dalla Introduzione
«L’antico parroco di campagna, nella sua imperizia facile preda dei raggiri gesuitici, ha manifestato fin da principio la volontà risoluta di calpestare ogni prete reo di volere il progresso della spiritualità del cattolicesimo.» (1)
«... Ha aperto l’era delle discordie atroci fra noi e ha lasciato che tutti i lanzichenecchi della pretesa ortodossia, come cani in una partita di caccia, si mettessero sulle orme del cosiddetto modernismo e gettassero i latrati dei loro insulti volgari e dei loro colpi velenosi contro quanti cercano di compiere nella Chiesa opera di illuminazione e di rinnovamento.» (2)
«... Questo modesto patriarca della laguna, balzato, come in un brutto sogno estivo, sulla sede che occuparono un dì Gregorio VII e Innocenzo III.» (3)
«... Tutta la grettezza d’animo degli infimi strati sociali (...) tutta la ignoranza della più vecchia generazione clericale, cresciuta e alimentata fra gli anatemi al movimento di modernità; tutto l’astio degli incolti contro gli uomini della scienza; tutto il disprezzo incolto di chi non sa, per lo sviluppo e la ricchezza dell’intelligenza; dominano nell’animo di questo buon parroco di campagna, strappato da un singolare colpo di fortuna alle occupazioni piccine e alle conversazioni, innaffiate di un buon vino e di facili barzellette, della solitaria canonica, e portato a reggere il governo della più grande organizzazione religiosa.» (4)
«... Dicono che Pio X abbia un cuore d’oro, e che alle deficienze insanabili del suo intelletto, supplisca la tenerezza del sentimento... posso dire che questa è una pietosa menzogna... Anche l’uomo più egoista può a volte, elargire briciole cadute dal banchetto del suo benessere, senza per questo dar prova di una bontà iniziale di animo.» (5)
«L’ex-patriarca di Venezia, salito al pontificato, lanciò il motto di un grandioso programma: Instaurare omnia in Christo. Ma, poverissimo di idee, tardo nei propositi, fiacco e incoerente nell’azione, la sua magna instauratio si è ridotta a ordinare quella visita apostolica che ha gettato lo scompiglio nelle diocesi italiane, e quelle riforme amministrative delle congregazioni romane, a beneficio del bilancio economico del Vaticano.» (6)
«... Se tu sapessi qual solco di disgusto, di malessere, di risentimento hanno scavato nell’animo del giovane clero e del giovane laicato cattolico le condanne di Pio X.» (7)
Queste frasi così calunniose nei confronti di San Pio X, scritte da Enrico Buonaiuti, uno dei capifila del Modernismo italiano, rispecchiano lo stato d’animo dei modernisti nei confronti del Pontefice. Per comprendere questo odio dobbiamo fare un passo in dietro, tratteggiando, seppur brevemente, le origini del Modernismo e il ruolo assunto da San Pio X per combatterne la propagazione nella Chiesa.
Don Ugo Carandino
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aLBERTO, al_tre@alice.it il 15 dicembre 2009 alle 15:33 ha scritto:
Faccio solo notare, riguardo la descrizione del volume, che l'esponente del modernismo italiano che ebbe innegabili fastidi a causa dell'enciclica di Pio X, al di là di ogni valutazione di merito, fu il sacerdote Ernesto Bonaiuti, non Enrico.
Cordialità