verbi di cui Gesù è soggetto nei vangeli, se nel secondo ne esplorava l’interiorità e la coscienza a partire dalle sue parole, qui Bonarini mostra come la duplice natura umano-divina di Gesù sia all’origine della sua capacità di relazionarsi a quell’Uno e a quell’altro che sembrano incommensurabili, come Dio e l’uomo. E lo fa istituendo uno spazio terzo in cui poter trovare la salvezza. Il percorso è scandito da tre tappe. La prima è quella della rivelazione biblica, divisa in due momenti: come Gesù si relaziona in modo diverso ma adeguato a ciascuno, siano giusti e peccatori (Simone e la donna in Lc 7,36- 30; gli scribi e i farisei e l’adultera in Gv 8,1-11; la folla e il paralitico in Mc 2,1-12); come Paolo è consapevole di questa capaci- tà di Gesù di tenere insieme per amore ciò che sembrava impossibile agli uomini (con una riflessione su Ef 2,11-22 e Col 1,15- 20). La seconda tappa è di natura teologico-dogmatica e valorizza la definizione del concilio di Calcedonia («Ci impegniamo a confessare il Signore nostro Gesù Cristo perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità») nella chiave dell’amore. Una natura non assorbe l’altra; anzi, esse sussistono «senza confusione, immutabili, indivise e inseparabili» in virtù dell’amore: solo l’amore infatti è capace di unire senza confondere, di costruire un legame che rispetta le caratteristiche di ciascuna natura e le fa interagire a tempo debito. Quel che avviene tra due persone accade tra le due nature di Gesù Cristo: antropologia e cristologia si intersecano. La terza tappa si snoda ispirandosi alla psicanalisi relazionale di Jessica Benjamin. Quando due persone entrano in relazione, si crea uno spazio Terzo, co-costruito dai due soggetti. Tale spazio può assumere, di volta in volta, forme differenti (spazio ritmico, differenziante, morale, vitale, morto). Secondo l’Autore le riflessioni di Benjamin possono servire a meglio comprendere l’agire di Gesù e la sua coscienza di sé e degli altri, ma soprattutto offrono una chiave interpretativa per la “posizione” di Gesù di Nazaret-Figlio di Dio quale appunto spazio di salvezza e custode dell’Uno e dell’altro. E come lui ci custodisce, così siamo chiamati anche noi a custodirci a vicenda gli uni gli altri, realizzando relazioni d’amore che uniscono e distinguono al tempo stesso. Insomma, in un volume breve ma denso, il lettore troverà molteplici spunti di riflessione, arricchiti da un approccio volutamente interdisciplinare.

Tratto dalla Rivista "Parole di Vita" n. 2/2022