PRESENTAZIONE
di fr. Cesare Vaiani
Crediamo di fare cosa davvero utile nel presentare questo volume, che può costituire un serio aiuto alla comprensione delle linee essenziali della spiritualità francescana.
Spesso si ha l'impressione di una inflazione dell'aggettivo «francescano», e di fronte a tanta larghezza d'impiego viene talvolta da chiedersi se non vi si nasconda una certa confusione o indeterminatezza di significato; e questo sospetto si accresce ancor di più quando un tale aggettivo si unisce a parole come «spiritualità», o «vita», che ugualmente sono di difficile definizione, tanto da assumere spesso significati incerti.
In tale panorama è dunque certamente utile la pubblicazione di un testo come questo, per riflettere e approfondire le caratteristiche essenziali di quella forma di vita che prende nome dal Santo di Assisi, per uscire dalle approssimazioni generiche e tentare di dare un contenuto più preciso all'usatissimo aggettivo «francescano».
La guida in questa indagine complessa e affascinante è per noi fr. Feliciano Olgiati, che ormai da cinque anni ci ha lasciati per la casa del Padre, ma che continua, anche da queste pagine, il suo magistero umile e sapiente; sono qui raccolti, con qualche aggiustamento redazionale, i testi delle lezioni che egli tenne alla Scuola di spiritualità francescana, presso il Convento di S. Angelo Milano, nel dicembre del 1984, poco prima della della morte.
Siamo dunque di fronte a una presentazione matura e coerente della ricerca di questo nostro confratello e maestro, il cui nome non ha certo bisogno di presentazione per chiunque abbia preso in mano il volume delle Fonti francescane o del Dizionario francescano.
I quattro capitoli nei quali si suddivide questo volume indicano subito quali sono i tratti riconosciuti come fondamentali da Padre Feliciano in questa sua indagine: il fondamento della spiritualità francescana è da lui individuato nella «forma del santo Vangelo», e da questo fondamento si sviluppano le dimensioni della povertà, della fraternità e dell'annuncio.
La lettura del testo permetterà di gustare tutta la ricchezza degli approfondimenti, che riprendono innumerevoli brani delle Fonti, spaziando dagli scritti di Francesco alle biografie e alle cronache, con un continuo riferimento ai testi, così da fondare e illustrare positivamente ogni affermazione. Non mancano neppure alcuni autentici colpi d'ala, nei quali parla l'intuizione ed il cuore, oltre all'intelletto e alla competenza: basti ricordare la suggestiva immagine del «pellegrino di Emmaus», che Padre Feliciano applica a Francesco (anche questa volta con una scelta ben documentata attraverso le fonti!) e che diventa una nuova, vibrante variazione dell'antico tema di Francesco «alter Christus», con la sottolineatura della conformità al Cristo pellegrino di Pasqua.
A modo di ideale prosecuzione di questo discorso, il volume contiene una consistente Appendice che esamina il concreto sviluppo storico di quella forma di vita che da Francesco ha preso origine, quasi a voler illustrare la multiforme vitalità del francescanesimo durante i secoli. Non si tratta di una presentazione esclusivamente storica, ma del tentativo di cogliere, nello sviluppo delle vicende dei seguaci di Francesco, il permanere o il mutare di quelle caratteristiche essenziali di cui si è parlato sopra.
Presentando questo volume nella collana Presenza di S. Francesco, creata tanti anni fa proprio da Padre Feliciano, siamo fiduciosi di continuare così nello scopo, che fu il suo, di offrire strumenti validi e accessibili per la meditazione e la formazione di quanti amano Francesco d'Assisi, e siamo lieti di farlo proprio offrendo il contributo della sua sapienza e della sua riflessione.
