Dalla prefazione:
Mi è cosa non solo gradita, ma oltremodo capace di evocare antiche
sintonie di affetti e di cammini, presentare questa Festschrift in onore di
mons. Bruno Maria Bosatra, per celebrare il suo venticinquesimo anniversario
di direzione dell'Archivio Storico diocesano. Chiamatovi dal
card. Carlo Maria Martini nel 1985, l'anno successivo succede a mons.
Ambrogio Palestra nella direzione dell'istituzione culturale ambrosiana
che è lo scrigno della memoria della Chiesa di Milano. Alcuni studiosi,
abituali frequentatori dell'Archivio diocesano, hanno proposto di ricordare
tale ricorrenza con un volume di studi in onore di mons. Bosatra,
che trova ora ospitalità nella collana «Ricerche storiche sulla Chiesa
ambrosiana».
Alla pubblicazione del volume hanno collaborato ricercatori che hanno
svolto e svolgono tuttora le proprie indagini tra le carte dell'Archivio
Storico, e che con grande slancio hanno accettato l'invito a scrivere sulla
storia della diocesi di Milano e delle sue istituzioni, la storia locale, l'archeologia,
la storia dell'arte, l'archivistica, temi cari agli interessi del
Monsignore festeggiato.
Il volume registra anche una sinergia di lavoro con altri enti e istituzioni
culturali milanesi (le università Cattolica e Statale, gli archivi Borromeo,
dei Luoghi Pii Elemosinieri, dell'Ospedale Maggiore di Milano), una collaborazione
che non è limitata a questo volume, ma che è attiva in modo
diuturno nella ricerca della storia locale.
I contributi del volume spaziano su tutta la storia e la tradizione della
Chiesa ambrosiana, dal Medioevo fino ad arrivare all'episcopato del
card. Giovanni Colombo. Gli Autori hanno lavorato su materiale inedito
sia dell'Archivio diocesano che di altri archivi, tuttavia sempre con
una dimensione "ambrosiana". Spesso hanno avuto come ispiratore lo
stesso mons. Bosatra, ricordando la massima del prefetto
dell'Ambrosiana, Achille Ratti, che "un prefetto di biblioteca è anche
promotore di ottimi studi".
Lo conosco, infatti, oltre che come organizzatore indefesso
dell'Archivio, preoccupato per il buon funzionamento degli impianti (e
delle ... lampadine), onde assicurare una confortevole ospitalità agli studio-
si, anche come curioso accompagnatore degli stessi nelle loro ricerche.
Tanto che si deve pensare che mons. Bosatra non è mai solo un custode
geloso e asettico di una memoria mummificata, ma solerte segugio che,
mentre indirizza altri nella scoperta di nuovi cammini e nel ritrovamento
di preziosi reperti in fondi dove nessuno s'aspetta di spremere alcunché,
s'appassiona egli stesso al lavoro degli altri.
La sua intelligenza curiosa vorrebbe fare quasi il cammino di ricerca
con te, ti accompagna quando riporta alla luce qualcosa di sepolto nella
polvere della storia, sottraendola all'oblio della memoria. Ci fa ricordare
un altro prefetto della Biblioteca Ambrosiana, mons. Enrico Galbiati che,
con disarmata semplicità, imparava la stessa lingua degli studiosi che venivano
a leggere i manoscritti. E raccontano che ne avesse imparate fino a
venticinque ... Così mons. Bosatra lo puoi trovare che lascia la sua postazione,
per aiutarti a decrittare un testo, per metterlo nel suo contesto storico,
per seguirti nel leggerne i segnali, fino ad ottenere un simpatico effetto
di scambio: alla fine non sai se sei tu che stai facendo quella ricerca o è
lui che la promuove e ne decanta le scoperte. È il suo modo di farti appassionare
al lavoro, di amare la memoria di un popolo e di una chiesa, senza
della quale non si dà futuro.
Gli studi contenuti nel volume si distribuiscono, sostanzialmente, in sei
sezioni. In queste pagine ne presento solo alcuni a titolo di esempio.
