Redemptionis Sacramentum. L'Eucaristia azione di Cristo e della Chiesa
(Fuori collana)EAN 9788882722869
Promesso nell'Enciclica Ecclesia de Eucharistia firmata da Giovanni Paolo II il Giovedì Santo del 2003, l'atteso documento «su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia» è apparso nel 2005. Dopo un anno di lavoro - il documento, dal titolo Redemptionis sacramentum (= RS), porta la data simbolica del 25 marzo -; dopo qualche anteprima giornalistica che ha impegnato i redattori a riequilibrare contenuti ed espressioni, e dopo una dozzina di redazioni, RS colma attese e ricorda aspetti nel contesto della prassi e, prima ancora, della formazione liturgica.
Qual è la novità di RS? Nessuna rispetto a tutta la normativa già vigente (la minuziosissima documentazione è racchiusa in ben 295 note!); nuovo invece è il modo di coordinare una serie di disposizioni disseminate in numerosi altri documenti, e presenti in particolare nei libri liturgici. Nuovi sono alcuni elementi che forse potranno creare qualche problema qualora non vengano ben "gestiti" (si veda il riferimento al Rosario dotato «di un qualche legame con il contesto liturgico» [n. 41]; si veda l'invito a usare «con cautela» l'espressione «comunità o assemblea celebrante» [n. 42]; si veda soprattutto la riaffermazione del diritto di «sporgere querela su un abuso liturgico» [n. 184]).
Tutta l'attenzione del documento è concentrata sull'Eucaristia; esso pertanto è da leggere nell'ottica della XIV enciclica del Papa, e come sua prosecuzione e attuazione concreta.
«Nella santissima Eucaristia la Madre Chiesa riconosce con ferma fede, accoglie con gioia, celebra e venera con atteggiamento adorante il sacramento della Redenzione...». È nelle prime parole di RS che si trova racchiusa la chiave di comprensione dell'intero testo (distribuito in 186 paragrafi) che non ha «l'intenzione di offrire l'insieme delle norme» ma di riprendere «alcuni elementi che risultano tuttora validi nella normativa già esposta e stabilita per rafforzare il senso profondo delle norme liturgiche» (n. 2); e tutto questo al fine di «condurre a tale conformità dei sentimenti nostri con quelli di Cristo, espressi nelle parole e nei riti della Liturgia» (n. 5).
In questa prospettiva, ulteriormente esplicitata nei 13 paragrafi del Proemio, il lettore è progressivamente guidato a percorrere ben otto capitoli. Un breve sviluppo del loro titolo ci permette di avere una prima idea dei contenuti; può essere l'invito ad una lettura tra il curioso e l'attento: - I. regolare la liturgia spetta al Magistero, in particolare al vescovo diocesano che è chiamato a operare in sintonia con la Conferenza episcopale; - II. rispettare e favorire la partecipazione attiva dei laici è l'obiettivo del RS; - III. celebrare l'Eucaristia in modo retto comporta l'osservanza di alcune norme ai fini della veritas del sacrificio (materia, preghiere, riti vari...); - IV. partecipare in modo pieno all'Eucaristia con la santa Comunione implica attenzione alle disposizioni personali e a quelle rituali; - V. organizzare una degna celebrazione presuppone attenzione al luogo, alle circostanze, ai vasi sacri e alle vesti liturgiche; - VI. conservare l'Eucaristia al termine della celebrazione è prassi della Chiesa che lungo il tempo ha predisposto forme di culto notevolmente variegate; - VII. attuare una celebrazione può comportare compiti anche straordinari per i fedeli laici (si pensi alla comunione, a forme di predicazione fuori della Messa, a celebrazioni in assenza del presbitero...); - VIII. rimediare agli effetti deleteri degli abusi è compito dell'Autorità competente che, nel caso, può essere sollecitata da chiunque.
I due paragrafi della Conclusione se da una parte rilanciano il senso dell'Eucaristia come «forza generatrice di unità del Corpo di Cristo» (n. 185), dall'altra invitano ogni ministro sacro ad interrogarsi «anche con severità, se ha rispettato i diritti dei fedeli laici, che affidano a lui con fiducia se stessi e i loro figli», e quindi ad essere «servitore della sacra Liturgia» (n. 186).
È proprio da quest'ultimo elemento, che chiama in causa i diritti dei fedeli laici, che scaturiscono alcune conseguenze: - Una prima conseguenza evoca il diritto dei fedeli a ricevere dai vari ministri dell'azione liturgica i beni spirituali secondo le condizioni stabilite dalla Chiesa. È questo il filo conduttore che a livello teologico permea tutto il contenuto di RS: al diritto del fedele, fondato sul sacerdozio comune, corrisponde un dovere, fondato sul sacerdozio ministeriale, da parte di colui che è chiamato ad essere «servitore della sacra Liturgia». È in questa ottica, pertanto, che ogni abuso appare come espressione di soggettivismo e di anarchia, mentre le norme dell'azione liturgica, espressione della Comunità di fede, garantiscono l'uniformità e l'unità sempre in vista della comunione. Qui ritrova il suo senso più pieno l'espressione della Preghiera eucaristica: «In comunione con tutta la Chiesa...». - Una seconda conseguenza impegna verso una prassi che chiama in causa la formazione. RS raggiungerà i suoi obiettivi se troverà persone capaci di conoscere le potenzialità racchiuse nel libro liturgico; persuase che ogni azione liturgica è azione di Cristo e del popolo di Dio gerarchicamente ordinato; pronte al superamento sia di cervellotiche stranezze sia di rubricistico servilismo; rispettose della specificità di ogni celebrazione; attente a valorizzare con competenza il ruolo dei vari ministeri; educate ad attuare le numerose opportunità di adattamento alle singole circostanze; sensibili a forme di animazione proposte con intelligenza pastorale; responsabili nel preparare i presidenti di assemblee ad essere veri educatori del popolo di Dio.
Il volume in questione raccoglie una serie di saggi che per mandato della Congregazione sono stati redatti e pubblicati sull'Osservatore Romano. Dall'insieme emerge una documentazione di ordine storico, teologico, pastorale e spirituale incentrata soprattutto sul valore della norma e del suo rispetto in vista di una celebrazione che sia il luogo e insieme la sorgente di una communio quale si attua attraverso la lex orandi. Rimane pertanto in piena attività il "cantiere" del rinnovamento liturgico aperto con la riforma del Concilio Vaticano II e sorretto da una conoscenza profonda dei libri liturgici che ne tracciano il cammino per un culto in Spirito e verità. È dunque il "capitolo" della formazione che attende di essere continuamente scritto non con il timore delle norme ma con la sapiente pedagogia di un'azione liturgica attuata secondo l'insegnamento della Chiesa nell'Ordinamento generale del Messale e del Lezionario Romano (senza escludere gli altri libri liturgici, ovviamente!).
M.P.
(RL 2008)
-
-
-
-
-
12,00 €→ 11,40 € -
-
7,00 €→ 6,65 €