PROLOGO
La lettura degli Scritti di Francesco e delle Fonti agiografiche francescane ci colloca nella posizione favorevole per capire la sostanza fondamentale e la novità del programma di vita che Francesco e i suoi seguaci hanno delineato e sviluppato lungo i secoli per attuare la loro vocazione specifica di uomini cristiani nella Chiesa; vocazione che, se era luminosa ed evidente nella sua presenza e globalità, necessitava però - e continua oggi a necessitare - di una penetrazione sempre nuova e più coraggiosa. Documento di questa coscienza, ad un tempo sicura e, tuttavia, da conquistare ogni giorno, è il preciso invito di Francesco morente, a sé e agli altri: Cominciamo, fratelli, a servire Iddio, perché finora abbiamo fatto poco o nessun profitto!.
Questa esigenza profonda di ricominciare sempre daccapo non era dettata da pessimismo sul passato, ma da una fede e volontà di vita aperta sulle infinite possibilità che l'anima umana possiede, in virtù di Colui che l'ha coinvolta nel suo infinito ed inesauribile dinamismo, nella sua attualità sempre presente. Tommaso da Celano non lascia cadere questa parola, ma la precisa in tutta la sua potenza e la definisce:
«Bramava ardentemente ritornare alle umili origini del suo itinerario di vita evangelica e, allietato di nuova speranza per l'immensità dell'amore, progettava di ricondurre quel suo corpo stremato di forze alla primitiva obbedienza dello spirito...». «Si proponeva, sotto la guida di Cristo, di compiere opere ancora più grandi...».
E' questa la percezione della perenne attualità del vangelo e della sua inesauribile ricchezza, ma, assieme, della misteriosa chiamata dell'uomo a innestare la sua «piccola vita», il suo «breve ritmo», in questo vivere infinito di Dio, a cui Dio stesso l'ha convocato e abilitato. E' così che Francesco appare nella storia come l'uomo che non si arrende mai al limite, al negativo: egli è l'uomo della fiducia, della vita e, più precisamente, della speranza evangelica.
Non riusciremmo, però, a capire, nella sua vera originalità e novità, la vita francescana e la sua successiva travagliata storia, se non diamo rilievo e peso esatto a due circostanze singolari e indiscutibili.
La prima è che Francesco non riuscì subito, ma solo gradualmente, a capire e a vedere la sua strada e vocazione nella sua piena consistenza. Una piena comprensione gli fu concessa solo quando la sua esperienza personale diventò un tutt'uno con l'esperienza di un gruppo, caratterizzando e innovando questo stesso gruppo come «famiglia», come istituzione, fraternità evangelica.
La seconda circostanza, da tenere ben presente, è che Francesco e i suoi seguaci-fratelli ebbero sempre una piena coscienza che autore della loro vocazione e forma di vita era stato Dio stesso, l'Altissimo, per cui l'atteggiamento basilare e costante fu, e doveva essere sempre, quello di lasciarsi «condurre per mano» e «guidare» da Dio, mediante un ascolto devoto e una fedele obbedienza.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
VITA FRANCESCANA, UNA VITA EVANGELICA PER L'EVANGELIZZAZIONE NEL SEGNO DELLA MINORITÀ, DELLA FRATERNITÀ E DELL'ANNUNCIO
1. - LA FORMA DEL SANTO VANGELO
Prendiamo tra le mani il Testamento di Francesco, che è certamente la prima e più qualificata storia dei primordi dell'Ordine. Il primo momento di questi ricordi ricostruisce la storia degli anni della sua personale conversione: Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così...: incontro col lebbroso e rovesciamento dei «sapori», con l'amaro che si tramuta in «dolcezza d'animo e di corpo»; rifugio nelle chiese e forme nuove di compagnia e dialogo: con Cristo, con i sacerdoti, con la Parola e l'Eucaristia.
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Un utente il 17 dicembre 2010 alle 15:28 ha scritto:
Spiritualità della vita francescana, opera di Olgiati Feliciano, è un ottimo libro di approfondimento dell'aspetto spirituale che San Francesco d'Assisi ha donato al mondo. Davvero ben scritto e ragionato, accompagna il lettore, passo dopo passo, sempre più in profondità, conducendolo alla comprensione dell'enorme portata di questa corrente religiosa rivoluzionaria.