Creazione ed evoluzione. La grammatica di un dialogo possibile alla luce della riflessione di Joseph Ratzinger
(Incroci)EAN 9788881373871
Sulla base dell’urgenza di un dialogo fra teologia della creazione e teoria dell’evoluzione, l’a. offre i principali passaggi che hanno reso possibile a Darwin la formulazione della sua famosa teoria sull’origine delle specie per selezione naturale. In un 2o c. illustra l’attuale status quaestionis della discussione. Poi affronta le ipostesi di soluzione di alcuni grandi teologi come Rahner, Ganoczy, Pannenberg e Moltmann. Per arrivare infine a quello che l’a. chiama «il fondamentale apporto della riflessione ratzingeriana».
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 14
(http://www.ilregno.it)
Tra le iniziative culturali del 2009, anno in cui si è ricordato il 150° anniversario dalla pubblicazione dell?'opera di Darwin, L?'origine delle specie, c?'era da aspettarsi un?'ampia produzione di studi sul tema dell?'evoluzione naturale. Anche i teologi si sono impegnati in questo senso, come dimostra l?'opera di Brancato che affronta, con coraggio e lucidità, un tema complesso, a cavallo tra scienza e fede, e sul quale esiste una bibliografia molto vasta. L?'A. ci offre i risultati di una ricerca che egli ha condotto evidentemente in prima persona, partendo da un approfondimento in primo luogo della teoria scientifica dell'?evoluzione, per poi spostarsi sul versante prettamente teologico della creazione, alla ricerca di un possibile incontro tra discipline.
A differenza di coloro che ritengono impraticabile il dialogo tra scienza e fede/ teologia, l?'A. fa sua (24) l'?affermazione della CTI secondo cui: «Senza abbracciare uno screditato conformismo, i cristiani hanno la responsabilità di collocare le moderne conoscenze scientifiche dell?'universo all?interno della teologia della creazione » (Comunione e servizio, n. 62). Scopo del volume è pertanto quello «di dare conto dello stato della discussione riguardante il rapporto tra teologia della creazione e teoria dell?'evoluzione, soprattutto alla luce del pensiero teologico di J. Ratzinger» (32). Nel primo capitolo, l?'A. espone sinteticamentela teoria scientifica dell?evoluzione, da Darwin ai nostri giorni, giungendoalla conclusione che l?evoluzionismo scientifico non è di per sé ateo (cf68), anche se la sua penetrazione nella cultura occidentale e la sua declinazionein forme non strettamente scientifiche, quale la cosiddetta «etica evoluzionista»(73), abbiano spesso assunto una deriva ateistica o almeno agnostica. Il capitolo secondo, «La creazione alla luce dell?'evoluzione», va alla ricerca di un possibile dialogo tra scienze e teologia.
A questo scopo, lasciandosi guidare in maniera determinante dagli interventi in materia del cardinale Ch. Schönborn, l?'A. distingue tra «evoluzione» ed «evoluzionismo», affermando inoltre che «bisogna scindere Darwin dal darwinismo e liberarlo dalle sue catene ideologiche, al fine di porre le basi per un dialogo possibile tra teologia e scienza» (88). Per Brancato, l?'evoluzione «non esclude e non può escludere il pensiero di un Dio creatore», mentrel?evoluzionismo «si configura come una visione ideologica del mondo e della natura, e nega espressamente la possibilità che si possa parlare di creazione e di Creatore» (89; cf 96). L'?A. rimarca la differenza fondamentale tra l?'uomo e le altre forme animali e sottolinea il ruolo della teologia dell'?imago Dei come garanzia dell?'irriducibilità dell'?uomo alla «generalità delle cose» (cf 119 e 121).
Procedendo, l?'A. sottolinea la necessità dell?'«elemento cristologico» in ordine alla piena comprensione del cosmo e del mistero del male che in esso si riscontra (cf 124ss). Il terzo capitolo presenta «L?'evoluzione alla luce della creazione», offrendo una sintesi del pensiero di quattro celebri teologi: K. Rahner, A. Ganoczy, W. Pannenberge J. Moltmann. Infine, il quarto capitolo espone la riflessione teologica di J. Ratzinger, anche se il testo è integrato da molte citazioni del magistero di Benedetto XVI. Brancato mette in evidenza l?'influsso esercitato su Ratzinger dallo scienziato gesuita Pierre Teilhard de Chardin, in modo particolare per quello che riguarda l'?idea secondo cui la creazione non può essere pensata solo in quanto cosmo, ma va compresa anche come storia, come divenire orientato verso un compimento (che per Teilhard è il «Cristo Omega» o «Cristo Evolutore»). L?'A. riporta un testo in cui Ratzinger afferma: «Credere alla creazione significa comprendere nella fede il mondo in divenire scoperto dalla scienza come un mondo significativo proveniente da un senso creativo» (cit. 193).
Avendo a mente quanto già rilevato circa l?'irriducibilità dell?'uomo al cosmo materiale, per il teologo siciliano ne consegue che «la scienza non può proporsi come unica spiegazione del mistero dell?'uomo. Anzi, essa non può assolutamente entrare nel mistero dell?'uomo, ma può solamente indagare diffusamente sul ?fenomeno? uomo e sul mondo, senza per questo riuscire a dare ragione dell?'irriducibile valore e significato della persona umana, della sua provenienza e della sua destinazione» (194). Il contributo teologico di Ratzingersi rivela determinante proprio in questa costante attenzione «ad una ragione aperta all?'azione sanante della fede che ha il potere di elevarla al di sopra dei suoi limiti e di aprirla a quella eccedenza disenso che da sola non sarebbe in grado di raggiungere e cogliere e che ci è offerta nel Logos fattosi carne [...] nel quale è dato all?'uomo di prevedere l?'esito finale delcammino storico del mondo, la sua condizione ultima» (206-207). A conclusione del percorso, l?'A. ricorda che «il confronto con la scienza è dunque doveroso, ma ciò non può indurre ad una sorta di ?adattamento? della teologia alla domanda ambientalista con la sua dannosa pregiudiziale anti-antropologica» (209).
Il punto di forza della teologia sta invece nel suo specifico statuto epistemologico, che riconosce nella confessionedi fede nel Dio creatore e redentore del mondo il suo punto di partenza ed il suo insostituibile fondamento, anche per la comprensione del perfezionamento pneumatico-escatologico della creazione (cf 211). Il libro di Brancato si segnala non solo per la coincidenza con l?'anniversario darwiniano, ma anche per la chiarezza di esposizione e la buona documentazione di fondo. Buona anche la qualità ortografica del testo, che presenta ben pochi refusi.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 2/2011
(www.rassegnaditeologia.it)
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