Il Signore dei misteri. Nell'eucaristia esposto al relativismo
EAN 9788882721947
Crisi della teologia o cattiva celebrazione della liturgia non sono lacune da poco! Le motivazioni possono essere ricercate lontano, in profondità. Ad esempio, se il sacramento viene ridotto a simbolo, la spiegazione conduce a risalire a chi ritiene impossibile che Dio intervenga nel mondo materiale, salvo quando s’invoca un miracolo. Ma anche in questo caso -si può aggiungere-, non pochi sono indotti a relegarlo tra i fenomeni di carattere naturale, non ancora spiegabili con criteri scientifici.
Non manca di essere indagato il tema della salvezza. Se spesso i cristiani riducono la salvezza all’aldilà, il card. Ratzinger viene in aiuto per insegnare che essa «presuppone la vita retta nell’aldiqua». La retta comprensione dell’aldilà presuppone quella dell’aldiqua. Qui si apre tutto il tema dell’incarnazione: dal tremendo mistero, quale è stato l’ingresso nella storia dell’Eterno, al suo esistere nel tempo, alla sua kenosi fino alle soglie del male senza diventare peccato. «Con l’incarnazione il Verbo ha sottomesso il tempo e lo ha reso capace di elevarci al cielo… Cristo risorto è ora il Vivente, Colui che è, che era e che viene (Ap. 1, 4) perciò è sempre presente». Cristo è stato solidale in tutto, eccetto il peccato; Egli trascina con sé la Chiesa, che senza di Lui dopo tanti secoli sarebbe certamente finita. Non mancano le riflessioni al riguardo, dal momento che i sacramenti –in un certo senso- sono una incarnazione continua. La verità dell’incarnazione va riannunciata all’uomo contemporaneo, scrive l’Autore: infatti il punto nodale della vicenda cristiana è che nella storia umana si incontra una Persona divina. È appunto Cristo incarnato che trasfigura tempo e storia ed è attraverso l’incarnazione che «Dio ha risposto alla ricerca umana dell’infinito e del divino, allo sforzo di salire verso di Lui, muovendosi verso l’uomo, cercandolo, interessandosi a Lui». L’Incarnato muore e risorge, ma non è tutto finito. Alle apparizioni del Risorto infatti è collegato anche lo prigionarsi della potenza della risurrezione che si trova nei sacramenti.
È appunto sui sacramenti che l’Autore concentra più profondamente la sua attenzione, in quanto essi ci collegano col divino. Sacramento significa però materialità e divinità, per cui quella viene sussunta nell’arcano, nel mistero trinitario, presente per così dire nella kenosi del Figlio diventato uomo. Naturalmente v’è un piano divino nascosto di salvezza che vuole riportare gli uomini e le cose nella signoria del Figlio.
Sempre nel piano divino vi è questa valorizzazione dell’intero, della realtà completa. Quanto alla funzione dei fedeli rispetto a quella del sacerdote, ciò che distingue questa rispetto a quella non è solo una questione di grado, ma una differenza essenziale. Il sacerdote transustanzia il pane e il vino; sono poi nel mondo i laici che lo «applicano» negli ambienti dove lavorano e vivono. Attraverso i laici si compie l’opera di trasformazione del mondo; è nella Chiesa che avviene il dono dello Spirito e del convertirsi al Signore, non nel cambiamento delle strutture materiali. L’ordine sacro è per rendere presente con l’eucaristia il Signore nella storia umana; battesimo e confermazione fanno poi vivere, in modo misterioso, il mondo. Avvicinarsi all’eucaristia è avvicinarsi a Dio e ciò richiede una purificazione, come era ben chiaro fin dai primi secoli della Chiesa.
Il sacramento apre la via; il cammino non è però completamente compiuto. «La rivelazione divina è stata pedagogicamente progressiva», scrive l’Autore. Ognuno deve compiere un proprio cammino per interiorizzare nella coscienza il fatto cristiano. Gesú con la sua resurre-zione ha sprigionato un’energia, una forza di Spirito Santo, che si comunica all’essere umano, per cui occorre far posto all’inabitazione della Trinità nell’anima. La strada è dunque quella dei sacramenti. Più il credente si apre ad essi, più i sacramenti lo trasformano in creatura nuo-va. La vera vita del credente in Gesú Cristo è la vita eterna, che comincia quando si ha fede in Lui.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Tra la copiosa bibliografia edita durante l'anno dedicato da Giovanni Paolo II all'eucaristia (2004-2005), c'è anche questa del teologo e liturgista N. Bux, versatile e dinamico autore di un'importante bibliografia molto attenta al versante ecumenico della teologia (cf. Nota biografica). Il volume si legge con interesse sia per la fluidità del dettato sia anche per la capacità di compiere continue sortite su piani e tempi diversi, riferendosi a eventi o a opinioni che toccano le problematiche dibattute nelle più attente tribune mediatiche.