1. Una prima grande sezione di studi riguarda il periodo borromaico. Il
periodo dell'episcopato carolino è studiato da D. Zardin che ci presenta un
"ordo", del 1581, delle processioni generali che si tenevano a Milano, sottolineando
la dimensione cerimoniale e rituale della vita religiosa della
Milano borromaica. G. Medolago, lavorando su alcuni protocolli degli
archivisti della Curia arcivescovile, completamente sconosciuti, mette a
punto la conoscenza e l'uso della documentazione della visita apostolica di
san Carlo alla diocesi di Bergamo (studiata e trascritta da Roncalli), usata
dai parroci bergamaschi per questioni meramente giuridiche. M. Navoni
dopo la pubblicazione su «Archivio storico lombardo» di un documento
del cerimoniere arcivescovile sull'apertura della Biblioteca Ambrosiana (8
dicembre 1609), offre la trascrizione di un altro documento inedito stilato
dal cerimoniere del governatore. A. Deiana affronta il tema dell'assistenza
agli appestati in Valle Olona da parte dei sacerdoti diocesani durante l'epidemia
del 1631 e, in particolare, il caso di Fagnano Olona. A. Valota
affronta un tema tipicamente archivistico: la ricezione delle norme di san
Carlo sugli archivi plebani, istituiti dal Borromeo come luogo di concentrazione
dei documenti beneficiali delle singole parrocchie.
2. Un'altra sezione di studi si potrebbe definire di "respiro internazionale".
M. L. Grignani, professore di storia della Chiesa all'Università
Cattolica di Santiago del Cile, studioso della figura di san Toribio di
Mogrovejo, presenta tre documenti dell'Archivio diocesano sulla canonizzazione
del santo peruviano, definito il "san Carlo delle Ande" per aver
imitato il nostro arcivescovo nella celebrazione di concili provinciali e dei
sinodi diocesani e delle visite pastorali alla sua diocesi di Lima. C. Pioppi,
professore di storia della Chiesa all'Università della Santa Croce, studioso
dei concili provinciali di epoca contemporanea e specialmente di quello del
card. Ferrari celebrato nel 1908, presenta la figura di mons. Pietro Adamo
Brioschi, missionario del PIME, vescovo di Cartagena e originario di
Tradate e la celebrazione del concilio provinciale di Cartegena del 1902. E.
Versace presenta la lettera con cui Paolo VI invia il card. Colombo come
legato alle celebrazioni del centenario della fondazione del Principato di
Montecarlo, presentando così la devozione che i due arcivescovi Montini e
Colombo avevano per il loro santo predecessore. G. Bosatra, ci presenta il
carteggio tra mons. Bosatra e un grande studioso di Carlo Borromeo,
Raymond Darricau, "nato" per la pubblicazione del numero di «La Scuola
cattolica» per il centenario della morte del Borromeo del 1984.
3. Un terzo gruppo di studi presenta alcune figure di personaggi ambrosiani.
P. Mira delinea la figura del card. Flaminio Piatti, originario di Turbigo
e grande fautore della causa di canonizzazione di san Carlo e della sua
devozione per san Diego di Alcalà di cui donava alla parrocchiale di
Turbigo una pala d'altare. A. Pisoni, con un documento dell'Archivio
Borromeo offre la trascrizione della visita del card. Giuseppe Pozzobonelli
ad Arona e all'Isola Bella. F. Bertolli, della Biblioteca capitolare di Busto
Arsizio, presenta la figura dei tre prevosti bustesi Seta, Armiraglio e Pozzi
attraverso i loro lasciti testamentari. D. Diamanti, illustra la figura del card.
Caprara Montecuccoli, arcivescovo di Milano nel periodo napoleonico e
praticamente assente dalla diocesi, perché legato papale a Parigi, a partire
dalla lettera con cui viene annunciata la sua morte al vicario generale Carlo
Bianchi. P. Vismara, professoressa di storia della Chiesa, presenta la figura
di Biagio Verri, apostolo della redenzione degli schiavi d'Africa. F. Ruggeri,
in continuità con un lavoro fatto precedentemente, stila l'elenco dei canonici
del Duomo del XIX secolo. C. Magnoli offre la trascrizione di una lettera
di Adriano Bernareggi (futuro vescovo) al beato card. Schuster sulla
sua partecipazione al Congresso liturgico internazionale di Anversa del
1930. U. Dell'Orto trascrive una lettera di Antonio Rimoldi, giovane sacerdote
studente a Roma, che racconta a Schuster dei suoi studi e della sua
attività domenicale in una parrocchia romana. Infine, più vicino a noi, G.
