Popolo
-Le parole di papa Francesco
(Le parole di Francesco)EAN 9788882848651
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DETTAGLI DI «Popolo»
Tipo
Libro
Titolo
Popolo - Le parole di papa Francesco
Autore
Papa Francesco
Editore
AVE
EAN
9788882848651
Pagine
120
Data
agosto 2015
Collana
Le parole di Francesco
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Mario Cutuli il 6 ottobre 2015 alle 16:45 ha scritto:
E' una parola molto ricorrente nella sua azione pastorale. Da sempre. Da quando il card. Bergoglio non era ancora Francesco e nessuna Santità, dal balcone più famoso del mondo, aveva avuto la disarmante semplicità di salutare la straripante folla che affollava il colonnato di S. Pietro, in una tiepida serata di inizio primavera, o lo seguiva da mille teleschermi, con un improvviso e spiazzante “Buona sera”. Insolito nel lessico, almeno quello ufficiale di un pontefice, come quel “Buon pranzo” col quale spesso chiude il domenicale “Angelus”. Ma è il suo stile, il suo modo di porgersi. Che ora conosciamo. E amiamo.
Con i suoi importanti sottintesi e le sue profonde implicazioni, il termine “Popolo” accompagna spesso i discorsi di Francesco.
Insieme a “Famiglia”, “Misericordia”, “Pastori”, anche “Popolo”, rileva nella bella introduzione la sociologa e teologa Stella Morra, docente alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Ateneo Sant' Anselmo, sono le colonne della conversazione di Francesco con il mondo, gli «occhiali con cui leggere la realtà della Chiesa che vive e che egli è chiamato a custodire e condurre».
Non meraviglia affatto, quindi, continua la Morra, che “Popolo” trovi ampio rilievo e preziosa sottolineatura all'interno della “Lumen Gentium”, enciclica nella quale, nel «passaggio dal primo al secondo capitolo, possiamo individuare una specie di crescendo musicale» che trova la più alta intensità nel capitolo secondo, quando la Chiesa è decifrata come “Il popolo di Dio” o intesa come “ovile”, “campo”, “vigna”, “edificio”, “famiglia che lo abita”,“Gerusalemme celeste”, “madre nostra”.
A scorrere le fitte pagine della piccola antologia è possibile ricostruire – è l'aspetto probabilmente più rilevante - il fondamento, tanto “politico”, quanto filosofico che sottende al termine “popolo”
Francesco, lo illustra in terra argentina, già nel 2010 alla XIII “Jornada Arquidiocesana de Pastoral social” nella “Conferencia del St. Arzobispo quando stabilisce il rapporto tra la definizione di uomo come “individuo” e quella di “essere in relazione”, nelle quali, se la prima determina l'uomo come cittadino e titolare di diritti e di dignità, la seconda lo riconosce come membro di una comunità di cittadini rendendolo parte di “popolo”.Teorizzato il quale, nascono, come ovvie conseguenze, tanto il concetto di “Bene comune” che è un importante criterio per rendere conto della realtà e della finalità di qualsiasi comunità umana, quanto quello di “Cultura” che nella sua essenza esprime la relazione tra gli individui, trasformandosi in un «plurale che è di tutti e che tutti rende parziali.» (Morra)
Molti dei testi che l'antologia presenta sono frammenti di omelie pronunciate nella diocesi di Buenos Aires e fanno emergere un altro concetto che si lega a quello di popolo, un tratto che nell'ottica di Bergoglio diventa forse l'elemento distintivo ed essenziale: la relazione con i poveri.
Essi sono «la forza del mondo». Ci «evangelizzano». Con la loro vita ci mostrano «la misura della conformazione a Cristo. Hanno soltanto bisogno «di uno sguardo che li riconosca e ci offrono uno sguardo che ci riconosce».
Perciò, per Francesco, «la Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e dirigersi verso le periferia, non solo quelle geografiche ma anche quelle “esistenziali”, quelle del mistero del peccato, del dolore, delle ingiustizie, dell'ignoranza ... del pensiero, di ogni miseria».
Accanto ai testi “argentini”, altrettanto interessanti sono i discorsi di Francesco dopo l'elezione a Pastore Universale e fedelmente riportati da “L'Osservatore Romano”. Anch'essi ruotano sul concetto di popolo nelle sue più varie sfaccettature.
Come “popolo”, ricorda Francesco evocando il Salmo 121, “andremo nella casa del Signore”. Come “popolo” riusciamo a commuovere anche Dio, perché «Dio è debole solo davanti alla preghiera del suo popolo...». E ancora: «Dio forma un popolo», «La Chiesa è il popolo che serve il Signore», per finire ricordando il patto di amicizia profonda - quasi un'intima, reciproca complicità - tra Dio e il suo popolo: «Il rapporto del Signore con il suo popolo è un rapporto personale, sempre. Un rapporto da persona a persona. ...»
Nella “Evangelium Gaudium” Francesco si sente di precisare che «Questo popolo di Dio si incarna nei popoli della terra, ciascuno dei quali ha la propria cultura.».
E se fosse questo, nel vedere i tanti volti di Dio nei lineamenti dei tanti popoli che incontra, il vero, recondito motivo del suo lungo viaggiare lungo tutte le latitudini del mondo?