ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
L'ultima Assemblea della CEI, tenuta dal 20 al 24 maggio 2002, ha preso in esame un tema fondamentale riguardante la vita religiosa in Italia, così enunciato dal Presidente Card. C. Ruini: "L'annuncio di Gesù Cristo, unico Salvatore e Redentore e la missione dei credenti in un contesto di pluralismo culturale e religioso".
Dalle discussioni e dalle relazioni degli esperti è risultato un quadro della situazione della Chiesa in Italia nella seconda metà del secolo XX, che fa pensare ad un profondo mutamento antropologico e rende assillante il problema del come presentare il messaggio evangelico all'uomo "nuovo" dell'inizio del III Millennio. L'uomo di oggi è caratterizzato da una sempre più debole adesione alle verità della fede cristiana e da una preoccupante decadenza della pratica cristiana e del rispetto delle norme morali codificate dalla tradizione e dall'insegnamento cattolico.
Partendo da questa constatazione "La Civiltà cattolica" nell'editoriale del N° 3648 del 15 giugno 2002 fa una disamina coraggiosa della religiosità attuale nel popolo italiano. Ne stralciamo le conclusioni con l'intento di chiarire l'ambiente e l'atmosfera culturale del popolo, al quale diretto il libro "Dio in noi" di P. Arturo D'Onofrio su un argomento di stretta ascetica cristiana, anzi di altissima contemplazione mistica, per vederne la opportunità di una ristampa a distanza di molti anni dalla I edizione del 1982.
I caratteri dell'uomo "nuovo", emerso nel cammino religioso del popolo italiano nel XX secolo, possono così sintetizzarsi.
A fondamento di tutta la cultura religiosa italiana si è instaurato il soggettivismo radicale, individualista e liberatorio, per il quale l'uomo pone il suo giudizio come criterio unico di verità e di giustizia, rifiutando, come cultura superata, ogni imposizione e dovere, che venga dall'alto di una Autorità assoluta. Dio non ha più per l'uomo d'oggi una parola da dire e una rivelazione da fare. L'uomo e regola a se stesso.
Da questo soggettivismo scaturisce un forte sentimento di rigetto di tutto ciò che la Chiesa insegna in materia di condotta morale e familiare, sconvolgendo i cardini stessi della formazione umana.
Si aggiunga a questa esasperata concezione libertaria il secolarismo progressivo in tutte le manifestazioni della vita, in cui non c'è più posto per Dio o tutt'al più Dio non è più necessario all'uomo, che ha come regola suprema di vita unicamente la sua ragione, liberamente impegnata nella ricerca e nella conquista di un benessere terreno senza prospettive di una felicità al di là della morte. Se emerge ancora un bisogno di religione, questa è ridotta a emozioni e sensazioni ricercate in forme irrazionali di spiritismo, astrologia e movimenti esoterici. Si pensi alla cultura religiosa che va sotto il nome di "New Age", nella quale confluiscono le più vaghe forme di religiosità, prive di ogni consapevole risvolto umano.
Il tutto sfocia per l'uomo "nuovo" in quel naturalismo materialista, che sconvolge la stessa concezione della vita e della morte, della gioia e del dolore, del lavoro e del riposo.
A queste forme di soggettivismo, secolarismo e naturalismo materialista si sovrappone come condizione aggravante la cultura dei media" (Tv, stampa e informazione in genere), che sta cancellando nell'uomo anche l'ultimo barlume di capacità critica dei fatti e delle tendenze umane.