«Imparò l'obbedienza dalle cose che patì» (Eb 5,8). Il valore educativo della sofferenza in Gesù e nei cristiani nella lettera agli ebrei
(Tesi Gregoriana. Serie teologia)EAN 9788878390263
Eccellente lavoro. Il suo primo merito è la scelta del tema: Il valore educativo della sofferenza in Gesù e nei cristiani nella Lettera agli Ebrei. Questo tema è di somma importanza dottrinale e di ampia portata per la vita spirituale. Somma importanza d ottrinale, perché l’affermazione d ella Lettera su ll’effetto educativo della sofferenza di Gesù ci porta un approfondimento sorprendente del mistero d ell’incarnazione d el Figlio d i Dio, approfond imento che non viene facilmente recepito. Nel contempo questo tema ci porta anche un approfondimento del mistero della redenzione, la quale non viene presentata come u na op erazione commerciale d i comp era o d i r iscat to e n emmeno come u na liberazione estrinseca, ma come una trasformazione radicale della natura umana attraverso le sofferenze e la morte superate per mezzo di una obbedienza perfetta a Dio e una solidarietà estrema con noi.
Per studiare questo tema, l’autore si è impegnato in un lavoro intenso, che merita l’ammirazione. Infatti, non si è accontentato di fare una esegesi molto precisa dei passi della Lettera agli Ebrei che trattano il tema del valore educativo della sofferenza, ma ha fatto precedere questo studio esegetico da una indagine amplissima sulla sofferenza ed ucatrice nell’ambiente culturale e religioso d ella Lettera agli Ebrei, cioè, anzitutto nel mondo greco, dove è spesso presente la parechesi pathein-mathein adoperata abilmente dall’autore della Lettera agli Ebrei (Eb 5, 8). Ha aggiunto anche alcune testimonianze di autori latini, quelle di Seneca sono molto vicine alla Lettera agli Ebrei; poi ha studiato il tema nell’A.T., nel giudaismo e, infine, in alcuni passi del N.T. Tutto questo studio è condotto con grande precisione e accuratezza. I testi antichi vengono introdotti con spiegazioni adatte, citati nella lingua originale e poi trad otti e commentati. Per l’A.T. l’indagine non si limita alla LXX in cui si trova la terminologia greca adoperata dalla lettera agli Ebrei, ma si estende ai testi originali scritti in ebraico. La p rosp ettiva scelta è amp ia, abbraccia tu tta la stor ia d ell’A.T.
La documentazione è abbondante; lo studio, preciso. Si vede che don Filippo Urso si è impegnato, sicuramente non senza fatica, a verificare i dati forniti dagli autori, perché ogni tanto corregge, ad esempio, ciò che dicono le concordanze. Per il giudaismo, i manoscritti di Qumran vengono esaminati con grande erudizione, poi gli Apocrifi d ell’A.T., gli scritti rabbinici, le opere di Filone Alessandrino. Nella II Parte del Libro, che riguarda i passi della Lettera agli Ebrei, la documentazione è più che mai abbondante. Vengono citati nelle note molti esegeti moderni. Lo studio è molto metodico. I testi vengono situati nel loro contesto, la loro struttura letteraria viene ricercata, una esegesi dettagliata viene proposta. Le ind agini fatte in preced enza consentono d i precisare meglio il senso d ei testi della Lettera agli Ebrei e di mettere in rilievo il loro apporto originale alla rivelazione di Cristo. Tutto questo merita grandi lodi.
Tratto dalla Rivista "Fides et Ratio" n. 2/2008
(http://www.issrguardini.taranto.it)
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