Certamente ne guadagna il lettore, che non si annoia, ma ne va a scapito dell'obiettività della ricerca e della giustificazione della pertinenza di certi assunti soprattutto in area antropologico-culturale. Il titolo e il sottotitolo riassumono con precisione il fil rouge che ordina la serie dei 13 capitoli, a partire dalla riflessione su Dio (c. 1) fino alla visione del «segreto risurrezione» (c. 13) passando attraverso una ripresa dei temi principali e più problematici della riflessione teologica cattolica: i concetti di simbolo, mistero, culto; la centralità dei misteri dell'incarnazione, della SS. Trinità, di Cristo Signore, dello Spirito Santo; i sacramenti al fondamento della chiesa unitamente al Credo; l'eucaristia e la penitenza; la grazia e la divinizzazione come il fine dei sacramenti; infine, uno sguardo sul mondo, la morale e la necessità improcrastinabile dell'evangelizzazione.
Più che un'esposizione organica della fede cattolica, è un discorrere a ruota libera su una serie di argomenti col fine precipuo di richiamare tutti a un maggiore impegno nella confessione coraggiosa, nella difesa e nella diffusione della dottrina della chiesa cattolica, a rinvigorire l'adesione a singole fondamentali verità del nostro Credo, ma soprattutto al nostro Credo come unica e centrale verità importante per le sorti della fede, della cultura e anche della politica della cristianità. Infatti l'autore è convinto che oggi la chiesa cristiana versa in un grave «stato di debolezza» e «appare spiazzata» (p. 8) e non più attrezzata a rispondere.
Lo sforzo di Bux, quindi, tende a ricentrare il discorso attorno a una corretta ripresa del concetto e dell'esperienza del «mistero» e con essa della complessiva proposta ed esperienza di salvezza contenuta nei sacramenti. Apice di questa vita nello Spirito è il mistero per eccellenza, il sacramento dei sacramenti, il Signore dei Misteri: l'eucaristia. E lì che si trova «esposto» sin dall'incarnazione e dal1'ecce homo di Pilato il Cristo Signore e vi resta per sempre nell'hodie eterno della chiesa, ancora oggi senza sottrarsi all'osanna e al crucifige. L'eucaristia — afferma l'autore — è il paradigma per la costituzione della chiesa di fronte al mondo, non invece le ricadute nel relativismo propalate da certa teologia, non la sordina posta da certi filosofi e teologi alla verità della fede, all'importanza della ragione e della filosofia cristiane.
L'eucaristia è Cristo in mezzo a noi, punto prospettico e insieme via, verità e vita contro ogni relativismo, realtà viva e non metafora, presenza forte e reale non simbolo. La riflessione di Bux traduce sul versante sacramentale la più quotata lezione appresa da un maestro di riconosciuto spessore come J. Ratzingher, papa Benedetto XVI, «uomo non alla moda — confessa l'autore — perciò dell'avvenire». Nelle sue sortite extrateologiche, invece, vediamo un debito verso la riflessione di M. Pera e dell'area di quei «laici devoti» molto attivi nei dibattiti contemporanei. La questione centrale, sembra denunciare l'autore, è una sorta di dubbio metodico che ha indebolito dall'intero la chiesa minandone il pensiero e l'azione chiara e forte fondata sulla verità della fede. Un dubbio che dissolve in origine ogni opera di evangelizzazione e di confessione della fede dentro una visione iperspiritualistica con venature neognostiche.
Gli stessi laici «sostenuti dal solo pensiero razionale» si sono accorti che il relativismo è penetrato sin dentro la teologia cristiana. Cosa fare? Della necessità che la teologi e il credente tornino a occuparsi dei santi misteri abbiamo già detto.
Si resta però sorpresi nel leggere alla fine l'invito esplicito a cercare di costituire «un'alleanza nuova» con uomini di religioni e pensiero laico razionale a sostegno della religione («anche se opposti su altre cose») così da avviare un confronto aperto con i fautori del pensiero non cattolico. Di fronte a un tale invito non possiamo che fermarci un po' stupiti e un po' increduli... E ci sovviene alla memoria un'affermazione iniziale dell'autore a proposito del pensiero di certi teologi: «Il parere del teologo non conta di più rispetto al senso cattolico del credere» (p. 11). Ora ne siamo più convinti.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n.5 del 2007
(www.credereoggi.it)
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eucaristia, liturgia, messa, celebrazione eucaristica, sacramenti, teologia sacramentale, celebrazione, eucarestia