Adornato, ci parla dell'approccio ai "lontani" del card. Montini.
4. Una quarta sezione concerne la storia dell'arte. P. Viotto, attraverso l'elencazione
dei legati nei verbali delle visite pastorali alla Valtravaglia del
periodo borromaico, ci offre notizie sulle committenze artistiche delle
famiglie locali a favore di chiese e cappelle della pieve. F. Baini, mediante i
ritratti conservati nella Quadreria dell'Ospedale maggiore di Milano, presenta
la figura di Silvestro de Matanza, governatore del forte di Fuentes sul
lago di Como e della moglie Margherita Della Madonna. I. Balestreri mette
a confronto due disegni per la costruzione dell'oratorio di patronato
Crespi Recalcati, dedicato della Vergine Maria a Brugherio in località
Pobbia, uno conservato in un volume della visita pastorale a Monza e uno
conservato in una pratica del fondo Spedizioni varie completamente inesplorato.
5. Una quinta sezione riguarda l'archeologia. S. Lusuardi Siena e M.
Casirani ci offrono un'anticipazione di una loro più ampia ricerca sulle origini
della pieve e sulla plebana di Pontirolo. Il saggio è accompagnato da
un ricco apparato iconografico. M. Comincini ci offre una nuova ipotesi
sul tracciato dell'antica strada romana che da Milano portava a Novara.
6. L'ultima sezione tratteggia momenti della società lombarda. M. Bascapè
e D. Bellettati trascrivono il registro degli assistiti del Luogo pio della
Misericordia di Milano compilato nel 1587. L. Pelagatti ci offre uno spaccato
della società lombarda del Seicento: con documenti inediti si traccia
la vicenda dell'omicidio di un canonico di Vimercate, Francesco Rho, per
mano del signore locale, il conte Francesco Seccoborella. F. Terraccia, studiosa
del mondo monacale femminile, ci presenta le modalità di sostentamento
di un monastero milanese. B. Contro presenta la figura di Antonio
Langlois sacerdote e medico tra Sei e Settecento: due "professioni" incompatibili
fra loro secondo le leggi ecclesiastiche del tempo. A. Bernasconi ci
parla di pietà popolare e dei suoi eccessi, nei pellegrinaggi dei malnatesi
alla chiesa di san Matteo e a quella di Montemorone. Infine, un aspetto
"patriottico" nei 150 anni dell'Unità: G. Vecchio presenta il diario della
famiglia Melzi che oltre alla varie vicende famigliari ci racconta anche delle
Cinque Giornate di Milano e della I Guerra d'Indipendenza.
Come si vede il panorama delle ricerche è veramente impressionante.
Appartiene all'astuzia dell'accademia culturale che anche le celebrazioni
anniversarie siano volte in favore degli studi e dello scambio dei risultati
delle ricerche. A taluni queste potrebbero sembrare fin troppo minuziose,
piccoli frammenti singolari d'una memoria storica ben altrimenti complessa.
Ma la restituzione della memoria non può anticipare le sintesi, pena la
costruzione di visioni ideologiche che perdono la ricchezza vitale della sto-
ria. Ne è un triste esempio l'immagine illuminista del Medioevo, che l'ha
descritto come un'età di mezzo oscura e decettiva. Perché maneggiava una
forma della ragione che aveva reciso la radice della linfa vitale della tradizione.
Questo è il contributo che mons. Bosatra ha dato in questi venticinque
anni: una storia che custodisce religiosamente, come in una teca, tutti
i frammenti della memoria. E che diventa augurio per nuovi traguardi!
Un augurio che vorrei estendere anche alla collana «Ricerche storiche
sulla Chiesa ambrosiana»: perché questo volume faccia da "volano" per
altri studi significativi sulla storia e sulle tradizioni della Chiesa milanese.
+ Franco Giulio Brambilla
Vicario per la cultura
della Diocesi di Milano