La responsabilità non va circoscritta alla sola educazione scolastica: tutti coloro che, da genitori o da cittadini, vengono a contatto con i bambini e i giovani sono direttamente impegnati a inventare il mondo con loro. Nasce così la conseguenza civile del fatto educativo e la necessità dell’impegno politico per fornire le strutture e le indicazioni di percorso più funzionali alla società.
Ci sono uomini che dicono che la cosa più bella è un esercito di fanti, o uno squadrone di cavalleria, o una flotta di navi. Io, una donna, dico che la cosa più bella è ciò che uno ama.
Oggi il futuro incute paura, immersi come siamo in una fase di cambiamento epocale, e riappare, equivoco, il bisogno del sacro. La crisi economica globale contribuisce a rimettere in discussione i principi conclamati non solo delle religioni, ma delle stesse Costituzioni nazionali, mettendo a rischio uguaglianza, libertà, giustizia, pace nei diversi paesi. Davanti ai “poteri forti” si ricompone la tradizionale inevitabilità della logica padrone-servo e amico-nemico e va in crisi la fede laica in una società senza più dominatori e dominati che sarebbe nata dal travaglio di guerre e lotte sociali, dittature e stragi ormai inaccettabili.
Uno sguardo poco attento potrebbe pensare che i problemi del secolo scorso, a partire dagli anni Cinquanta, non siano gli stessi di quelli che lasciano con il fiato sospeso il nuovo millennio. Una lettura acuta e interessata al mondo d’oggi, invece,
sottolinea la presenza di un filo rosso che si snoda nel corso della storia e si alimenta sempre delle medesime problematiche, noncurante del tempo che scorre. Gli occhi sono puntati ancora sulle stesse aree di disagio: la condizione della donna, l’immigrazione, una pace sempre a rischio e la necessità di difendere i diritti propri del genere umano, la situazione precaria, non solo a livello politico, dell’Italia e di tutto il mondo.
Per festeggiare il suo ottantesimo compleanno l’autrice propone una rassegna dei suoi più significativi articoli che abbracciano le vicende degli ultimi cinquant’anni, focalizzando l’attenzione su temi a lei cari, oggetto di strenue battaglie parlamentari e di profonde riflessioni intellettuali.
Tra le righe si scorge un’intensa sensibilità verso il problema della discriminazione in tutte le sue sfaccettature e della perversa incoerenza di alcune scelte umane e politiche, sensibilità che non si ferma a un piano puramente teorico ma che da sempre cerca una soluzione concreta.