L' eucaristia, dono e mistero

Chi scrive questa scheda lo scorso anno presentò sulla nostra rivista una Enciclopedia dell’Eucaristia di quasi mille pagine tradotta dal francese (dir. Maurice Brouard) e offerta in italiano dalle edizioni Dehoniane di Bologna in occasione dell’Anno eucaristico. Dinanzi a quella enciclopedia non sfigura, né per mole né per serietà, questo poderoso manuale sul mistero e il dono dell’Eucaristia edito dall’Università della Santa Croce, pur essendo opera di un solo autore e (relativamente) più breve di trecento pagine. Molto ampio, analitico e puntuale, il testo valorizza nella prima parte biblica e nella seconda parte storica una notevole informazione sulle testimonianze neotestamentarie, e alle attestazioni di fede dei Padri (ben inseriti nel loro contesto) aggiunge l’apporto prezioso delle anafore pregate nelle comunità cristiane dei primi secoli. Tale capacità informativa non dimentica l’attualità, ad esempio, nella nota a p. 118 sulla «validità» dell’anafora di Addai e Mari dopo la dichiarazione romana dell’ottobre 2001, come più avanti a p. 327 nella nota sulla disciplina del digiuno eucaristico rinnovato. Fin da queste prime duecento pagine appare la tipica impostazione di un teologo spagnolo dell’Università della Santa Croce, medico, laureato in teologia all’Università di Navarra, sacerdote dal 1977, docente di Dogmatica all’Università della Santa Croce, con pubblicazioni dedicate alla sacramentaria, all’ecclesiologia e alla teologia ecumenica
L’a. privilegia il patrimonio teologico e pastorale della tradizione «sicura» anche nel narrare analiticamente le ricorrenti controversie eucaristiche medioevali in Occidente. Tuttavia egli sa anche aggiungere, se ce ne fosse bisogno, prove di onestà di studioso: ad esempio la nota a p. 212 mette in evidenza le radicalizzazioni antiberengariane da parte di vari sinodi, tra cui il Sinodo romano del 1059. Più avanti, nel prospettare il dibattito eucaristico durante il travagliato momento della Riforma protestante, ricorda giustamente tra i teologi cattolici il francescano Gaspare Schatzgeyer (pp. 287-288) che aveva intuito la possibilità di capirsi con i riformatori protestanti, pur essendo morto troppo presto per giungere ad esercitare una influenza apprezzabile sui propri contemporanei. Il suo «antico» apporto ritorna utile nel dialogo luterano-cattolico recente confluito nell’ampio documento La Cena del Signore ricordato a p. 429.
Dopo la presentazione analitica dei documenti tridentini, anche il capitolo 6 sull’eucaristia nell’età moderna e contemporanea mostra una notevole informazione sui tentativi postridentini di spiegazione del sacrificio eucaristico e sui vari teologi impegnati a ridire la transustanziazione in quadri mentali e linguaggi attuali. L’informazione, come nei precedenti capitoli, trova sintesi tematica e bibliografia puntuale nelle pagine conclusive. Vanno apprezzate in particolare le trenta pagine (pp. 426-456) dedicate al dialogo teologico interconfessionale sull’eucaristia e al problema dell’intercomunione: l’attenzione al mondo ortodosso ritorna più avanti alle pp. 503-508.
La seconda grande Parte del volume prospetta la trattazione sistematica della dottrina eucaristica iniziando dalla struttura del memoriale del Signore, recuperando in sintesi la parte storica con i dibattiti eucaristici dell’ultimo cinquantennio e concludendo sulla potenza salvifica dell’eucaristia. Al rapporto «Eucaristia e Chiesa» sono dedicate le pagine conclusive del volume che sfociano nella «nuova creazione» (pp. 648-665).
Alla fine di questa rapida scheda ci restano un desiderio e una perplessità. Il desiderio riguarda la trentina di consistenti «frammenti» di dottrina eucaristica firmati nei documenti del Vaticano II che nel volume sono sì presenti ma in maniera sparsa: noi li avremmo raggruppati in un capitolo degno di studio attento perché ci sembrano un «controcanto» (in senso musicale) particolarmente pregevole rispetto al dato tridentino, in grado di dare il «là» all’ultima parte, legando fortemente appunto l’eucaristia al mistero e alla vita della Chiesa: le pp. 371-374 dedicate al Vaticano II ci sembrano troppo brevi per indicare una svolta anche teologica.
La perplessità riguarda il numero globale delle pagine offerte in un manuale che vuole essere utile agli alunni: speriamo di sbagliarci, ma pensiamo il «sussidio» un po’ troppo voluminoso e impegnativo per un Corso istituzionale che deve dare spazio anche agli altri sacramenti. Probabilmente questo volume è a servizio di alunni in grado di dedicare all’approfondimento del mistero eucaristico tempi di studio ulteriori rispetto a quelli previsti da un normale corso di teologia sacramentaria. In ogni caso il testo con la sua tipica sensibilità teologica merita indubbia attenzione e confronto anche da parte di insegnanti che hanno vissuto stagioni lontane e si ritrovano in sensibilità teologiche in parte diverse.

Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)

Viviamo in un tempo in cui il bisogno di opere di sintesi si fa più urgente di quanto non si pensi. E questa urgenza emerge con forza in rapporto alle tante e variegate sfide che interpellano la riflessione, lo studio e la ricerca in teologia. È quanto si constata in tutti gli ambiti teologici: ai tanti saggi su punti specifici si affiancano sempre più numerosi "manuali" che cercano di fare sintesi in vista di una docenza e di un apprendimento.

È in questa linea che va salutato il volume che tratta dell'Eucaristia sotto l'aspetto storico-dogmatico. Il sottotitolo denota subito l'ambito entro cui intende collocarsi l'Autore. E di fatto la poderosa opera si articola, conseguentemente, in due parti.

La prima parte, sotto il titolo: L'Eucaristia nella storia, si svolge dando vita ad un percorso di sei capitoli distribuiti in due sezioni. Nella prima si tratta dell'Eucaristia nel Nuovo Testamento. A partire dai racconti dell'Ultima Cena (cap. I) l'A. illustra poi altri testi neotestamentari (cap. II). Nella sezione successiva, si tratta dello sviluppo del culto e del dogma eucaristico nella storia. Ed è in questo ambito che l'A. presenta l'Eucaristia nell'epoca dei Padri (cap. III), nel Medioevo (cap. IV), nel periodo della Riforma (cap. V), e nell'età moderna e contemporanea (cap. VI).

La seconda parte è una trattazione sistematica della dottrina eucaristica, in tre sezioni. Nella prima, sotto il titolo: La struttura del memoriale del Signore, l'A. tratta degli elementi essenziali della celebrazione (cap. VII), mentre nel successivo evidenzia la costituzione del segno sacramentale dell'Eucaristia (cap. VIII). Nella seconda si presenta l'Eucaristia come presenza di Cristo e del suo sacrificio nella pienezza del mistero pasquale (cap. IX), come partecipazione della Chiesa al mistero di Cristo (cap. X), come approfondimento sul dogma della presenza reale (cap. XI). Nella terza, infine, sotto il titolo: La potenza salvifica dell'Eucaristia, si evidenziano gli effetti (cap. XII).

Una recensione non può certo esaurire in dettaglio quanto emerge da una trattazione che si pone sul filo "storico-dogmatico" di una ricerca a servizio dello studio e dell'accostamento del mistero eucaristico; una trattazione, per di più, quanto mai ricca di documentazione che rende l'opera veramente pregevole ed esemplare per tanti aspetti e prospettive talora messe in penombra da altri manuali. C'è da rendere ragione dell'impegno profuso dall'illustre Collega nel mettere a fuoco tutti quei temi di indole storico-dogmatica che l'argomento richiede. Resta da precisare, ad un livello di discussione metodologica, in quale prospettiva si possa collocare il risultato di così grande lavoro quando ci si confronta con il dettato di Optatam totius 16 che invita a far convergere la riflessione dogmatica in prospettiva di teologia liturgica. In quella linea, cioè, che fa scaturire dalla lex orandi lo specchio di una fede creduta (lex credendi) e in rapporto con la vita (lex vivendi). A distanza di circa 40 anni dal Vaticano II quella indicazione sembra ancora piuttosto disattesa in vari percorsi di offerta formativa. Eppure, essa dà l'opportunità di vedere il percorso dogmatico in un'ottica di interazione con ciò che si celebra. Il bisogno di recuperare una sintesi che scaturisca anche dai dati di ciò che si celebra, cioè dall'interno del mistero eucaristico, può rivelarsi quanto mai foriero di sviluppi tali da far cogliere il mistero eucaristico nella sua più profonda integralità. E per tanti aspetti anche questa grande opera porta il suo frutto; alle lezioni del liturgista spetterà far cogliere il rapporto tra mistero creduto e mistero celebrato.

M. S.

(RL 2007)