Rivista letta e conosciuta in Europa, Israele e Stati Uniti, «La Rassegna Mensile di Israel» è divenuta da tempo uno strumento indispensabile allo studioso della storia, del pensiero, della letteratura degli ebrei in Italia. «La Rassegna Mensile di Israel» nasce nel 1925 e da allora, salvo per una interruzione di quasi un decennio - dal 1939 al 1948 - causata dalle leggi antiebraiche prima e dagli eventi bellici poi, ha continuato la sua pubblicazione con lo scopo di rendere accessibili ai suoi lettori le problematiche religiose, politiche, sociali e storico-culturali dell'ebraismo, come anche le nuove ricerche in ambito archeologico, letterario, artistico e scientifico. Diretta a lungo da Dante Lattes (che fu anche uno dei suoi fondatori), negli oltre ottanta volumi pubblicati sinora ha raccolto articoli di personalità eminenti, non solo italiane. «Il suo insegnamento, come la sua scrittura, si distinguevano per la meticolosità intellettuale e per il raro talento che gli consentivano di attrarre persone lontane verso quella terra straniera che si chiama passato» scrive in uno dei saggi che qui pubblichiamo Yosef Kaplan, evocando Yosef Hayim Yerushalmi, il grande storico dell'ebraismo scomparso nel 2009 e alla cui opera e figura è appunto dedicato questo numero della «Rassegna». Che si trattasse di storiografia ebraica, di marranesimo o del Mose di Freud, la scrittura di Yerushalmi è sempre riuscita a catturare i lettori. In tanti hanno ammirato la profonda cura nella ricostruzione degli eventi storici - si pensi per esempio ai tragici massacri di Lisbona del 1506 - e l'abilità con cui descrisse la figura di Isaac Cardoso e l'ambiente in cui egli visse prima del suo ritorno all'ebraismo. Proprio la monografia su Cardoso è al centro di questo volume: Claude Stuczynski ne ricostruisce la fortuna presso alcuni affermati storici, colleghi di Yerushalmi. Ma un altro costante riferimento è Zakhor, quel libro di Yerushalmi che poneva il problema del rapporto complesso, nel nascere e nello sviluppo, della storiografia ebraica, tra storia e memoria, e utilizzava, oltre alla profonda conoscenza della storia ebraica e delle sue fonti, i più raffinati e aggiornati strumenti di antropologia e psicoanalisi. «Il mondo ebraico italiano, e non solo quello ebraico - scrive qui Anna Foa nell'introduzione - si innamorò letteralmente di quell'esile librino in cui emergevano tutte le domande, in cui trovavano posto risposte mai dogmatiche». A partire da Zakhor si muove il saggio di Moisés Orfali che ricostruisce la visione provvidenzialistica della storia di alcuni autori vissuti prevalentemente dopo la cacciata dalla Spagna del 1492. Con Simon Levis Sullam percorriamo il libro a cura di David N. Myers e di Alexander Kaye "The Faith of Fallen Jews. Yosef Hayim Yerushalmi and the Writing of Jewish History", in cui sono raccolti, preceduti da acuti commenti, molti saggi, prefazioni e interventi di Yerushalmi pronunciati in occasioni diverse. Fra questi non è inclusa la prefazione alla "Storia dell'Inquisizione portoghese" di Alexandre Herculano, che abbiamo invece scelto di tradurre appositamente e presentare al pubblico italiano in questo volume della «Rassegna». Preziosa è la testimonianza di Ariel Yerushalmi, figlio dello storico, raccolta da Anna Foa.