Quando sono entrato a far parte della comunità di Taizé, nel 1974, frate Thaddée non era già più sulla nostra collina: vi aveva vissuto, insieme ad altri francescani, dal 1964 al 1972. Negli anni successivi ho poi sentito frère Roger o altri frati parlare di lui: così, anche senza conoscerlo di persona, poco a poco mi sono fatto un'idea di questo uomo di Dio, che sentivo come molto apprezzato nella nostra comunità.
Se ne parlava come di una persona buona, pacifica, fraterna; ho scoperto che, negli anni in cui era stato a Taizé, aveva stretto un legame particolare con frère Roger, un rapporto fatto di fiducia, di amicizia e di stima reciproca. Di fronte alla profonda crisi che aveva colpito le giovani generazioni di tanti paesi nel 1968, frère Roger era ricorso alla sua intelligente lettura dei fatti e alla sue doti di intuizione per cogliere la complessità di quel che stava succedendo e riuscire ad offrire una risposta adeguata alle attese dei giovani; ho saputo che allora trascorrevano molto tempo insieme per dialogare. Quando nel marzo 1970, alla vigilia dell'annuncio di un "concilio dei giovani", frère Roger era partito alla volta di Istanbul per incontrare il patriarca Atenagora, aveva espresso il desiderio di essere accompagnato da frate Thaddée.
Ho visto qualche volta Thaddée in occasione delle sue visite a Taizé; ho così potuto rendermi conto delle sue qualità umane e del suo vigore intellettuale.
La sua profondità spirituale e - possiamo ben dirlo - la sua ricerca mistica le ho colte meglio dopo che mi è stata affidata la responsabilità della nostra comunità, in seguito alla morte di frère Roger nel 2005. Consapevole di quanto lo legava a noi, l'ho più volte invitato a passare qualche giorno nella nostra comunità; ogni volta che viene a Taizé, abita nella comunità, condivide la nostra vita, la nostra preghiera, i nostri pasti. Lo ascoltiamo parlare, gli chiediamo di spiegarci uno o l'altro aspetto della vita disan Francesco. Sono contento quando ho la possibilità di intrattenermi con lui personalmente.
Sono felice che questo libro possa permettere ai lettori di seguire il suo itinerario e di approfondire il suo pensiero: proprio il suo cammino spirituale ha permesso a frate Thaddée di cogliere in modo sempre più penetrante la via di Francesco, al di là delle immagini che tutti conoscono. Per questo frate Thaddée è in grado di far scoprire a quanti lo ascoltano, o leggono i suoi libri, la personalità di san Francesco in tutto íl suo splendore. San Francesco e certamente il cantore della povertà e del dono di sé, capace di farsi prossimo a quanti sono senza mezzi ed esclusi dalla società, il profeta di una Chiesa povera per i poveri; è anche il poeta della gioia e della lode di Dio, l'ammiratore della natura, amico dei lupi e degli uccelli; è poi il fratello di tutti gli esserí umani, che non si fa problemi ad andare perfino dal sultano d'Egitto. San Francesco è tutto questo; ma al centro del suo cuore esiste una radice che sostiene tutti questi aspetti, e che frate Thaddée ci aiuta a cogliere: san Francesco è un contemplativo, un mistico che esiste grazie ad una relazione personale profonda con il Dio trinità e che, con la sua vita, invita ciascuno di noi a coltivare e a vivere una relazione simile.
Ringraziamo di cuore frate Thaddée per la sua competenza e la sua tenacia nel testimoniare questa misteriosa profondità del santo di Assisi.